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Calcio

Bar Sport: il punto sul campionato -09 Mag-

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Il punto sul campionato.

La 36^ giornata di campionato regala altre sentenze importanti, lasciando ben poche situazioni sospese come è naturale che sia.
Della partita che le riserve della Juventus vincono in casa di un Atalanta ovviamente a corto di motivazioni non ci sarebbe quasi niente da dire. Tecnicamente si è visto un bel gol di Matri, attaccante decisamente sottovalutato, e poco altro, comprensibilmente.
Quel che è incomprensibile è ciò che è accaduto fuori dal rettangolo di gioco, e cioé i tafferugli delle tifoserie: ad ora non è chiaro chi abbia iniziato e perché, ma è evidente che questa prova di inciviltà non è bella ne se fossero responsabili i tifosi dei Campioni d’Italia ne se lo fossero quelli di una squadra che è da anni una delle piu’ belle realtà provinciali del campionato italiano. Forse sarebbe il caso di adottare modelli “inglesi” o “tedeschi” per prevenire queste situazioni e non solo per percorrerere (improbabili) progetti tecnici.

Il Napoli schianta un Bologna davvero scialbo ultimamente, e così facendo conquista con certezza il secondo posto, la Champions diretta: non sono d’accordo con quei giornalisti che dicono che non bisognerebbe vedere solo il bicchiere mezzo pieno, per me il bicchiere del Napoli è pieno per 3/4, diciamo, e lo è perché onestamente era difficilissimo (se non impossibile) competere con questa Juventus, la sola squadra in Italia che ha un progetto ben chiaro in mente e le risorse per inseguirlo. E non basta avere la miglior mezzapunta ed il miglior centravanti d’Italia (Hamsik, Cavani) ne uno dei tecnici piu’ preparati a mio avviso…la Juve è la Juve e arrivare secondi dietro una squadra così, ma davanti a tutti gli altri, non è cosa da poco.

Il terzo posto pare ormai saldamente del Milan, ed è un peccato forse per la Fiorentina ed il suo bel gioco (ieri non pervenuto contro il Siena, che oramai ha un piede e mezzo in Serie B e che è stato sconfitto con un gol abbastanza casuale di Gonzalo Rodriguez) ma va dato a Cesare quel che è di Cesare.
O meglio, a Mario quel che è di Mario: è infatti ancora Balotelli a incidere contro un Pescara che si conferma imbarazzante come lo è stato per tutta la stagione (una rosa che, secondo me, in B sarebbe da centroclassifica) ma che poteva pure essere sottovalutato dai rossoneri. E invece no, Mario e ancora Mario, 11 gol da gennaio che sono pesati come macigni nell’inseguimento dei preliminari di Champions League. Certo, non è solo merito suo, ma anche di un El Sharaawy che indubbiamente ora stenta ma che ha tenuto a galla quasi da solo la squadra fino a gennaio; di un Allegri che ha saputo trovare i giusti equilibri; di una società comunque forte, dalla mentalità vincente, dai mezzi importanti. E’ ovvio che se hai Pazzini in panchina mentre chi dovrebbe insidiarti il terzo posto ha Larrondo titolare i conti sono presto fatti…

La Lazio distrugge quel poco che rimane dell’Inter, mai così male dal 2000 mi dicono, e lo fa con l’autorità che aveva mostrato fino a gennaio, quando le fatiche di coppa hanno incominciato a pesare e sono venuti a mancare i migliori Hernanes, Candreva e Klose. Crescono i rimpianti dunque per il team di Petkovic, che avesse avuto qualche ricambio piu’ all’altezza forse avrebbe potuto puntare a “l’Europa che conta”, e che invece finirà in Europa League dove perlomeno siamo sicuri che saprà onorare il nostro paese.
La Roma e i romanisti dimostrano quanto sono umorali, dopo aver giocato male e vinto contro la Fiorentina (Andreazzoli è un mago, Osvaldo è un campione che ti stende con una zampata) arriva una sconfitta evitabilissima in casa contro un Chievo ordinato e volenteroso ma che una grande squadra dovrebbe azzannare: non mi sento di condannare, come fanno in tanti, Andreazzoli che ha tutto il diritto di sperimentare e di cercare l’assetto migliore per lui senza dimenticare in panchina capitali societari (Pjanic, Destro) che hanno bisogno di giocare per non svalutarsi troppo. Che alla Roma manchi il gioco è evidente, che un allenatore (chiunque!) riuscisse a darglielo in 3-4 mesi era utopia. La piazza non ha pazienza, e lo capisco, ma sinceramente giudico questo piazzamento in Europa (se arriverà) un traguardo discreto, non il massimo ma neppure così disastroso, un buon punto per ripartire.

