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Calcio

Copa America 2016: Il Cile trionfa ai rigori, la maledizione argentina continua – 27 giu

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Tre finali consecutive, tre sconfitte. L’Argentina sembra davvero vivere una maledizione inspiegabile, dato che anche in questo 2016 arriva in finale, stavolta nella Copa America Centenario 2016, e perde, ancora contro il Cile, ancora una volta ai calci di rigore, esattamente come un anno fa a Santiago. “Se questa volta non vincono è meglio che i ragazzi non tornino a casa” aveva sentenziato duramente Diego Armando Maradona pochi giorni fa, ribadendo la superiorità degli argentini rispetto agli avversari, ma neanche questa volta i ragazzi di Martino sono riusciti a portare a casa un trofeo che a Buenos Aires aspettano da 23 lunghi anni. La fotografia di questa situazione è sicuramente Lionel Messi. La pulce ha fallito di nuovo, brillando poco nell’arco della partita e addirittura sbagliando uno dei calci di rigore, condannando la sua nazionale alla terza sconfitta in finale in tre anni e annunciando, a fine partita, che la sua avventura con la nazionale argentina, dopo questa sconfitta, è arrivata al capolinea. Dall’altra parte abbiamo invece il Cile, cinico come non mai, che sopperisce alla differenza di qualità con una prova di grinta e cuore, portando a casa il trofeo per la seconda volta consecutiva. E soprattutto, in casa Bologna, abbiamo un vincitore della Copa America, Erick Pulgar, che dopo la bellissima prestazione in semifinale non è però sceso in campo questa notte.

La partita inizia alle 2:00, orario italiano, e l’Argentina sembra davvero determinata, e soprattutto appare decisamente superiore tecnicamente agli avversari, rendendosi pericolosa con un tiro di Banega di poco a lato poco dopo l’inizio. Qualche minuto più tardi però arriva un preoccupante dejavù per i tifosi argentini: Medel sbaglia tutto come ultimo uomo e la palla finisce sui piedi di Higuain, che si trova a tu per tu con Claudio Bravo. Il Pipita prova il tocco sotto a scavalcare il portiere, ma la sua conclusione è a lato di poco, esattamente come due anni fa, nella finale del mondiale, quando il bomber del Napoli sbagliò una clamorosa palla gol da solo contro Neuer. La partita inizia però ad innervosirsi, e l’arbitro di certo non aiuta a calmare le acque.  Al 29’ il Cile rimane in dieci per doppia ammonizione, abbastanza severa, ai danni di Marcelo Diaz. Da quel momento in poi il direttore di gara va completamente in confusione e non riesce a clamare la partita, anzi, la rende ancora più nervosa quando al 43’ espelle Rojo. Una decisione decisamente fiscale e probabilmente figlia dell’espulsione sbagliata prima ai danni dei cileni. Inizia così il secondo tempo, con le due squadre sicuramente più tranquille rispetto ai primi 45 minuti, ma la partita resta abbastanza bloccata, con Messi che prova a creare qualcosa ma l’imprecisione e la buona organizzazione della Roja gli impediscono di incidere sulla partita. Al 90’ arriva la grande occasione per il Cile, sui piedi di Alexis Sanchez, ma Romero si supera e garantisce alla sua squadra i tempi supplementari. Nella prima parte dei 30 minuti aggiuntivi succede poco o nulla, ma al 1110’ minuto arriva un’altra occasione d’oro per Messi e compagni. Aguero salta indisturbato al centro dell’area e colpisce benissimo di testa, ma Claudio Bravo si supera compiendo un vero miracolo, si va ai calci di rigore.

Probabilmente dopo la parata di Bravo su Aguero qualche fantasma nella mente degli argentini ha iniziato a palesarsi, ma l’inizio dei calci di rigore sembrerebbe invece pendere dalla parte degli uomini di Martino. Vidal si presenta sul dischetto ma viene ipnotizzato da Romero che para il rigore. L’Argentina ha così già un grande vantaggio, considerando che sul dischetto si appresta a calciare Leo Messi. Ecco però che le speranze crollano incredibilmente, perché il capitano dell’albiceleste spedisce alle stelle il rigore, e si rimane così sullo 0-0. Dopo i primi due errori segnano per il Cile Castillo, Aranguiz e Bausejur, mentre per l’Argentina Mascherano ed Aguero, ma il quarto rigorista, Lucas Biglia, sbaglia, regalando così a Francisco Silva la possibilità di chiudere la finale. Rigore preciso del cileno, nulla da fare per Romero: la Roja vince la Copa America.

E’ stata un’edizione bellissima del torneo, che ha confermato la solidità della nazionale cilena, che nonostante il cambio d’allenatore si conferma campione per l seconda volta consecutiva, grazie ad una squadra che si conosce alla perfezione e ad una voglia di lottare su ogni pallone davvero commovente. E poi ci sono gli argentini, a mio parere, per qualità, la miglior nazionale al mondo, che però non riesce a scrollarsi di dosso la pressione dall’esterno, e così Higuain sbaglia occasioni che con la maglia del Napoli convertirebbe ad occhi chiusi, Di Maria diventa improvvisamente lento e disordinato e Aguero si vede negare un gol da un miracolo del portiere. E poi, infine, si arriva a lui, al numero 10: a quel Leo Messi che non riesce a regalare una gioia alla sua nazione in nessun modo, forse troppo schiacciato dal paragone con Maradona, diventa da fenomeno imprendibile al Barcellona, un giocatore spaesato, con poca fiducia e inconcludente. Per capire quello che ha provato e sta provando in questi momenti basta aspettarlo dopo la partita, in sala stampa, quando annuncia, a tutto il mondo, che questo non fa per lui, che se non può e non riesce a regalare una gioia alla sua nazione forse è meglio prendere la sua camiseta albiceleste col numero dieci ed appenderla al chiodo, aspettando che qualcun altro riesca dove lui ha fallito: “Mi sento tristissimo. È difficile dirlo, ma con la Selecciòn è finita. Ho fatto quattro finali e non sono bastate per diventare campione. Era la cosa che desideravo di più, ma non ci sono riuscito, quindi penso che non faccia per me

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