Calcio
CALCIAMONDO – Esclusiva 1000Cuori – Intervista a Geovani – 29 Giugno
Con questa prima intervista, inizia la collaborazione fra 1000Cuorirossoblù e Emanuele Giulianelli. La rubrica CalciaMondo sarà una vetrina sul calcio internazionale, quello conosciuto e quello meno, scritta con la verve di un giornalista che nasce con la passione assoluta per il gioco del calcio. A Emanuele tutta la Redazione augura “Benvenuto a bordo e Buon lavoro”.
Geovani:”Vorrei lavorare per il Bologna”
Intervista esclusiva all’ex calciatore rossoblù che dichiara: “Perché ho deluso? Colpa di Maifredi”
Non so se i più giovani se lo ricordano: quelli della mia età sicuramente sì, perché il nome di Geovani Silva, più comunemente conosciuto come Geovani, è di quelli che, nel bene o nel male, rimangono nella storia del calcio italiano e di quello del Bologna in particolare.
Arriva in Italia nell’estate del 1989, dopo aver vinto la Coppa America con il suo Brasile e dopo anni di trionfi con il Vasco da Gama a fianco di un certo Romario. Il Bologna di Maifredi punta a fare un campionato di livello, dopo la salvezza ottenuta nella stagione precedente per due punti.
E Geovani, per due volte consecutive miglior giocatore del Brasile, è il fiore all’occhiello della campagna acquisti felsinea: Corioni per aggiudicarselo stacca un assegno da 10 miliardi di lire. Ma deluderà.
Gli almanacchi parlano di 27 presenze nelle sua unica stagione in Serie A condite da due reti. Ci si aspettava il grande giocatore che aveva incantato il Brasile con le sue magie, con la sua fantasia e con i suoi famosi tiri dal calcio d’angolo: in Italia, invece, si è visto un calciatore spaesato che solo a tratti ha avuto occasione di mostrare le sue qualità.
Perché un giocatore di grande talento come lui, un acquisto importante, ha così deluso al Bologna?
Ho avuto occasione di parlare con Geovani, che, comunque, la sua partita più bella l’ha appena vinta, guarendo da una grave malattia neurologica, la polineuropatia.
Dalla nostra piacevole chiacchierata è nata un’intervista. Ve la propongo.
Ti ricordi il tuo arrivo a Bologna?
“Lo ricordo benissimo e con piacere: è stata una grande gioia per me giocare con il Bologna e partecipare al campionato che ha visto come protagonisti i migliori giocatori del mondo”.
Che impressione hai avuto della città? Che effetto ha fatto a un giovane brasiliano come te?
“Una città meravigliosa e molto ospitale, come straniero sono stato accolto davvero bene. Bologna è una città davvero piacevole”.
Dei compagni di squadra, invece, chi ricordi?
“Bonini, Bonetti, Cabrini, Stringara, De Marchi, Cusin, Giordano e Villa: giocatori che hanno fatto la storia del Bologna con i quali abbiamo raggiunto la qualificazione in Coppa Uefa”.
Qual è stata la tua miglior partita in rossoblù?
“La vittoria contro la Fiorentina per 1-0, il mio primo gol con il Bologna: fu sensazionale, anche perché con i viola giocavano campioni come Dunga e Baggio”.
Il più bel ricordo?
“Un’esperienza breve, che però mi ha segnato. La più grande gioia fu ottenere la qualificazione in Coppa Uefa”.
Al Vasco eri un idolo, ma in Italia non hai lasciato il segno. Perché? Come te lo spieghi?
“Perché l’allenatore amava cambiare sempre, non poteva esserci un ruolo con un allenatore che cambiava costantemente la formazione. Maifredi pensava di saperne di più (più di quanto dovesse): in Brasile giocavo sempre, tanto nel Vasco quanto in Nazionale, e gli stessi giocatori brasiliani non capivano e mi chiedevano perché non avessi un ruolo nel Bologna. Io rispondevo loro che era colpa dell’allenatore che inventava la formazione per tutto il tempo. Per segnare tanti gol, quindi, bisogna avere una buona serie continua di partite giocate, cosa che non era possibile a causa dell’allenatore”.
Come va la salute? I tifosi del Bologna si sono preoccupati quando hanno saputo dei tuoi problemi.
“Va molto bene, il mio stato di salute è eccellente: ho recuperato e sono pronto a tornare a Bologna per visitarla, o magari a essere invitato a lavorare come scopritore di talenti per il Bologna. Sarebbe una cosa davvero speciale per me per aiutare il club (come il mio ex compagno Leonardo al PSG in Francia), potrei farlo anche dal Brasile per il Bologna. Io sono disponibile”.
Di cosa ti occupi adesso?
“Sono in politica nel mio Stato. Ma il mio sogno è quello di lavorare nel mondo del calcio, di scoprire talenti dal Brasile e da tutto il mondo. Spero, un giorno, di poterlo realizzare”.
Torni spesso in Italia?
“No, ma mi piacerebbe trovare un accordo con la dirigenza del Bologna: vorrei portare giovani talenti per un periodo di adattamento e prova con la squadra, al fine di aiutare il club nella scoperta e nella valorizzazione di grandi calciatori. Questo potrebbe portare anche grandi vantaggi economici, visto che allevare giocatori in casa costa molto meno che acquistarne già affermati”.
Sarebbe bello che il presidente del Bologna leggesse questa intervista e invitasse Geovani a Bologna. Per fare due chiacchiere. Chissà che non possa nascere, davvero, una bella collaborazione: sarebbe la rivincita per un calciatore che non ha avuto modo di mettere in mostra le sue qualità. Notevoli.
Emanuele Giulianelli
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