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Calcio

Cose dell’altro…Calcio di Mattia Grandi

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Dopo la pittoresca storia del buon Mika Aaltonen andiamo a caccia di altre meteore precipitate sul pianeta rossoblu nella storia recente. Oggi è la volta del francese Christophe Sanchez, sfortunata comparsata di gazzoniana memoria. Cresciuto nelle giovanili del Montpellier esordisce in prima squadra nel 1993. Cinque anni più tardi, nel 1998, la chiamata del Bologna che lo acquista per una cifra attorno ai 2 miliardi delle vecchie lire. Caratteristiche fisiche ed atletiche di tutto rispetto, una sorta di “torre” offensiva forte di testa. La sfortuna si accanisce immediatamente su Sanchez che nella prima amichevole estiva, durante il precampionato, rimedia la rottura del legamento crociato del ginocchio. Oltre 4 mesi di stop forzato ed una stagione praticamente compromessa sul nascere. Il suo ritorno in campo avviene nel mese di febbraio contro il Piacenza al quale seguiranno altre fugaci apparizioni, a marzo contro la Fiorentina e a maggio contro l’Inter. L’annata agonistica finisce, il bilancio del francese è deficitario ma inevitabilmente condizionato dal brutto infortunio. La dirigenza emiliana auspica il totale recupero del giocatore e libera Andersson che si accasa alla Lazio. In campo a settembre contro Parma, Reggina e Milan, zero goal. ll mercato riparatore di novembre sancisce il divorzio consensuale tra le parti con Sanchez che torna in Francia, al Bordeaux, per oltre 3 miliardi di lire. Un buon miliardo netto incamerato dalle finanze bolognesi in una operazione sorprendente per il reale valore, mai espresso, della punta transalpina. Nella Ligue 1 gioca con continuità, le reti però arrivano con il contagocce. Nell’estate del 2002 Sanchez è svincolato e torna, a sorpresa, in Italia. Il Venezia in Serie B ne rileva il cartellino al minimo sindacale. Un’altra delusione: 9 partite giocate, zero goal e tanta panchina nella cadetteria italiana. Comeback immediato oltralpe accettando l’offerta del modestissimo Séte, Serie C, dove chiude la carriera ad appena 32 anni.

Queste le dichiarazioni di Christophe Sanchez il giorno della presentazione alla stampa emiliana in quel di Casteldebole: “Ho un buon colpo di testa, gioco come Andersson, mi ispiro a Roby Baggio e Batistuta, assomiglio a Cantona. State tranquilli però, non ho l’abitudine di prendere a pugni i tifosi come il mio connazionale”. Simpatico e modesto, il resto è buio pesto.

Mattia Grandi

 

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