Calcio
Fiorini, il doppio ex di Lazio-Bologna nell’Olimpo dei biancocelesti
Un doppio ex ricordato con grande affetto tra rossoblù e biancoceleste
Modenese di nascita anagrafica, bolognese di crescita calcistica, con un nome impresso nella indelebilmente nella storia della Lazio. Parliamo di Giuliano Fiorini, attaccante di talento ex di Bologna e Lazio, scomparso a soli 47 anni nel 2005, la cui traiettoria di carriera per certi versi potrebbe ricordare quella di Roberto Mancini.
Giuliano è stato amato da tanti dei pubblici che lo hanno potuto ammirare. Ha vestito la maglia del Bologna in ben tre occasioni. Agli esordi, quando un giovanissimo Giuliano Fiorini nel 1975 debuttò in una gara contro la Fiorentina, servendo un assist a Beppe Savoldi. Nella sua prima esperienza rossoblù, appena 17enne, trovò anche il primo gol da professionista prima di finire in prestito.
Fiorini, il “Pelè bianco”: il ritorno a Bologna e la promozione con la Lazio
Gianfranco Civolani, il Civ, parlando di Giuliano Fiorini lo definì «il mio personalissimo Pelè bianco». Il suo talento, però, come spesso capita ai giocatori di grande estro era limitate da qualche spigolo caratteriale. Lo stesso Civ disse «Giocatore di inarrivabile talento, grande atleta spesso tradito dalle mattane di un uomo troppo estroverso e fuori dalle righe per fare una carriera memorabile». E tutto i torti non aveva Civolani. La traiettoria della carriera del “cinno rossoblù” la riassunse tutta in quella frase.
Per lui parla lo scorrere il continuo ricambio di squadre. Serie A e Serie B, anche Serie C. Il terzo ed ultimo ritorno a Bologna fu negativo, culminato con la retrocessione del 1982, nonostante le sue reti.
Il punto più alto della sua carriera arrivò sicuramente tra il 1985 e il 1987. In Serie B, con la Lazio disputa due campionato. Al culmine del secondo, nel 1987, una sua rete entrò nella storia biancoceleste. Il gol vittoria contro la Lanerossi Vicenza permise alla Lazio di accedere agli spareggi promozione per tornare in Serie A.
Nel 2005, dopo la sua dolorosa scomparsa per un tumore ai polmoni, Paolo Di Canio lo onorò come un grande eroe biancoceleste. Sotto lo striscione dei tifosi «Anche tu nel paradiso degli eroi… ciao Giuliano», l’allora capitano della Lazio depose la propria maglia.
«Quando segni e senti la curva che ti osanna, ti abbraccia e grida il tuo nome, ecco, quello è il momento più magico, sono pochi secondi ma vorresti che non finissero mai. E vengono giù lacrimoni di gioia, come dopo il mio gol contro il Lanerossi quest’anno… ero troppo felice».
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