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Focus On – C’è chi avrebbe fatto come Insigne e chi mente

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Ormai manca solo l’ufficialità: Lorenzo Insigne è pronto a legarsi al Toronto FC per i prossimi cinque anni. Gli ultimi dettagli sono stati definiti ieri sera, nel corso di una cena in un Hotel di Roma che ha visto protagonisti l’attuale capitano del Napoli, il suo procuratore Federico Pisacane, l’intermediario Andrea D’Amico e i massimi dirigenti della società canadese. L’accordo, di durata appunto quinquennale, prevede per il calciatore uno stipendio annuale che arriverebbe a 8 milioni di euro (e non 11,5) più eventuali bonus e vari privilegi per la famiglia: in cinque anni, calcolatrice alla mano, Insigne potrebbe arrivare a guadagnare più di 55 milioni di euro. Negli ultimi giorni, soprattutto dalle parti di Napoli, non sono mancate le critiche. La maggior parte dei tifosi partenopei è delusa, scettica dalla scelta dell’attaccante azzurro: quasi tutti sono contro questa scelta, ma siamo sicuri che altri non avrebbero preso la medesima decisione?

Premessa: noi tutti siamo innamorati del lato romantico di questo sport, delle bandiere in grado di resistere alle più forti tentazioni pur di non tradire la propria fede. Realtà: le bandiere non esistono più. Negli ultimi giorni, tra i tuttologi presenti sui Social Network si è scatenato il paragone tra Insigne e, a tutti gli effetti, l’ultima bandiera che il calcio italiano abbia avuto: Francesco Totti. Come tutti sanno, il Capitano della Roma rifiutò la corte serrata del Real Madrid pur di non lasciare la Roma, la sua squadra. La sua seconda pelle. Altro dato di fatto, che va collegato a quanto detto poco fa: le bandiere non esistono più e i tempi sono cambiati. Bisogna dimenticarsi di Totti, Maldini, Zanetti e quant’altri: il calcio moderno ha contratto le modifiche di un tempo storico che – purtroppo – non mette più al primo posto sentimento e passione. Il calcio, negli ultimi anni, è diventato un vero e proprio business: i calciatori, in questo contesto forse troppo corrotto, sono stati risucchiati in un vortice di vizi e tentazioni che – quasi sempre – ha la meglio. C’è un altro dato, che ormai è diventato secondario ma che secondario non è: l’ultima offerta di Aurelio De Laurentiis per cercare di trattenere Insigne è stata di 3,5 milioni più 1,5 di bonus. Anche qui bisogna essere obiettivi: troppo poco per un calciatore che viene, o veniva considerato il centro di gravità permanente di Napoli e del Napoli. Insigne ha scelto il Toronto, ma la dirigenza del Napoli non si è sforzata più di tanto per far diventare il presente anche il futuro degli azzurri. E qui torniamo alla decisione finale: 80 milioni fino al 2028 non sono pochi, chiunque avrebbe tentennato dinanzi ad un’offerta del genere. E la maggior parte avrebbe accettato. Trasformarsi in avvocati delle cause perse è sempre facile quando non si è coinvolti in prima persona. Insigne si trasferirà in Canada, (probabilmente) dall’estate prossima, con tutta la sua famiglia: una scelta di vita, una scelta di interessi com’è ovvio che sia. Attenzione però, perché l’attuale capitano del Napoli è consapevole del fatto che, una volta in Canada, i riflettori su di lui non si spegneranno definitivamente ma saranno più deboli. Ma il gioco è anche questo.

Esporre il proprio punto di vista è una cosa, giudicare è un’altra: soprattutto quando qualcuno vive la situazione da fuori. Napoli perde il proprio capitano e la storia non si conclude nel migliore dei modi, in questo caso soprattutto per le tempistiche: già la vicenda relativa a Marek Hamsik terminò in un modo simile, a dimostrazione di quanto il sistema abbia iniziato ad “evolversi” già qualche anno fa. Insigne è stato giudicato perché ha accettato uno stipendio monstre che, ricordiamolo, si è guadagnato grazie al suo talento. Perché negli ultimi giorni, alcune persone hanno addirittura messo in discussione le qualità del calciatore. Soltanto per la sua decisione. E tali critiche sono arrivate da chi, al giorno d’oggi, fa di tutto per cercare scappatoie: chi usa il pezzotto per guardare le partite, chi acquista completini falsi. Critiche e offese arrivate al diretto interessato anche da molti tifosi azzurri, come se 415 partite, 114 reti e 95 assist si siano dispersi nell’aria tutto d’un tratto. Il popolo partenopeo si è sentito tradito ma, in un tempo storico come questo, tale decisione non dovrebbe rappresentare una novità. “Insigne in Canada solo per denaro”. E allora? Una scelta di vita, una scelta puramente economica. Giudicate come volete ma dimenticatevi delle bandiere: il passato è passato e il calcio romantico tanto romantico non lo è più.

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