Ma davanti a Roma e Lazio chi c’è? C’è una signora squadra, una signora società, un signor allenatore. L’Udinese dei giovani, di Pozzo e di Guidolin. Io sinceramente non so nemmeno cosa dire per esprimere la mia ammirazione ad una società così all’avanguardia, così sempre proiettata nel futuro eppure capace di ottenere sempre risultati sbalorditivi. Il terzo posto dei precedenti campionati era obbiettivamente impossibile da centrare dopo le cessioni di Handanovic, Isla e Asamoah. Eppure questo quarto posto è forse addirittura un risultato superiore agli scorsi piazzamenti in Champions, ottenuto con una banda di giovani (fantastico gol di Muriel, un giocatore che ha davanti un luminoso futuro) su cui era difficile scommettere. Ho detto all’inizio che la sola squadra che ha un progetto serio in Italia è la Juventus: beh, chiedo scusa, in effetti quello dell’Udinese, pur non puntando a coppe e scudetti, è altrettanto serio e oltretutto va avanti da anni e anni. Dispiace solo che Guidolin non abbia avuto mai l’occasione di correre per lo scudetto, perché lo meriterebbe eccome.

Della derelitta Inter si è già detto e ridetto, quei 53 punti in classifica, viste le ultime prestazioni, sembrano pure troppi. Ma non è un alibi la serie impressionante di infortuni che ha avuto, che non hanno permesso ad un allenatore giovane la messa in pratica delle sue (giuste o sbagliate) idee calcistiche. Quando pure Handanovic ci mette del suo capisci già che non è serata, e se poi Ricky Alvarez si conferma non adatto alla Serie A calciando un rigore da dilettante…beh…

Inter fuori dalle coppe dopo 12 anni? Probabile. Come fuori dalle coppe resterà la squadra che la insegue piu’ da vicino, quel Catania che quest’anno ha fatto vedere cose davvero ottime: Maran è riuscito addirittura a fare meglio di Montella, e se si dice che “però i rossoazzurri hanno buoni giocatori come Bergessio, Gomez, Lodi” ci sarebbe da chiedersi come mai questi giocatori fino a qualche anno fa costavano due lire. E’ questione di lungimiranza tecnica, di organizzazione, quella che manca a squadre che non hanno nulla di inferiore in quanto a storia come Bologna, Sampdoria (ieri salva, i festeggiamenti non ci sono stati per via della tragedia nel porto di Genova), Torino e Genoa. E’ un peccato che il Catania non abbia la possibilità di misurarsi su palcoscenici europei perché la serietà della società, la qualità tecnica dei giocatori e la bravura del mister lo meriterebbero.

Torino e Genoa giocano a non farsi male e ne viene fuori la piu’ brutta partita del Campionato. In molti “al baretto” dicono che è venduta, ma io penso che semplicemente entrambe avessero piu’ paura di perdere che voglia di vincere, indipendentemente dagli schieramenti. In ogni caso queste due società (un tempo gloriose protagoniste delle lotte-scudetto e con tifoserie che meriterebbero ben altro) sembrano ormai salve, mentre appare condannato alla Serie B il Palermo di Zamparini, un vero scempio tecnico in queste ultime due-tre stagioni: la salvezza sarebbe stata onestamente troppo per una squadra costruita male in estate, che ha avuto cinque cambi tecnici molti dei quali inspiegabili e che a Gennaio è stata rinforzata con una pletora di “fenomeni parastatali” come Faurlin, Boselli, Anselmo, Sperdutti. Dispiace per i tifosi (tra i piu’ passionali d’Italia) e per mister Sannino, che meritava ben altro dopo l’ottima stagione scorsa con il Siena. Dispiace meno per Zamparini, personaggio pittoresco e indubbiamente pieno di passione ma umorale come pochi e capace di fare e disfare tutto solo per il gusto di farlo arrivando a sembrare uno di quei presidenti-padroni alla “Borgorosso Football Club” o “Longobarda” che tanto ci facevano ridere da piccoli. Palermo è una città importante che meritava una squadra importante, e Zamparini per anni ha fatto il massimo, ma queste ultime gestioni tecniche sciagurate e senza alcun progetto non potevano che portare, come naturale consequenza, la Serie B.

Progetto, progetto, progetto…pare che sia la parola piu’ abusata del momento. Ma cos’è un progetto?
E’ avere perlomeno le idee chiare su obbiettivi e investimenti, è valorizzare quel che si ha in casa ma guardando al futuro.
E’ quello che ha avuto Conte dalla Juve ma che continua a chiedere anche in vista della prossima stagione. Un progetto per provare a vincere in Europa.
Higuain sarebbe un bel colpo, ma ovviamente non basterebbe per arrivare al livello che i tifosi bianconeri sognano: serve almeno un giocatore di livello in difesa, un ricambio per Pirlo e una punta di peso. Chi vi scrive però è convinto che la società accontenterà il tecnico di Lecce, che quindi continuerà a lavorare in Italia per la fortuna della Juve e del calcio italiano in generale.

Simone Cola

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