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FLOP 11: i peggiori stranieri arrivati in Serie A nel 2012/13 – 07 Feb

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A giugno arriveranno i Mondiali in Brasile, e per quella data si sarà chiusa la stagione 2013/14 della Serie A. Come ogni estate arriveranno dall’estero tanti calciatori, alcuni di prestigio e alcuni sconosciuti. Qualcuno segnerà un epoca, qualcuno farà la sua figura e come sempre molti saranno semplici figuranti che faranno chiedere a qualsiasi appassionato il perché del loro acquisto.
Nel frattempo, le stesse domande ce le faremo con gli stranieri visti in questo campionato, sempre meno ricco di campioni e che sempre più vede i nostri Direttori Sportivi effettuare autentiche scommesse, che spesso si risolvono però in buchi nell’acqua.

Ma come è andata la scorsa stagione? Quali sono stati i peggiori arrivi dall’estero nella Serie A 2012/2013? Scopriamolo insieme!

 

#11 – Matias FERNANDEZ (Fiorentina)

Forse addirittura sono troppo generoso con “El Pelusa” Mati Fernandez, calciatore su cui personalmente scommettevo parecchio ma che ha dimostrato come il talento di cui veniva accreditato ad inizio carriera, che gli permise di vincere addirittura un “Pallone d’Oro Sudamericano”, non basti per farne un buon calciatore.
Spiazzato dal non poter giocare nel suo ruolo preferito, e cioè dietro le punte, si è disimpegnato male a centrocampo, dove ha risentito della sua scarsa capacità difensiva, e in attacco, dove ha dimostrato l’assenza di cattiveria sotto porta. Ha faticato a trovare posto e quando lo ha fatto ha dimostrato di non meritarlo, soprattutto in una Viola che volava con Ljaic o Aquilani al suo posto. L’unico gol (in 22 presenze) all’ultima giornata, nel facile 5 a 1 con il già ampiamente retrocesso Pescara. Dopo essere stato sul piede di partenza per diversi mesi, pare adesso aver ritrovato un senso la sua presenza tra i Viola, anche se la permanenza in riva all’Arno per la prossima stagione potrebbe non essere scontata.

#10 – Nico LOPEZ (Roma)

Partito benissimo, con gol decisivo all’esordio subentrando a capitan Totti, Lopez non è però nel tempo riuscito a convincere nemmeno un cultore dei giovani attaccanti come Zeman, faticando a ritagliarsi spazio in prima squadra pur facendo faville con la Primavera. Viene da pensare che non ci sia stata abbastanza fiducia in questo attaccante rapido e freddo sottoporta, almeno con la sua nazionale di categoria, visto che con l’Uruguay Under-20 ha partecipato da protagonista, a Gennaio, al Sudamericano di categoria vincendo il titolo di capocannoniere e poi a Giugno al Mondiale (sempre Under-20) anche qui giocando benissimo e trascinando i suoi al secondo posto. Forse alla Roma la concorrenza era semplicemente troppo forte per questo giovanissimo talento, di sicuro il suo score è stato negativo ma il passaggio all’Udinese, dove pure ha trovato una concorrenza mica da ridere con Di Natale, Maicosuel e Muriel, pare averlo rilanciato.
 

#09 – Mathias RANEGIE (Udinese)

Che poi l’Udinese è brava a lanciare talenti esotici ma non sempre ci prende, intendiamoci. E’ il caso ad esempio dello svedese-guadalupense Ranégie, per cui i commenti entusiastici si sono sprecati all’indomani dell’ottima prova (con gol) fornita contro il Milan e che sono valsi paragoni impegnativi con Cruz, Tore Andre Flo e Fellaini. Che sia stato a volte un giocatore utile alla causa può anche essere vero, che però abbia dimostrato una sterilità offensiva preoccupante per una punta, tanto che il gol ai rossoneri è rimasto l’unico in tutta la stagione, è purtroppo lampante. In Svezia segnava con gran regolarità, ma la Serie A, per quanto decaduta, è ancora tutt’altra cosa. E così, dopo averne aspettato il risveglio anche per metà di questa stagione, l’Udinese ha girato il colossale centravanti svedese-guadalupense alla società affiliata del Watford, seconda serie inglese.
Probabilmente un addio – e non un arrivederci – per “Renegade” Ranegie da parte del calcio italiano…

