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Servus, Freunde!
Bayern Monaco di nuovo in testa dopo la vittoria a Magonza: i Bullen chiudono la pratica dopo poco più di venti minuti con i gol di Lewandowski (150 in 179 gare di Bundesliga con il club bavarese), Thomas Müller e Thiago, St. Juste per i padroni di casa. Succede di tutto a Lipsia: Fohlen in doppio vantaggio con Pléa e Hoffmann, Schick accorcia ad inizio ripresa, poi lo stesso Pléa si fa espellere per proteste ma quando gli ospiti sembrano avercela fatta, allo scadere, arriva il pareggio di Nkunku. Dortmund a valanga sull’Union Berlino: Sancho, Håland, un rigore di Reus, Witsel e ancora Håland firmano la goleada. Leverkusen avanti a Sinsheim con Diaby ma raggiunto e superato da Kramaric e Skov: allo Schalke 04 basta quindi un pareggio a reti bianche sul terreno dell’Hertha Berlino per raggiungere le Aspirine in classifica. A Colonia il Friburgo cede sotto i colpi di Bornauw, Cordoba, Ehizibue e Jakobs mentre il Werder Brema passa ad Augusta grazie ad un autogol di Jedvai ma le reti di Niederlechner e Vargas regalano la vittoria ai Fuggerstädter. Spera il Fortuna Düsseldorf quando trova la porta con Ayhan a pochi minuti dal termine ma l’Eintracht Francoforte, in pieno recupero, riequilibra le sorti del match con Chandler. A Paderborn, Zolinski porta avanti i locali ma il Wolfsburg reagisce con Knocke e una doppietta di Ginczek, Vasiliadis riapre la gara ma il sigillo di Arnold la chiude definitivamente.
RISULTATI
Hertha Berlino-Schalke 04 0-0
Magonza-Bayern Monaco 1-3
Borussia Dortmund-Union Berlino 5-0
Augusta-Werder Brema 2-1
Fortuna Düsseldorf-Eintracht Francoforte 1-1
Hoffenheim-Bayer Leverkusen 2-1
RB Lipsia-Borussia Mönchengladbach 2-2
Colonia-Friburgo 4-0
Paderborn-Wolfsburg 2-4
CLASSIFICA
Bayern Monaco 42
RB Lipsia 41
Borussia Dortmund e Borussia Mönchengladbach 39
Bayer Leverkusen e Schalke 04 34
Hoffenheim 33
Friburgo 29
Wolfsburg 27
Augusta 26
Eintracht Francoforte 25
Union Berlino, Hertha Berlino e Colonia 23
Magonza 18
Werder Brema 17
Fortuna Düsseldorf 16
Paderborn 15
Chiuso col calcio a soli 31 anni, a causa di un infortunio all’anca, Jürgen Sparwaßer si dedica all’insegnamento. Conseguite durante la carriera due lauree, una in ingegneria meccanica e l’altra in educazione fisica, viene nominato assistente all’Università Pedagogica di Magdeburgo. Nel 1986 arrivano due emissari del SED (il Partito Socialista Unificato di Germania), al quale Jürgen è iscritto dal 1973, e gli offrono la panchina vacante della sua ex squadra. Il professore non accetta. È già oberato di lavoro e sta scrivendo una tesi per ottenere un nuovo dottorato. Non sa cosa significa dire “no” al partito: è sempre stato un ragazzo modello, di poche parole e molti fatti, consegnato alla posterità dal gol di Amburgo ed entrato addirittura nel quotidiano dei tedeschi d’oriente (quando si incontravano due persone che non si vedevano da molto tempo, era d’uso si chiedessero “tu dov’eri quando segnò Sparwaßer?” – n.d.r.). Il SED prende molto male quel rifiuto: inizia a fare pressioni sul soggetto, gli rende la vita impossibile affidandogli ogni tipo di compito nell’ateneo, costringendolo ad abbandonare la sua tesi per mancanza di tempo. Anche la figlia 19enne ne subisce le conseguenze e per Jürgen è troppo. La mattina del 10 Gennaio 1988 deve andare a Saarbrücken per una partita di vecchie glorie del Magdeburg. Anche la moglie Christa chiede un permesso per visitare dei parenti all’occidente. Il suo compagno di stanza assegnato, Paule Seguin, è stato avvisato di fare attenzione perché c’è timore che Jürgen e consorte vogliano “passare dall’altra parte”.
Seguin tuttavia non avrà modo di attenersi a quelle istruzioni, perché il suo vecchio amico non giungerà mai in albergo.
La DDR cerca di non far trapelare la notizia: le conseguenze della defezione di un tale simbolo sarebbero impensabili ma la cosa viene fuori comunque. Ancora oggi nell’uso popolare si dice che fu Jürgen a far crollare il primo mattone del muro.
Si accasa all’Eintracht Francoforte, dove fa il vice a Feldkamp ma quando gli viene offerta la sua prima panchina vera combina un mezzo disastro e porta il Darmstadt sull’orlo della retrocessione: giunti diciassettesimi, i Lilien si salveranno solo a causa dell’inadempienza finanziaria dei Rot-Weiß Essen, ai quali viene negata la licenza. Ci riprova tre anni dopo con i Rot-Weiß Walldorf, in Oberliga Assia, ed è di nuovo retrocessione. Decide che è il caso di dedicarsi alle assicurazioni poi nel 1997 viene eletto presidente dell’associazione calciatori, carica che ricopre fino al 1999 quando si dedica all’attività di procuratore.
Quel 22 Giugno del 1974, al termine della gara, scambia la sua maglia con Paule Breitner (uno a cui il senso delgi affari non manca ma con un cuore d’oro) che nel 2003 decide di metterla all’asta per raccogliere fondi a favore degli alluvionati di Bonn. Il nipote di Jürgen viene a saperlo e convince lo zio a fare lo stesso: le due casacche, vendute insieme, verranno acquistate per 35.000 € e donate al museo della Storia di Bonn.
Per domande, approfondimenti e curiosità potete venirmi a trovare su FUSSBALL, BITTE!
Friedl25
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