Calcio
Europei 2020: Una storia lunga 60 (+1) anni
Il 10 luglio 1960, al Parco dei Principi di Parigi, l’Unione Sovietica battè la Jugoslavia per 2-1, laureandosi vincitrice della prima competizione europea della storia del calcio. A decidere la partita un gol del russo, attaccante dello SKA di Rostov: un colpo di testa micidiale per insaccare il pallone alle spalle di Vidinic, portiere jugoslavo.
Tuttavia quell’Europeo fu diverso da quello cui assisteremo quest’estate: sia nel contenuto (il pallone era di cuoio duro, tra i pali sovietici si stagliava un certo Lev Yashin, unico portiere ad aver mai vinto un pallone d’oro), sia nella forma. Infatti le nazionali che presero parte a quel torneo furono solamente quattro, e no, l’Italia non c’era. In questo torneo invece le casacche saranno 20, mai così tante nella competizione calcistica europea per eccellenza. La scelta di un torneo itinerante era invece stata presa il 6 dicembre 2012: per celebrare il 60esimo anniversario della competizione Platini & co. avevano optato per qualcosa di diverso, come un vero e proprio sessantesimo compleanno: per non dare l’idea di star diventando sempre più vecchi è necessario aggiungere alla festa un che di insolito e sofisticato. E così basta col solito unico paese designato per ospitare una manifestazione di tal calibro, esentandosi così dalle fatidiche qualificazioni.
Ma aspettate un attimo, gli Europei con più di una sede ospitante erano già stati provati nel 2008 e nel 2012, ma una rivoluzione copernicana (o platiniana, che dir si voglia) di tale portata non si era mai vista prima, soprattutto dal punto di vista numerico delle sedi ospitanti. Infatti le città scelte sono addirittura 12: Roma, Londra, Baku, S.Pietroburgo, Parigi, Budapest, Glasgow, Monaco, Bucarest, Bilbao, Amsterdam e Dublino. Esclusi a sorpresa l’Heysel di Bruxelles e il Millenium Stadium di Cardiff (entrambi tristemente famosi ai tifosi juventini, il primo più dell’altro). Gli stadi belgi e gallesi non avevano assicurato l’Uefa di poter ultimare i lavori di restauro in tempo. Gara inaugurale all’Olimpico di Roma, finale davanti ai 90000 di Wembley a Londra, 5 volte più numerosi dei tifosi accorsi per la finale di 12 lustri fa, ma che avranno come compito quello di festeggiare una data importante alla fine dell’evento europeo più importante di sempre.
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