08 – Ante VUKUSIC (Pescara)

Nella deludente stagione 2012/13, il Pescara è retrocesso senza mai dare l’impressione di potersi salvare, però sul mercato degli stranieri non si è comportato così male: certo, qualche acquisto sbagliato (Bianchi Arce, Kroldrup, Caraglio) ma anche il buon rendimento fornito dai vari Quintero, Celik e Weiss. La vera delusione è stata lui, il croato Vukusic, inserito addirittura dagli esperti spagnoli di “Don Balòn” nella lista dei giovani più promettenti al mondo: beh, in Italia si è visto ben poco di quanto promesso, 19 presenze ed appena un gol in una stagione dove il ragazzo è stato a dir poco impalpabile.
Sceso in B con la squadra, unico tra gli stranieri, si sperava di assistere ad un miglioramento, e invece sono arrivate appena 3 presenze in sei mesi prima del parcheggio (a gennaio) al Losanna, in Svizzera. Delusione totale. 
 
 

#07 – Nicklas BENDTNER (Juventus)

La percezione che si ha di se stessi purtroppo non sempre corrisponde con quella che hanno gli altri, e questo è il caso di Nicklas Bendtner: arrivato con proclami spavaldi (“Sono qui per giocare”, “Convincerò Conte”) Bendtner – che si paragona nientemeno che a Ibrahimovic – ha deluso praticamente da subito, giocando poco e male prima di strapparsi e star fuori 4 mesi. Quando sta per tornare si schianta in auto ubriaco al volante, gli viene ritirata la patente e deve ancora stare fuori. Torna nel finale di campionato, ma dopo pochissimi minuti che è in campo si rompe il braccio sinistro cadendo male dopo un contrasto aereo. In totale colleziona 9 presenze e nessuna rete. 
Oscar della sfortuna vinto e rapido ritorno all’Arsenal, dove peraltro gioca pochissimo ritrovando quel ruolo di rincalzo che sembra stargli a pennello e che forse lo aiuterà a ridimensionare un po l’eccessiva considerazione che ha di se.
Non sta più in alto in questa classifica semplicemente per l’enorme dose di sfiga che ha contraddistinto la sua prima – e probabilmente unica – esperienza italiana.

#06 – ANSELMO de Moraes (Genoa/Palermo)

Addirittura due squadre in una stagione per questo pittoresco calciatore brasiliano dal ruolo indefinito. Doppia esperienza, quindi, e doppia delusione: schierato come mediano prima, come regista poi, come ala infine, ha deluso a tutti i livelli pur entrando nell’immaginario collettivo per via delle sue lunghe treccine, che però non sono bastate a imporsi prima al Genoa e poi al Palermo. Con la retrocessione è arrivata la rescissione consensuale del contratto ed il buon Anselmo è tornato in Brasile, al Sao Caetano, seconda divisione locale.
Difficilmente lo rivedremo in Italia, per il dispiacere di chi come me ama i look pittoreschi.

#05 – Dorlan PABON (Parma)

Nelle amichevoli estive sembrava poter essere il nuovo crack di mercato: veloce, compatto e dotato di un grandissimo tiro dalla distanza. Iniziate le partite ufficiali, il Parma ha scoperto un Pabòn abulico e sempre fuori partita, un fantasma che vagava per il campo senza combinare niente. L’esplosione di Belfodil e la certezza-Amauri lo hanno relegato prima in panchina e poi sempre in tribuna, fino a che a Gennaio è stato spedito in Spagna, al Betis, dove ha segnato una rete ogni due gare tornando il bell’attaccante di cui si diceva. A giugno è finito nell’ambizioso ma periferico campionato messicano, dove ha bagnato l’esordio con la sua nuova squadra, il Monterrey, rifilando una doppietta all’UNAM. In Messico è rimasto pochissimo, iniziando la stagione al Valencia dove però ha giocato poco e male, tornando in Sudamerica, ai brasiliani del San Paolo, dove ancora non convince. 
Un giocatore, dunque, che in Italia non lascerà ne ricordi ne rimpianti.

