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Every Sunday Morning – Ogni Domenica Mattina -25 Ago-

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Al di la dei soldi, fattore importante al giorno d’oggi forse più che in ogni altra epoca, non possiamo però dimenticare quanto sia importante ed innata in ognuno di noi la voglia di migliorarsi, imparare cose nuove ed ottenere gratificazioni e risultati importanti. Questo va tenuto conto quando un giocatore forte, magari giovane, lascia un club “minore” per andare in una grande.

Pronto o meno che sia ed aumento d’ingaggio a parte, è indubbio che la possibilità di migliorarsi giocando al fianco di grandi campioni e poter puntare a vincere qualcosa, siano uno stimolo importante quanto quello economico.

Pensando a questo mi è venuto in mente una cosa avvenuta tanti anni fa, che apparentemente non tocca l’ambito calcistico, ma che invece è un parallelo che credo sia molto calzante.

Una volta uscito dal biennio alle scuole superiori e scelto l’indirizzo dei successivi tre anni, venni inserito in una delle due classi che si dividevano gli alunni che avevano fatto tale scelta. Non ci misi molto a capire che era successa una cosa che al momento reputai strana; iniziando a leggere i nomi dei miei compagni e dei componenti dell’altra classe, mi resi conto che fatte un paio di eccezioni, gli studenti con una media voto più alta erano finiti nella stessa classe e viceversa, quelli con un po’ più di problemi nell’altra.

Sul momento mi sembrò strano e mi diede anche un po’ fastidio, perché se nella classe precedente ero tra quelli con la media voto medio/alta, essendo finito con quelli più bravi di me, precipitavo nella “parte destra” della classifica della media voto.

La realtà è che però la scelta fatta dai professori era ragionata e sensata.

La classe “migliore” fece si che anche quelli come me che erano a metà strada, riuscirono ad imparare cose che altrimenti non avrebbero imparato, livellando la maggioranza verso l’alto, senza rinunciare a nessuna parte del programma visto che tutti tenevano un certo passo. D’altra parte, la classe poteva andare “più piano”, non facendo perdere il passo a nessuno e penalizzando il minor numero di studenti (sia trai  bravi che tra i meno bravi). Anche i voti, potevano essere più ragionati: avendo una classe abbastanza omogenea, non si venivano ad avere blocchi di gravi insufficienze e blocchi di eccellenza, ma solo alcuni picchi (per altro inevitabili); si evitava quindi anche una contrapposizione interna tra gli alunni tra chi si sentiva “più bravo” e chi “meno bravo”.

Tutto questo va tenuto in conto anche nel calcio, nonostante le relative differenze.

Un fenomeno può sempre giocare da fenomeno, anche in squadre scadenti, ma un onesto giocatore, può essere forte se inserito in una squadra in cui possa migliorare, o essere scarso se inserito in una squadra che non riesce a farlo lavorare al massimo del suo potenziale. Pensate a Gattuso: all’inizio della carriera era tecnicamente molto meno bravo rispetto a quando smise di giocare, questo perchè al Milan potè sempre allenarsi anche con giocatori tecnicamente a lui superiori, migliorando le proprie capacità.

Ecco perchè è più che lecito che un giocatore privilegi una grande ad una squadra di minor importanza e capacità tecnica.

Ognuno tende a migliorare sè stesso, ed avendo la possibilità di farlo, migliora anche il gruppo.

Per fare una squadra che voglia sopravvivere in Serie A, servono un paio di giocatori davvero forti, inseriti in una squadra adatta alla categoria, al cui interno ci possono anche stare giocatori di categoria inferiore, che però possano migliorare con l’aiuto dei compagni. E’ ragionevole pensare che, da una squadra del genere, ogni anno escano giocatori “vendibili”, perchè una squadra rodata che funziona, può benissimo fare da trampolino per quel giocatore che azzecchi la stagione “dorata”.

E qui sta l’insidia più grande…per gli altri. Se si ha una squadra ben organizzata, un giocatore può avere l’anno in cui brilla ed essere venduto a caro prezzo, ma potrebbe essere che questi non sia all’altezza per fare altrettanto nella nuova società, che magari ha una squadra di valore medio più elevato.

Questo dovrebbe fare il Bologna, perchè nonostante l’amore per la maglia ed il tifo per i colori, non possiamo dimenticare quello che in realtà è oggi: una squadra da parte destra della classifica e come tale deve vivere; lanciando nuovi giocatori e rilanciando giocatori leggermente appannati, inserendoli in un impianto di squadra che possa definirsi da Serie A.

I tifosi non potranno e non devono esserne contenti (io per primo), ma è logico e sensato che alcuni giocatori nel Bologna di oggi siano solo in transito.

Attenzione, perchè va ricordata un’altra cosa come monito: in una squadra che si livella verso il basso, rischiano di trovare spazio giocatori che altrimenti non potrebbero stare in categoria e questo è dannoso per la società, che paga come giocatori di livello chi invece non lo è. Questa è la grande differenza, se la scuola deve essere inclusiva per dare a tutti una possibilità, la competizione sportiva è puramente meritoria e quindi come tale va (purtroppo) gestita.

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