Calcio
Bar Sport: il punto sul campionato -06 Mag-
Come tutti le squadre serie, con un progetto ben chiaro in mente, noi di 1000 Cuori a fine campionato iniziamo a poggiare le basi per quello futuro. Ecco perchè nonostante si sia alla 35° giornata, il nostro sito apre una nuova collaborazione, ed una nuova rubrica. Bar Sport, sarà un cantiere in divenire forse, ma tutto ruoterà attorno al punto sul campionato di Serie A, fatto da un tifoso decisamente obiettivo. Il nostro nuovo collaboratore, che ringraziamo ed a cui facciamo un in bocca al lupo, si chiama Simone Cola e gestisce anche la pagina facebook “L’uomo nel Pallone” in cui collezione storie ed eventi particolari relativi al mondo del calcio. In questo primo articolo, Simone si è limitato a parlare delle squadre di alta classifica, non sarà sempre così, ma nel giorno dello scudetto bianconero e della vittoria di Roma, Napoli e Milan, c’era poco da fare. In fondo questo è il punto sulla Serie A…per quello sul Bologna c’è sempre il nostro grande Bettu.
Il punto sul campionato.
La 35^ Giornata di Serie A va in archivio con due sentenze, entrambe ormai attese da tempo. Il Pescara retrocede in Serie B al termine di una stagione record (in negativo), ma soprattutto la Juventus si conferma Campione d’Italia. E a differenza dello scorso scudetto, il primo post-Calciopoli, lo fa affermandosi senza se e senza ma in un campionato stavolta dominato dalla prima all’ultima giornata e dove il sottoscritto (e molti altri appassionati di calcio) non ha mai avuto il minimo dubbio su chi sarebbe arrivato in testa alla fine. Vanno riconosciuti i meriti a tutti e prima di tutti al condottiero, Antonio Conte, uno che da giocatore era tenace, feroce, dinamico e che queste qualità le ha trasmesse alla sua Juve: la miglior difesa ed il miglior centrocampo d’Italia ed un attacco che secondo chi vi scrive è sottovalutato per la mole di lavoro che fa e che permette appunto i letali inserimenti dei “dioscuri” Vidal e Marchisio; l’eterno Buffon; l’importante recupero (anche in chiave Nazionale) di Barzagli e Bonucci; il rilancio di Pirlo; la versatilità dell’uomo-Conte, che lascia da parte le ortodossie tattiche e dopo pochi mesi passa da un impossibile 4-2-4 ad un solidissimo 3-5-2. Sono molti i meriti che vanno riconosciuti all’allenatore, così come ad una società che magari ogni tanto manca di stile ma che in sede di mercato ha indovinato moltissime mosse, da Asamoah ad appunto Pirlo, da Vidal ad appunto Barzagli…
Certo la Juve non è stata perfetta, in Europa è uscita (seppur da uno squadrone, come è stato poi confermato) mostrando molti limiti: dal mercato sono arrivati anche Isla e qualche altro errore (non metto tra questi Giovinco, secondo me buon talento che in un annata in cui è stato molto criticato ha saputo comunque dire la sua) ma evidentemente questo basta e avanza per dominare un campionato come la Serie A che non pone delle vere alternative ai bianconeri.
Non lo è stato il Napoli, forte nei titolari e un pò meno nelle riserve e spremuto da Europa League e dalle vicende personali del Matador Cavani. La prestazione super di ieri sera contro l’Inter certo c’è stata, ma va detto che di contro c’era un Inter che ultimamente viene strapazzata un pò da tutti. Mazzarri rimarrà? Pare che voglia molte garanzie, ma penso che con la probabile partenza di Cavani, per quanto la squadra possa essere rinforzata, la Juventus rimarrà irraggiungibile almeno per un pò, visto che giocatori come El Matador non capitano tutti i giorni. E certo Hamsik è un fenomeno, e Behrami, Dzemaili e Inler sono dei signori centrocampisti, però c’è da aspettarsi un estate di super-lavoro per il DS Bigon – peraltro finora abilissimo in quasi tutte le sue mosse di mercato.
L‘Inter, dicevamo: come si possa colpevolizzare Stramaccioni io proprio non lo so. Non dico che sia bravo, ma nemmeno dico che sia scarso: io dico che è semplicemente ingiudicabile, per una stagione in cui il logorìo di molti uomini e gli infortuni, oltre ad un mercato abbastanza folle soprattutto in avanti, ha dato quel che poteva dare. Il crack di Milito a gennaio è stato un durissimo colpo, la vicenda-Sneijder a novembre-dicembre ha indubbiamente pesato, l’infortunio di Zanetti è stato l’ultimo chiodo sulla bara. Secondo me la colpa è di una società che non ha preso finora una decisione precisa, rimanendo a metà tra la riconoscenza verso vecchie glorie ormai bollite e giovani davvero troppo acerbi. Serve un progetto, e potrebbe partire a luglio, ma temo che Moratti non si fiderà di affidarsi ad un allenatore che io, comunque, mi sento di assolvere.
