Calcio
Corriere Bologna – Vulpis:” 4 miliardi di debiti rischiano di affondare il pianeta calcio”
Un’interessante articolo, uno spaccato realistico del mondo del calcio è apparso oggi sul Corriere della Sera, dove l’esperto di economia applicata alla sport, Marcel Vulpis, ha rilasciato sullo stato dell’arte della salute finanziaria del mondo pedatorio.
Vulpis parte da un’analisi fatta dalla Società Deloitte dove si valutano le perdite se il campionato riniziasse, seppure con ritardo, o non riniziasse affatto: dai 200 milioni fino alla mostruosa cifra di 720 milioni, perdite che porterebbero sicuramente al collasso alcune società della massima serie italiana. Vulpis afferma che oggi è il momento di riflettere sul modello organizzativo societario della Serie A: le società del nostro massimo campionato, praticamente tutte, afferma sempre Vulpis, sono fondate sul debito, pensando che solo nel 2018 la produzione esprimeva un valore di 3,5 miliardi di euro, mentre c’erano 4,2 miliardi di esposizioni verso il sistema (per lo più banche e fornitori). Insomma i Presidenti della Serie A, tutti anche se in maniera differente gli uni dagli altri, devono ripensare al modello di business, dal taglio degli stipendi, alla riduzione dei costi generali, perché le entrate non garantiscono più il bilancio di pareggio, erodendo, anno dopo anno, l’equilibrio finanziario che si fa sempre più fragile.
Il rischio, conclude Vulpis, è che alla fine di questo periodo di emergenza il pianeta Calcio non sarà valutato come necessità primaria, in un momento di fortissima instabilità economica “preferendo il cittadino consumatore gestire la propria liquidità per una spesa quotidiana per alimentari e elementi di prima necessità, piuttosto che spendere i soldi in pay tv che garantirebbero la visione delle partite, in quanto per lungo periodo le stesse saranno a porte chiuse“. Questo provocherebbe un calo delle entrate per le società derivanti dai diritti Tv che penalizzeranno oltremodo la vita finanziaria delle stesse, toccando anche il calcio mercato e proseguendo su tutte le attività collaterali che ineriscono al mondo del calcio. Qui, forse, si ritornerà al concetto di proprietari “mecenati”, quelli che esistevano nel mondo del calcio di 30/40 anni fa, che investivano risorse proprie per la passione che avevano per questo sport e per la loro squadra.
Ma in epoca odierna, quante figure di questo calibro e passione, esistono oggi nel nostro massimo campionato?
(fonte Matteo Fontana)
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