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Calcio

Bologna Champions League: il sogno – 22 set

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Quello che leggerete è frutto di pura fantasia; nonostante ciò, comunque crediamo sia un sogno che ogni sostenitore del  Nostro Bologna culla da anni e anni. Sicuramente troppi. Per questo abbiamo creato questa storia: quello che leggerete e vedrete non è accaduto e non potrà mai accadere, nell’immediato.  Ma se accade…..

 

Nella stanza la penombra  combatteva contro gli ultimi raggi di un bizzarro sole di fine agosto,  ragionando su quanto tempo  sarebbe mancato all’oscurità completa,  all’arrivo della notte.  In quel momento il Direttore  non riusciva a capacitarsi di cosa stava succedendo, rileggendo freneticamente le righe stampate su quel foglio che alla sua sommità riportava un’intestazione importante e conosciuta: quella del board della più importante associazione calcistica europea,  più semplicemente l’Uefa.  Quel foglio, che fosse stato inviato il 1 di Aprile avrebbe avuto un maggiore senso logico, invitava, in poche righe, la squadra Rossoblù ad iscriversi alla Champions League entro le 24 ore successive, pena la perdita di quest’opportunità. Seguiva un numero di fax della sede di Nyon.

L’antefatto  si poteva riassumere così:  l’elezione del nuovo Presidente della Lega Calcio Italiana, reo di essersi macchiato di frasi razziste contro alcuni giocatori europei, aveva prodotto uno strappo  con il massimo organo di governo del calcio continentale (l’Uefa appunto) che aveva preso le distanze da questa elezione, minacciando ritorsioni contro il calcio italiano. Queste ultime si manifestarono con l’esclusione di tutte le squadre italiane, della prima divisione (la serie A nello specifico) dalle coppe europee, per la stagione 2014/2015. La Federazione Italiana si ribellò a questa presa di posizione,  ma l’Uefa fu irremovibile. Fu allora il turno delle singole squadre, private dalla possibilità di poter giocare le coppe europee (Champions e Europa League), che si appellarono all’Alta Corte di Giustizia Europea, la quale, con una sentenza senza precedenti, confermò parzialmente la decisione dell’Uefa, salvaguardando i tre slot per la Champions League, argomentando altrimenti che il danno economico, che le squadre potevano subire , avrebbe dovuto essere risarcito. Ma se per i bianconeri e i giallorossi la stagione continentale doveva ancora iniziare, per i partenopei era già finita: e se la sentenza ripristinava la terza opportunità per il calendario, per il principio del “ne bis in idem”, gli azzurri non potevano ripetere l’incontro con i baschi, essendo la sentenza arrivata dopo l’incontro di Bilbao, perso per 4 a 1.

Da qui la ricerca affannosa di una soluzione credibile  e sostenibile ai sensi della sentenza: recuperare una squadra della seconda divisione (la nostra serie cadetta) per ripetere l’incontro con gli spagnoli, a cui era stata imposta la ripetizione,  in campo neutro per salvaguardare un principio di tutela della squadra ripescata, ritenuta più debole. La Lega Italiana suggerì all’Uefa di partire dalle squadre retrocesse, rispettando l’ordine dell’ultimo campionato, e così fu fatto: ma il primo fax giunto in Sicilia a Catania,  non fu preso sul serio e gli etnei non diedero la risposta nei tempi giusti, perdendo l’opportunità di partecipare ai preliminari.

Il secondo fax era giunto in tarda mattinata a Casteldebole e, solo per una incredibile serie di circostanze avverse, era giunto nelle mani del Direttore Sportivo solamente pochi minuti prima delle venti, con quasi 8 ore di ritardo. In questi casi il massimo organo continentale dava solo 24 ore per la risposta e alla dead line ne mancavano poco più di 16. Bisognava fare in fretta, per non pedere l’occasione della vita.

L’avvocato di Napoli, Direttore Tecnico rossoblù, compose il numero di cellulare del Presidente e si lasciò cadere sulla poltrona in attesa della risposta.

“Pronto?” rispose il massimo dirigente “ Che succede?”

“Presidente si sieda, perché occorre che Lei mi ascolti attentamente e che velocemente si prenda una decisione……”

Tre minuti dopo la telefonata si concluse con l’ordine di richiamare il Mister e la squadra entro le 21 al Centro Tecnico, per informarli della scelta della società.

Il primo a varcare il cancello del Centro fu il tecnico uruguagio insieme al capitano, poi via via tutti i giocatori, compresi i partenti, messi in allerta dalla convocazione inaspettata, e andarono a  riempire la saletta stampa, senza lasciare libero nemmeno un posto a sedere.

Erano  le 20.57 quando il Direttore entrò con il foglio in mano da cui non si era mai separato: guardò negli occhi i giocatori e poi Mister Diego,  senza trovare la frase giusta per iniziare il discorso.  Il silenzio si era fatto lacerante e il caldo opprimente,  i giocatori iniziavano a dare segnali di impazienza, l’ansia era alle stelle per quella improvvisa. Ma le parole che seguirono, lasciarono il segno.

“Preparate le valigie, si vola a Donetsk per incontrare il Bilbao per provare ad andare in Europa. E’ un’occasione che capita una volta nelle vita e Noi proveremo a catturarla”. La saletta fu invasa da urla di gioia  e gli abbracci si sprecarono fra i membri  della squadra.  Gli occhi del Mister e del Direttore si incrociarono in un gesto d’intesa: valeva la pena provare a scrivere un pezzo di storia. Una storia Rossoblù. (continua)

 

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