Calcio
BUNDESLIGA vs. BOLOGNA
Continuiamo a conoscere le avversarie tedesche dei Rossoblu per le amichevoli di quest’estate. Parleremo oggi dello Schalke 04. Il sodalizio nasce il 4 Maggio 1904 con il nome di Westfalia Schalke, fondato un gruppo di studenti della città di Gelsenkirchen: Willy Gies, John Kessel, Viktor Kroguhl, Heinrich Kullmann, Adolf Oetzelmann, Josef Seimetze Willy van den Berg, riunitisi – dice la leggenda – in un cortile vicino alla Gewerkenstraße, nel quartiere industriale di Schalke. Dopo varie fusioni con una società locale di ginnastica, il club prende l’attuale denominazione nel 1924 ed è proprio in questo perio che alla squadra viene dato il soprannome di Knappen, ossia Minatori, a motivo del gran numero di giocatori e tifosi che lavoravano nelle locali miniere di carbone, diventate la principale fonte di sostentamento della città a partire dalla metà del secolo XIX. Adottate le maglie blu bordate di bianco – le prime erano giallorosse – ecco arrivare il secondo soprannome: Königsblauen (Blu Reali), dal colore – appunto – delle nuove casacche. Nel 1930 al club viene imposto un anno e mezzo di stop per avere superato il tetto massimo dei rimborsi (il professionismo con ingaggi liberi, in Germania, verrà regolamentato solo all’inizio degli anni ’80, n.d.r.) ma la vera svolta arriva nel 1933 con la riorganizzazione del calcio voluta dal regime e la creazione della Gauliga. Lo Schalke inizia il suo periodo d’oro, conquistando – da quel momento fino alla sospensione per le attività belliche – 9 finali di campionato, di cui sei vinte, e cinque di Tschammerpokal (l’attuale Coppa di Germania), di cui una vinta. Il metodo di gioco? Basato su passaggi rapidi e corti (un “tiki-taka” ante-litteram), è importato di due fratelli, Hans eFriedrich Ballmann, che trasferitisi in Scozia da bambini lo avevano imparato dalle compagini locali e che verrà ribattezzato “Schalke Kreisel” (Trottola Schalke); il talento? Quello di due cognati, Ernest Kuzorrae Fritz Szepan, rispettivamente un attaccante ed una mezzapunta dai numeri impressionanti, capaci di andare a segno 499 volte in circa 20 anni con la maglia degli Knappen. Ancora oggi si trova scritto che quelle vittorie fossero frutto di presunte simpatie da parte del regime, in particolare di Hitler stesso, ma in realtà al feroce dittatore nulla importava del calcio e furono i suoi collaboratori ad impossessarsi dell’immagine vincente dello Schalke per sfruttarla a scopo di propaganda: i successi arrivarono grazie ad una casuale generazione di talenti, come sarebbe potuto accadere a qualsiasi altra compagine. Ad ogni modo nel dopoguerra le cose cambiano e per rivedere un titolo tedesco bisogna aspettare il 1958, quando l’Amburgo viene superato in finale con un secco 3-0: a Gelsenkirchen non lo sanno ancora ma sarà l’ultimo. Nel 1972 arriva la seconda Coppa Nazionale, vinta in finale con un 5-0 sul Kaiserslautern, e per tutto il decennio il club mantiene un buon profilo ma negli anni ’80 arrivano ben tre retrocessioni cui seguono altrettante risalite e dalla stagione 1991-92 lo Schalke è stabilmente in Bundesliga. In Europa l’esordio avviene nel 1958-59, in Coppa dei Campioni: dopo aver eliminato il Copenaghen e l’allora temuto Wolverhampton, i Minatori si arrendono all’Atletico Madrid ai quarti di finale. È semifinale di Coppa Coppe nel 1970, eliminato dai futuri campioni del Manchester City poi nessuna prestazione di rilievo in ambito continentale fino alla Coppa UEFA 1996-97, conquistata ai danni dell’Inter di Roy Hodgsonai rigori, dopo aver eliminato Roda Kerkrade, Trabzonspor, Bruges, Valencia e Tenerife: rimane, finora, l’unico trofeo europeo dello Schale 04. La società è oggi una polisportiva che comprende anche sezioni maschili e femminili di pallacanestro, pallamano, atletica leggera, tennistavolo, sport invernali ed eSport e con 155.000 soci è il secondo club tedesco per numero di affiliati. La tifoseria ha una forte rivalità con quella del Borussia Dortmund con il quale disputa il sentitissimo Revierderbymentre è in ottimi rapporti con quella del Norimberga. Molti campioni hanno indossato la casacca dei Königsblauen, tra loro troviamo i già citati Szepan e Kuzorra oltre a Bernhard Klodt, Stan Libuda, Norbert Nigbur, Rolf Rüssmann, Klaus Fischer, Klaus Fichtel, i gemelli Erwined Helmut Kremers, Rüdiger Abramczik, Olaf Thon, Ingo Anderbrügge, Manuel Neuer, Benedikt Höwedes, Julian Draxlere la leggenda del calcio spagnolo Raùl.
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