Calcio
Christian Karembeu, l’uomo medio al momento giusto – 07 Apr
Anche se ad inizio carriera prometteva di essere un potenziale campione, con il proseguo della carriera Christian Karembeu si rivelò essere un giocatore poco più che discreto: il calcio è pieno di queste storie, dove il potenziale fenomeno si rivela giocatore normale e finisce per vivacchiare nelle retrovie del grande circo del pallone, portando avanti la sua onesta carriera ma senza la speranza di alzare quei trofei che tutti sognano da bambino.
La storia di questo poderoso centrocampista nato in Nuova Caledonia ma cresciuto calcisticamente in Francia, però, è andata in maniera leggermente diversa: Karembeu infatti non è diventato un campione di tecnica ne è stato il perno di una qualche squadra o il pallino di un allenatore, eppure è riuscito a vincere tantissimi trofei tra i più importanti al mondo diventando a modo suo un icona contemporanea.
Vediamo quindi la storia di Christian Karembeu, l’uomo giusto medio al momento giusto.
Cresciuto calcisticamente nel florido vivaio del Nantes – che ha lanciato tra l’altro gente come Desailly e Deschamps – Karembeu esordisce appena ventenne in Ligue 2. La prima stagione gioca ovviamente poco, mentre nella seconda è stabilmente tra i titolari, imponendosi all’attenzione del pubblico francese: in un centrocampo colmo di piedi fini (tra cui l’elegantissimo regista Pedros, anch’egli promettente ma che si brucerà brutalizzato da una tremenda stagione in Italia con le maglie di Parma e Napoli) lo si può notare non soltanto per le pittoresche treccine ma anche per la grande furia agonistica e per l’inesauribile fiato, che ne fa un elemento prezioso del Nantes che raggiunge la promozione in massima serie e poi nel giro di quattro stagioni vince una Coppa di Francia, un Campionato ed arriva alle semifinali di Champions League.
Karembeu gioca bene anche nella seconda stagione in blucerchiato, e alla fine di questa passa al club più titolato del Mondo: il Real Madrid, che lo acquista a suon di miliardi.
Siamo nel 1997, ed è qui che la carriera di questo calciatore compie un involuzione-evoluzione incredibile.
Nell’estate del 1998 si giocano i Mondiali in Francia, ed il CT Jacquét quando stila la lista dei suoi 23 uomini inserisce tra questi anche il centrocampista del Real, anche se appunto non è stato poi così incisivo con il club. Poco male, sarà merito di Jacquét o l’entusiasmo di giocare un Mondiale in casa – anche se molti diranno che “sarà merito dei compagni di squadra” – fatto sta che Karembeu è un punto quasi fermo della Nazionale che vince i Mondiali, i primi della sua storia, giocando pure la Finale contro il Brasile da titolare.
E’ un canaco ritrovato e motivato quello che si prepara quindi ad affrontare la seconda stagione con i “Galacticos”: stavolta l’allenatore è Guus Hiddink, un altro santone delle panchine, che crede in Karembeu. Peccato che la dirigenza creda poco in Hiddink, e così arriva il licenziamento del tecnico olandese, che viene sostituito dal gallese Toshack: e sarà un caso, ma nella stagione in cui Karembeu gioca di più (20 gare) il Real non vince niente.
L’ultima stagione in Spagna è ormai in “stile-Karembeu”: il centrocampista gioca poco e male, la squadra senza lui tra i piedi però vola. Arriva un altra Champions League, insperata dopo una partenza mediocre che costa il posto a Toshack, sostituito da Del Bosque, uno che lì inizia a farsi un nome nel calcio che conta.
Non si sa bene se sia Karembeu a ritenere la squadra non alla sua altezza o il contrario, fatto sta che il francese (che nel frattempo ha perso sprint e ormai è tornato a giocare nel mezzo del campo) viene sbolognato senza troppi patemi ai greci dell’Olympiacos.
Non prima però di prendere parte alla spedizione con la Nazionale Francese agli Europei del 2000 che si svolgono in Belgio e Olanda: a differenza che nell’esperienza Mondiale, qui Karembeu gioca solo una gara (peraltro l’unica persa dai suoi, quando si dice il caso) ma i transalpini vincono anche questo trofeo ed il buon Christian è comunque campione.
Ecco quindi le ultime tristi esperienze, Servette in Svizzera e Bastia in Francia, prima di appendere le scarpette al chiodo. L’ultima partita è un incontro tra una selezione delle isole oceaniche e la Francia Campione del Mondo del 1998, dove il canaco (che orgoglioso gioca con gli isolani) segna anche un gol su rigore. Diventa prima scout per il Portsmouth e poi per l’Arsenal, incarico prestigioso che però lascia nel giugno di quest’anno per diventare Direttore Sportivo dell’Olympiacos, dove evidentemente ha lasciato un buon ricordo.
Certo si potrebbe dire che a così alti livelli calcistici non si arriva per caso o senza mezzi, ma per tutti Christian Karembeu sarà sempre un calciatore mediocre che si è ritrovato nel mezzo del successo e ne ha attinto senza merito. Del resto come chiamereste voi chi ha vinto 3 Scudetti, 2 Champions League, un Europeo ed un Mondiale di calcio senza essere mai stato protagonista?
L’uomo medio al momento giusto?
Appunto.
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