#04 – Facundo PARRA (Atalanta)

Presentato in pompa magna come l’erede designato di German Denìs, Parra vantava un curriculum discreto in Argentina, dove si era distinto con le maglie di Independiente e Chacharita e con quella della Nazionale Under-20. Certo pesava l’esperienza biennale in Grecia, dove nelle fila del modesto Larissa aveva deluso, ma si pensava che con una raggiunta maturità il giocatore avrebbe potuto sorprendere. E invece di Parra rimarrà solo la presunta gran personalità che gli faceva esigere un posto da titolare salvo poi deludere tutti ogni qual volta si presentava la possibilità di giocare ed il fatto di essere stato superato non solo da Denìs ma anche da De Luca, Livaja ed il pur deludente Maxi Moralez. Nemmeno uno squillo di fisico, di tecnica, su punizione, tutte armi che si diceva fossero nel suo repertorio, e poi il mesto ritorno in Argentina, in un calcio sicuramente più adatto alle sue presunte qualità.
 

#03 – Louis SAHA (Lazio)

Tesserato con il mercato di gennaio chiuso grazie ad un magheggio regolamentare di Lotito e Tare, Saha doveva essere il sostituto ideale di un Klose infortunato ma poteva anche giostrare insieme al bomber tedesco in virtù della sua grande versatilità offensiva. Del resto si parlava di un giocatore non di primo pelo ma dal curriculum invidiabile: una carriera spesa tra Lione, Manchester United ed Everton con anche qualche puntata nella Nazionale Francese. E invece Saha ha giocato pochissimo e malissimo, confermando i dubbi di chi aveva ricordato la sua ultima grigissima stagione spesa tra Tottenham e Sunderland. Insomma, a 34 anni ha fatto capire chiaramente di non avere più cartucce da sparare, e infine lo ha capito pure lui, mollando il calcio e diventando procuratore.
 

#02 – Nicholas ANELKA (Juventus)

Delusa dal danese Bendtner, la Juve ha pensato bene a Gennaio di cogliere al balzo l’operazione “low-cost d’esperienza” : sfumato Drogba, è arrivato un giocatore simile all’ivoriano ma dal rendimento purtroppo assai diverso. Anelka è stato sempre ai margini di una squadra fortissima che però palesava qualche dubbio in attacco, è stato utilizzato pochissimo e per tutto il tempo si è parlato più di una sua possibile rescissione che di un suo utilizzo in campo. Alla fine sono arrivati due scampoli di gara e l’inevitabile fine del contratto, con dirottamento dell’ex enfant-prodige del calcio mondiale, che mai ha mantenuto le enormi aspettative che lo circondavano quando era poco più che ventenne, al modesto West Bromwich Albion. Forse Marotta doveva considerare il fatto che il buon Nicolas aveva giocato poco e male perfino nel modesto campionato cinese, ma perlomeno i bianconeri si potranno consolare con la bassissima spesa sostenuta.
 

#01 – Paulo DYBALA (Palermo)

La maggior parte dei calciatori visti finora ha deluso ma ha avuto un costo contenuto. Tutti insieme, comunque, non sono costati quanto il solo Dybala. Ben 15 Milioni di euro per un attaccante che ha realizzato la miseria di 3 reti rimbalzando spesso contro i potenti difensori italiani e contribuendo alla retrocessione dei siciliani dopo molte stagioni di A. 
Le cose non sono migliorate in Serie B, dove uno come lui – che aveva a suo tempo tra gli estimatori anche il Monaco, che però gli preferì Ocampos – dovrebbe fare la differenza.
Una quindicina di presenze a Gennaio, qualche assist, nessuna rete e soprattutto la sensazione di essere ai margini di una squadra che marcia spedita verso l’immediata risalita nel calcio che conta. Se questo avverrà, poi, chissà se nelle fila dei rosanero ci sarà ancora spazio per questa intrigante e costosa delusione.
 

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