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Calcio

Flop 11: Le peggiori 11 figurine della storia

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Non è una figurina, e questo salva Alain Sutter da entrare in questa classifica: noto per la sua guerra contro il disboscamento dell’Amazzonia, poteva però cercare un espressione un pelo più convincente.

  


#11 – Felice CENTOFANTI (Italia)

Come essere conosciuti pur avendo avuto una carriera sempre in tono minore: il segreto di Felice Centofanti fu quello di avere un look a dir poco all’avanguardia, con lunghissimi capelli riccioli che incorniciavano una barba davvero particolare. Arrivato all’Inter per fare la riserva ad un certo Roberto Carlos, vide il campo assai raramente e lasciò i nerazzurri dopo appena una stagione, venendo ricordato ovviamente più per il suo stile fuori dal campo che per quel che fece vedere nel rettangolo di gioco. Leggendario il suo autografo, che recitava “Felice 100fanti”. Diciamo che si, anche il cognome ebbe il suo perché.

 

 
#10 – Khemais LABIDI (Tunisia)

Appena una decina scarsa di presenze nella Nazionale del suo Paese, tra cui però la partecipazione ai Mondiali di Calcio del 1978, sono bastate a Labidi per entrare in classifica: poche foto, insomma, ma pessime. Guardate la figurina e ditemi se voi vi fidereste di uno così: l’espressione è epica, il baffo importante. Bandiera del Kairouan da calciatore prima e da allenatore poi, ha allenato anche la Nazionale Olimpica del suo paese, rimediando magre figure. Ma, almeno, con un look decisamente più sobrio.

 

 


#09 – Rainer GEBAUER (Germania)

L’improbabile colore dei capelli già farebbe la sua onestissima parte. Ma si, aggiungiamoci quindi un taglio a bambina con una frangia tremenda e un espressione maliziosa. Chiuso nel Colonia da vari campioni, emigrò in Belgio dove si ritagliò una discreta carriera nelle squadre minori prima di appendere gli scarpini al chiodo e di iniziare una mediocre carriera da allenatore sempre nella periferia del calcio tedesco. Insomma, Gebauer si ricorderà quasi solamente il look, e questa è una cosa brutta per un onesto professionista qual’era.

 

 


#08 – Rodney FERN (Inghilterra)

Punta con le polveri mediamente bagnate, Rodney Fern è stato comunque un onesto mestierante del calcio inglese e ha legato il suo nome al Leicester City, la squadra che lo scovò e la città dove tornò a vivere una volta ritiratosi diventando commerciante di carbone. Eppure i fotografi non dovevano volergli molto bene, vista la foto in questione: sguardo tipico alla “che diavolo succede?”, capelli lunghi e stempiatura epica. Tutto molto brutto.


 

 

#07 – Laszlo FAZEKAS (Ungheria)

Se il calcio ungherese, dopo la fine dell’Aranycsapat, non è più tornato a livelli decorosi, lo stesso si può dire anche dell’aspetto fisico dei suoi protagonisti: dall’elegante divisa da un lato ben impotata di Puskas siamo passati a questi baffi e questi capelli sciolti e radi di tale Laszlo Fazekas detto Kapa. Eppure “Kapa” ci provò a rinverdire i fasti del suo paese: in Ungheria vinse ben 9 campionati con la maglia dell’Ujpesti Dozsa, segnando ben 252 reti in 407 gare disputate. Con la Nazionale il suo score fu discreto, un gol quasi ogni tre incontri e due Mondiali (1978 e 1982) purtroppo dimenticabili. Insomma, Fazekas a differenza di tanti colleghi “brutti” non va ricordato solo per il look, in quanto fu attaccante di buona efficacia e capace di vincere, a 21 anni, la medaglia d’Oro alle Olimpiadi di Città del Messico del 1968, peraltro ultimo alloro vinto da una qualsiasi selezione magiara.

