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Cose dell’altro…Calcio di Mattia Grandi

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Il mondo del calcio è pieno di aneddoti relativi alla fortuna. Celebre, in ambito bolognese, il cappotto tanto caro a Renzo Ulivieri, timoniere rossoblu di una strepitosa cavalcata dall’inferno della serie C al paradiso della qualificazione Uefa negli anni novanta. In ambito internazionale spiccano, per esempio, le manie abitudinarie di John Terry: posto a sedere fisso sul pullman nel viaggio dal centro tecnico al campo ed ascolto ossessivo dello stesso cd. Look metodico per Jermain Defoe che si rade a zero i capelli prima di ogni partita per esorcizzare gli infortuni patiti con la folta chioma. Nel 1996 a Manchester la maglia grigia con i bordini rossi dei Red Devils durò due partite e un tempo. Le sconfitte con Aston Villa e Tottenham ed i primi quarantacinque minuti contro il Southampton (passivo di tre reti a zero) suggerirono a Sir Alex Ferguson l’immediato cambio di divisa in proiezione della seconda frazione di gioco. Pazzesco! In Italia i presidenti superstiziosi per antonomasia sono il napoletano Aurelio De Laurentiis ed il cagliaritano Massimo Cellino. Polemica ad hoc pre stagionale per il noto produttore cinematografico che alimenta i toni pirotecnici della presentazione dei calendari di serie A in Lega cavalcando l’effetto benevolo della primordiale protesta inscenata al debutto presidenziale partenopeo nella massima serie. Il numero uno del Cagliari, invece, commissiona la rimozione dall’impianto dell’Is Arenas del posto numero 17 della Tribuna Centrale sostituendolo con il numero 16bis. Nel 1992 l’Ac Savoia, squadra di Torre Annunziata, traslocò dallo stadio Alfredo Giraud dopo 16 pareggi casalinghi e nessuna affermazione nei ventitre incontri interni disputati. Particolarmente scaramantico il tecnico dell’Inter Walter Mazzarri che entra per ultimo sul terreno di gioco al fine di evitare il saluto pre partita all’allenatore avversario. Come dimenticare il compianto presidente del Pisa Romeo Anconetani ed il rito dello spargere il sale prima delle sfide all’Arena Garibaldi. I ventisei chili utilizzati in occasione di alcuni match salvezza dei toscani restano ancora oggi una delle pagine più folcloristiche dell’italico pallone. Da Tardelli e le immagini sacre nei parastinchi a Mandorlini con il piumino d’oca estivo passando attraverso l’acqua Santa di Trapattoni. Tu chiamale, se vuoi, antisfighe.

Mattia Grandi   

 

 

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