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Focus On – Jurij Vernydub, il coraggio di agire

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Sfide difficili, situazioni al limite della realtà e un terrore negli occhi che vaga verso il vuoto. Quanto sta accadendo in Ucraina è paradossale, perché credevamo di non poter assistere a qualcosa del genere, perché speravamo che una pandemia fosse già abbastanza. E invece no. E’ complicato soltanto razionalizzare, quando ci si ritrova in una situazione al limite dell’assurdo. 

Assurdo, come il palcoscenico in cui è stato catapultato Jurii Vernydub. Ucraino, 56 anni, nato a circa 150 chilometri da Kiev. Vernydub è l’attuale tecnico dello Sheriff Tiraspol, squadra della Transistria, zona che ha importanti contatti con la Russia. La sua squadra era salita alla ribalta lo scorso settembre quando, nella fase a gironi della Champions League, espugnò il Bernabeu di Madrid, sconfiggendo il Real di Carlo Ancelotti. Da un palcoscenico all’altro. Già, perché in una situazione estrema, il profondo senso patriottico di Vernydub ha avuto la meglio. L’allenatore, infatti, si è arruolato nell’esercito militare per cercare di difendere al massimo la propria patria. Una scelta che gli fa onore, una scelta complicata e assolutamente non scontata. Perché parlare è più facile di agire, perché protestare è più semplice di provare a far qualcosa, in un tempo di incertezze, in un momento talmente delicato dove la luce in fondo al tunnel è ancora lontana. Poteva esprimere solidarietà in diversi modi, ha preferito optare per la scelta più complicata. Lui, che alla Russia ha legato il suo nome da calciatore, avendo giocato per tre stagioni con la maglia dello Zenit San Pietroburgo, e che in un turno di Coppa Uefa, nel 1999, affrontò anche il Bologna. 

Un uomo di tradizione e di cultura, un uomo che ha preferito non stare a guardare in un momento di tremenda difficoltà. Con il coraggio e con la paura, perché il terrore c’è ed è più che comprensibile in una situazione del genere. Non è l’unico però, anzi. Anche Vitalij e Wladimir Klitschko, gli ex pugili Oleksandr Usyk e Vasiliy Lomachenko e i biathleti Dmytro Pidruchnyi e Yuliia Dzhima: tutti in campo, da un palcoscenico all’altro, dalle luci della ribalta a giocarsi una partita molto più importante. Perché in una realtà tragica, fare la scelta più complicata non è mai banale, non è mai scontato. Vernydub ha lasciato momentaneamente i suoi ragazzi, da una squadra all’altra, con la consapevolezza e la perseveranza, con il coraggio di un uomo che non si tira indietro nemmeno di fronte a una delle sfide più difficili che la vita potesse mettergli di fronte. 

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