 

 

#06 – David HARVEY (Scozia)

Portiere più che discreto, Harvey fu portiere del Leeds United nel suo periodo migliore (anni ’70) con cui vinse un campionato da titolare pur perdendo una pletora di finali di varie coppe. Fu anche il portiere titolare della Scozia ai Mondiali del 1974, prima di decadere anche in seguito ad un incidente automobilistico. Finì nell’allora decadente campionato americano, poi tornò a Leeds con la squadra in crisi e retrocessa, tornando titolare. Su di lui non solo si accanì la sfortuna (finali di coppa perse, infortuni) ma un po anche il fotografo di questa istantanea ai tempi dei “Peacocks”: guardate che capello, che frangia, e soprattutto che espressione contrita, come di uno che un secondo dopo deve filare al bagno…

 

 


# 05 – Charlie GEORGE (Inghilterra)

Idolo assoluto dei tifosi dell’Arsenal e di Nick Hornby, che a lui dedica decine di righe nel suo romanzo “Febbre a 90°”, Charlie George era una mezzapunta tutta genio e sregolatezza capace di grandissime cose nelle rare giornate di grazia. Un suo spettacolare gol permise ai “Gunners” di vincere la FA Cup nel 1971, ma il suo carattere da “testa calda” e la sua scarsa costanza non gli permisero di entrare nel novero dei grandissimi del calcio inglese, anche se è stato votato dai tifosi dell’Arsenal come il 9° giocatore più forte di sempre ad aver vestito la maglia bianco-rossa. Il carattere ribelle era ben evidenziato dai lunghi capelli sciolti e dalle basette d’ordinanza, ma in questa figurina George sembra anche essere reduce da una sbronza. Decisamente non è questa la foto con cui i suoi fans vogliono ricordarlo.

 

 

#04 – Pierre PLEIMELDING (Francia)

Un intera e discreta carriera tutta spesa nell’Esagono, una presenza nella Nazionale Francese poco prima della nascita del Calcio Champagne ed un look imbarazzante: se non sapeste dire per quale di questi tre tratti Pleimelding verrà ricordato, vi basterà guardare questa figurina. Un caschetto alla Rettore che incornicia un volto non certo indimenticabile fa entrare nella storia questo attaccante di categoria inferiore che vinse due campionati di seconda divisione in Francia prima di intraprendere una breve e infruttuosa carriera in panchina, 8 stagioni all’Epinal prima di un biennio addirittura alla guida della Nazionale della Costa d’Avorio.

 

 

#03 – Miroslav PENNER (Repubblica Ceca)

Di Miroslav Penner la Rete sa poco e niente: difensore centrale con una lunga militanza nel Ceske Budejovice, aveva un look incredibile che prevedeva lunghe gambe pallide e depilate e capelli degni di un attrice di soap che certo non dovevano renderlo il terrore di qualche attaccante. Poi magari si scoprirà che il look non era così male, ma va detto che se scrivi il suo nome su Google viene fuori questa figurina, solo questa: una frangia per l’immortalità, ecco come si potrebbe riassumere il look del povero Penner.



#02 – Trifon IVANOV (Bulgaria)

Chi non ricorda la bella Bulgaria capace di arrivare quarta ai Mondiali di USA ’94? In quella generazione d’oro c’erano nomi come Stoichkov, Balakov, Letchkov e Kostadinov, e c’era anche lui: Trifon Ivanov, armadio difensivo abile negli sganciamenti e capace di sparare certe cannonate che ancora alcuni portieri se le ricordano. A discapito del suo aspetto da taglieggiatore est-europeo, Trifon era un buon calciatore, duro e deciso nei contrasti e coraggioso negli inserimenti offensivi, e arrivò addirittura 22° nella corsa al Pallone d’Oro nel 1996, quando militava nel Rapid Vienna, unica parentesi extra-Bulgaria in cui fece vedere il suo valore.



#01 – Fred HERMANS (Belgio)

Fred Hermans era il portiere dello Sporting Hasselt, club minore belga che giocò una sola stagione nella massima serie e in cui il paffuto (e baffuto) Fred spese le sue intere sette stagioni da professionista prima di tornare in quell’anonimato che in fondo non ha mai lasciato. Robusto, non particolarmente abile, sembrava quasi un uomo qualsiasi messo a fare il lavoro dei professionisti e la figurina d’epoca ci mostra che il look era quello: potresti dire che Hermans era un impiegato comunale, un postino, il vicino di casa. Ma un calciatore…

 

Bene, questo per oggi è tutto! Mi dispiace non aver potuto approfondire così tanto le storie di alcuni d iquesti protagonisti, ma veramente su alcuni anche l’onnisciente Google non riesce a trovare informazioni. Si direbbe che qualcuno sia passato dall’anonimato al finire in blog come il mio soltanto per via del loro strambo look e della perfidia di qualche fotografo! Beh, è un modo come un altro per diventare immortali…o no?

 

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