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100 storie del Football dei pionieri: 100-Morley, 99-Gardner, 98-Duarte

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Iniziamo oggi un affascinante viaggio attraverso le storie dei padri fondatori del football: ogni martedì e giovedì vi racconteremo le vite e le imprese di chi inventò il calcio, lo codificò, lo diffuse nel mondo iniziando un percorso che è arrivato fino ad oggi.

100 – Ebenezer COBB MORLEY

Benché nella vita Ebenezer Cobb Morley di mestiere fosse solicitor (un ruolo giuridico all’interno della common law) la storia lo ricorderà come uno dei fondatori del football moderno: anzi, per molti fu proprio il padre di questo sport. Quel che è certo è che quest’uomo nel 1858 fondò, nel quartiere londinese di Barnes dove si era trasferito, il Barnes Club, una delle prime società calcistiche della storia e tra i membri fondatori della “Football Association”, il primo organo calcistico di sempre nato nel 1863 nella “Freemason’s Tavern” di Londra proprio su sua iniziativa: aveva scritto al quotidiano “Bell’s Life” proponendo ai vari club calcistici di unirsi in associazione. Già più che trentenne, Morley capitanò il Barnes nella prima partita ufficialmente riconosciuta, che vide i suoi impegnati in un match contro il Richmond FC, e nel mentre scrisse le prime regole del gioco e fu prima segretario e poi presidente della Football Association nei primi anni di vita del football. Il suo corpo riposa in una tomba senza nome nel cimitero abbandonato di Barnes, e tutti gli sforzi di rendergli omaggio fino ad oggi sono risultati vani. 

 

99 – Robert GARDNER

Scozzese di Glasgow, uomo robusto ed estremamente agile, Robert Gardner è stato il primo vero portiere che il football ricordi e il capitano dei mitici Queen’s Park nonché della Scozia nella prima partita internazionale che il football ricordi, Scozia-Inghilterra del 30 novembre del 1872. Vero e proprio mito per i giovani che si avvicinavano al football, Gardner era famoso per la sua lunga barba e per l’abitudine di fumare la pipa quando la palla era lontana dalla sua porta. Più di tutto però divenne noto per essere stato il primo portiere a uscire incontro all’avversario lanciato a rete in un’epoca in cui i colleghi se ne restavano con i piedi ben piantati sulla linea di porta. Vero innovatore, certamente il miglior portiere dei suoi tempi, morì poco dopo essersi ritirato dal calcio in un incidente sul lavoro capitato durante la costruzione del famoso Forth Bridge.

 



98 – João Evangelista BELFORT DUARTE

Ingegnere civile brasiliano, persona coltissima e dai valori profondi, la sua conoscenza della lingua inglese gli permette di tradurre le regole di questo nuovo sport arrivato dall’Inghilterra e di diffonderlo in Brasile, dove è considerato di fatto il padre del futebol. Difensore estremamente sportivo, giocò nel Mackenzie e nell’América di Rio de Janeiro: mentre militava con i primi si distinse per fair-play quando segnalò all’arbitro di aver commesso un fallo che era sfuggito a tutti, mentre nei secondi contribuì a varare le prime tournée fuori dai confini nazionali e fu anche allenatore e segretario: il suo contributo alla diffusione del calcio in Brasile è stato enorme, e la sua grande umanità è testimoniata dal fatto che fu il primo a coinvolgere nel suo club giocatori di colore. Diventato arbitro, morì assassinato nella favela di Campo Belo poco più che trentenne. In suo onore viene assegnato un premio a quei giocatori che in dieci anni di carriera non sono mai stati espulsi.

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