Ci sono invece due allenatori che voglio elogiare pubblicamente, e sono quelli delle due romane che a fine Maggio si giocheranno la Coppa Italia. Vladimir Petkovic da Sarajevo, capace di dare spettacolo con il suo 4-1-4-1 fino a che gambe e condizione lo hanno permesso, e Aurelio Andreazzoli da Massa, che alla sua prima da allenatore ha viaggiato alla media di 2 punti a gara.
La Lazio è una buona squadra ma si è visto come il serbo abbia saputo esaltarne le qualità dando spazio a tutti i suoi giocatori maggiormente tecnici messi al servizio di un autentico totem come è Miro Klose: i 5 gol di ieri contro un Bologna grigissimo non vorranno dire molto, ma significano pure qualcosa. Klose è uno dei miglior centravanti del nostro campionato, la Lazio ha sicuramente pagato le fatiche dell’Europa League e qualche calo clamoroso di condizione degli uomini chiave (Hernanes, Mauri, Candreva) ma rimane per l’ennesima stagione tra le prime: e se il merito è di Petkovic, va dato atto anche a Lotito e al DS Tare di averci creduto e di aver messo su una squadra competitiva a basso costo.
Tutto il contrario della Roma, squadra costruita con alte ambizioni e naufragata però in due progetti (Luis Enrique e poi Zeman) dove piu’ che degli allenatori la colpa è sembrata essere di una società poco esperta e ancor meno decisa nel seguirli, questi progetti. La forza di Andreazzoli in questo caso è stata la normalità, aver saputo trarre il meglio dai giocatori a disposizione (personalmente ritengo la Roma il 3° miglior organico del campionato insieme al Milan) e aver esaltato i campioni che ha: a Firenze ha subito per 90 minuti ed è stata sicuramente graziata dall’arbitro in occasione del mani di De Rossi, ma per quanto schiacciata ha subito relativamente poco (ok, due pali e una paratona del redivivo Goicoechea, ma poi?) per poi andarsi a prendere i 3 punti con l’ennesimo ruggito di quel leone che è Osvaldo, un vero bomber capace di dare la zampata quando meno te l’aspetti. Mi ripeto, non è stata certamente una grande Roma e forse il pari era già troppo, ma si giocava a Firenze, contro una delle squadre piu’ in forma del campionato, e poi diciamolo, il calcio è anche questo. Chi vi scrive non sa se Andreazzoli rimarrà, ma di certo secondo me lo meriterebbe eccome, anche se sarebbe il caso che stavolta la società segua le idee dell’allenatore e lo supporti sul mercato come non è successo con i precedenti.
La Fiorentina si dimostra una bella incompiuta: è indubbio che a vederla da un punto di vista oggettivo quella vista contro la Roma non è squadra da Champions League. Il bel gioco vuol dire molto per una piazza che comunque, un anno fa, era a salvarsi all’ultima giornata, ma forse si è voluto volare troppo in alto: senza centravanti (e si, anche la Spagna e il Barcellona giocano senza centravanti, ma le similitudini devono ovviamente finire lì) si fa poca profondità, pochi tiri in porta, e se tiri poco magari il gol non lo fai. Sinceramente a fine match ci si doveva arrabbiare più che coi giocatori viola che con la sfortuna (pali) o l’arbitro (rigore di De Rossi), anche se mi rendo conto che certi episodi possono cambiare una gara.
Ma non si è detto che il calcio è anche questo?
Il Milan ipoteca i preliminari di Champions e lo fa con una zampata di Balotelli, il miglior acquisto del mercato italiano 2012/2013: il suo peso specifico è testimoniato dai gol fatti dal suo arrivo, gol che hanno dato quel qualcosa in piu’ ad una truppa, quella di Allegri, che già comunque da tempo viaggiava speditissima.
Grazie a El Sharaawy, autentico mattatore del girone d’andata poi caduto in disgrazia un pò per motivi tattici (l’arrivo di Balotelli gli ha indubbiamente tolto qualcosa) e un pò forse per la troppa esaltazione di stampa e addetti ai lavori; grazie a Pazzini, ennesimo scambio a favore con l’Inter e capace di segnare una quindicina di reti giocando non da titolare fisso; soprattutto grazie ad Allegri, che ha saputo togliersi l’etichetta di allenatore “capace solo di lanciare lungo per Ibra” per costruire un 4-3-3 equilibrato e dove i piedi buoni non mancano. Avesse avuto questo ritmo dall’inizio il Milan si sarebbe giocato lo scudetto? Forse, ma Berlusconi e Galliani non si confondano: la squadra è forte ma non fortissima, il merito di Allegri è evidente e spero che la dirigenza se ne renda conto prima di incamminarsi su altri pericolosi sentieri tecnici.
Simone Cola
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