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Servus, Freunde!
Anche questa settimana la Bundesliga riserva più di una sorpresa. Nell’anticipo di venerdì l’Eintracht Francoforte regola il Bayer Leverkusen con un netto 3-0 con doppietta di Paciéncia e rete di Dost. Sabato, sorride l’Union Berlino, all’inglese sul Friburgo con Bülter e Ingvartsen, ma la diretta concorrente Fortuna Düsseldorf supera di misura il Magonza con Hennings. Pari tra Werder Brema e Hertha Berlino: a Sargent risponde Lukebakio nella seconda frazione. La capolista Gladbach cede a Dortmund per una rete di Reus ma non ne approfitta nessuno perché Lipsia e Wolfsburg si dividono la posta con una rete per parte – Werner per i locali, Weghorst per i Lupi – mentre ad Augusta, nel derby di Baviera, succede di tutto: padroni di casa a segno dopo una manciata di secondi con Richter, Lewandowski al quarto d’ora e Gnabry ad inizio ripresa capovolgono la situazione ma nel recupero Finnbogason trova il gol del pareggio. Potrebbe essere l’occasione d’oro per lo Schalke ma gli Knappen vengono piegati a Sinsheim, negli ultimi venti minuti, dalle marcature di Kramaric e Bebou. In coda, infine, netta affermazione del Colonia sul Paderborn: a segno Terodde, Schaub e Bornauw.
RISULTATI
Eintracht Francoforte-Bayer Leverkusen 3-0
Union Berlino-Friburgo 2-0
Fortuna Düsseldorf-Magonza 1-0
Werder Brema-Hertha Berlino 1-1
RB Lipsia-Wolfsburg 1-1
Augusta-Bayern Monaco 2-2
Hoffenheim-Schalke 04 2-0
Colonia-Paderborn 3-0
CLASSIFICA
Borussia Mönchengladbach e Wolfsburg 16
Bayern Monaco, RB Lipsia e Borussia Dortmund 15
Friburgo Schalke 04, Bayer Leverkusen ed Eintracht Francoforte 14
Hertha Berlino e Hoffenheim 11
Werder Brema 9
Fortuna Düsseldorf, Union Berlino e Colonia 7
Augusta e Magonza 5
Paderborn 1
A causa del secondo conflitto mondiale e della tragedia della Shoah, nella storia del calcio tedesco si incontrano atleti il cui valore sul campo non è messo in discussione ma la cui figura può essere particolarmente controversa. È il caso di Otto Fritz “Tull” Harder. Attaccante, nato a Braunschweig il 25 Novembre 1892, comincia nel 1908 all’Hohenzollern Braunschweig per passare all’Eintracht nel 1911 e divenire un beniamino della tifoseria. Alto 1,90, il soprannome deriva dalla stazza imponente simile a quella di Walter Daniel Tull, difensore del Tottenham e primo colored del calcio professionistico inglese. Venuto a contatto con l’Amburgo nel 1912 pare sul punto di trasferirsi ma i tifosi vogliono impedirgli di prendere il treno: lui ne anticipa le intenzioni e sale alla stazione di Peine. Alla fine giocherà ancora un anno in gialloblu per andare agli anseatici nel 1913. Anche qui diventa un idolo delle folle nonostante un carattere duro, spigoloso e incline al bere, cosa che spesso lo porterà a severe punizioni da parte della dirigenza. La grande guerra interrompe la sua carrierà ma avrà modo di guadagnarsi la Croce Di Ferro sul campo di battaglia. Ripresa l’attività, nel 1923 arriva il primo titolo e con esso anche quello di capocannoniere del girone finale della Verbandsliga. Nuovamente miglior marcatore tre anni dopo, pur uscendo in semifinale, vincerà l’ultimo campionato a 36 anni, laureandosi per la terza volta topscorer. La sua straordinaria vena realizzativa gli vale il soprannome di König der Mittelstürmer (re dei centravanti) e il suo successo è dovuto in buona parte alle giocate del suo compagno di reparto e grande amico, il norvegese Asbjørn Halvorsen. A dispetto di una vita sregolata, fatta di notti passate spesso nei peggiori locali St. Pauli, si accaserà al Viktoria e giocherà fino a 42 anni. Iscrittosi al NSDAP (il Partito Nazista di Hitler) nel 1932, entra a far parte delle SS e diventa direttore del campo di concentramento di Sachsenhausen. In seguito dirigerà anche quelli di Neuengamme e Hannover-Ahlem. Halvorsen, invece, torna in patria nel 1934 e due anni dopo guida la Norvegia al bronzo olimpico a Berlino, eliminando proprio la Germania, in quella che – si dice – sia l’unica partita alla quale abbia assistito Hitler in vita sua. Ma gli orrori della guerra sono dietro l’angolo… I tedeschi invadono la Norvegia ed Asbjørn entra nella resistenza: verrà arrestato e mandato proprio a Neuengamme nel 1942 ma trasferito poche settimane prima dell’arrivo di Harder come direttore. Sarà liberato nel 1945, nel corso dell’operazione detta “degli autobus bianchi”. La disfatta tedesca non risparmia l’ex-idolo dell’Amburgo: il 16 Maggio 1947 viene condannato a 15 anni di reclusione da un tribunale militare britannico per crimini di guerra (dei quali non si dichiarerà mai pentito), ridotti a 10 in appello, ma uscirà già nel 1951. Nel 1953 Germania e Norvegia si affrontano nel corso delle qualificazioni al Mondiale svizzero: Halvorsen è nuovamente alla guida della sua Nazionale e la gara si gioca proprio ad Amburgo. Viene organizzata una cena alla quale paretecipano le squadre ed alcune vecchie glorie ma non è dato sapere se Harder fosse tra i presenti. Asbjørn Halvorsen verrà trovato cadavere due anni dopo, in un albergo di Narvik: le sofferenze della prigionia, probabilmente, avevano avuto la meglio. Tull Harder lo segue l’anno successivo: spira nel corso di un intervento chirurgico il 4 Marzo 1956. In occasione del Campionato del Mondo 1974, il consiglio comunale di Amburgo pubblica un opuscolo in cui Harder, Posipal e Seeler vengono indicati come modelli per i giovani ma a causa del suo passato, un solo giorno prima della distribuzione, la sua pagina verrà rimossa da tutte le 100.000 copie.
Per domande, approfondimenti e curiosità potete venirmi a trovare su FUSSBALL, BITTE! o scrivere a fussballbitte@mail.de
Friedl25
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