Calcio
Football Knowledge #4: Questions & Answers
INTERAGISCI CON NOI! HAI QUALCHE DOMANDA DA FARCI, QUALCHE CURIOSITÀ DA SODDISFARE?
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Dopo tre articoli di statistiche diffuse, è giunta l’ora di rispondere alle domande poste da voi tifosi sulla pagina Facebook di 1000 Cuori Rossoblu e su BFC Group! Ringraziamo Andrea B. ed Andrea N. per i quesiti posti, e ne aspettiamo degli altri da parte di tutti voi!
Ecco le domande che ci sono state fatte e alle quali diamo un responso oggi:
1) In Benevento – Roma dello scorso 20 Settembre, due delle quattro reti della Roma sono state siglate dai difensori centrali della squadra di casa. È un episodio inedito in Serie A?” (Andrea B.)
Ciao Andrea; no, ci sono più precedenti relativi al nostro campionato. L’ultimo risale alla stagione 2014/15, quando l’Empoli di Sarri vinse 4-2 su quella che, qualche mese dopo, sarebbe divenuta la sua squadra, il Napoli. In quell’occasione, tra le fila dei toscani andarono a segno, oltre a Maccarone e Saponara, anche … due difensori partenopei: l’ex Bologna Britos (con la forte complicità del compagno Andujar) e Albiol. Nel match furono ben tre le autoreti, in quanto anche l’empolese Laurini partecipò a quella che potremmo definire una vera e propria sagra dell’autogol.
Il match appena citato è di fatto un record per la nostra Serie A: dal 1998, anno in cui la FIFA decise di depenalizzare l’autogol, attribuendo all’autore del tiro tutte quelle casistiche nelle quali la deviazione del difensore causava la rete, nessuna altra gara si è conclusa con tre marcature nella propria porta. Nell’epoca precedente, invece, si registrano più gare con il medesimo numero di autoreti e addirittura uno con quattro: trattasi di Inter – Catania 5-0 del Gennaio 1961, partita nella quale alla rete nerazzurra firmata da Morbello seguirono le sventurate deviazioni di Giavara (per due volte), Grani e Corti alle spalle del proprio portiere Gaspari. A fine gara, il tecnico meneghino Herrera dichiarerà alla stampa di aver battuto “una squadra di postelegrafonici”, e pagherà caro le sue dichiarazioni in occasione della gara di ritorno, l’ultima di campionato: un indiavolato Catania, desideroso di vendetta, vincerà 2-0 tra le mura amiche consegnando di fatto lo scudetto alla Juventus a scapito della stessa Inter, facendo proferire al commentatore radiofonico Sandro Ciotti una frase destinata a divenire storica: “Clamoroso al Cibali”.
Oltrepassando i confini italiani, invece, la stagione calcistica 2017/18 ha già riservato, nei cinque più importanti campionati europei, due episodi similari: il 17 Settembre il Paris Saint-Germain ha battuto 2-0 il Lione grazie alle autoreti di Marcelo e Morel, mentre appena sei giorni dopo il derby catalano tra Girona e Barcellona, vinto 3-0 da questi ultimi, ha visto entrare nel tabellino degli automarcatori il portiere Iraizoz e Aday. Non fa testo, invece, il record assoluto di 149 autogol in un singolo match, frutto della protesta tenuta nel 2002 dai giocatori della squadra malgascia del So d’Emyrne contro l’Adema, laureatosi campione del campionato locale la settimana precedente grazie ad un rigore dubbio che, di fatto, escluse lo stesso So d’Emyrne dalla corsa al titolo. Così, lo stadio Mahamasima di Antananarivo divenne teatro di un match grottesco, conclusosi con un punteggio da Guinness dei primati, cui la Federazione calcistica del Madagascar rispose comminando squalifiche complessive superiori ai quattro anni.
“Nel Bologna attuale militano due calciatori scandinavi, Filip Helander e Emil Krafth, e tanti altri hanno segnato la storia rossoblu militandovi in passato (Ingesson, Andersson ecc..). Quanti sono stati, in totale, i calciatori provenienti dalla Scandinavia che hanno giocato sotto le Due Torri?” (Andrea N.)
In principio furono i danesi, poi venne il finlandese, infine gli svedesi: potremmo riassumere così il rapporto intercorso tra il Bologna e i calciatori scandinavi che ne hanno vestito la maglia. 12, in tutto, sono stati i giocatori provenienti dal Nord Europa ad aver calcato il prato del fu Comunale, oggi Dall’Ara.
Il primo? Ivan Tage Jensen, roccioso mediano e all’occorrenza difensore approdato nella città felsinea nel 1949, un anno dopo aver ottenuto, insieme alla sua Danimarca, uno storico bronzo ai giochi Olimpici di Londra. Fu lo stesso Jensen a segnalare alla dirigenza rossoblu il profilo del connazionale Axel Pilmark, che lo raggiungerà nel 1950, formando una cerniera fisica e muscolare a protezione del reparto arretrato fino al 1956, quando il primo decise di ritirarsi dal calcio giocato, mentre il secondo giocherà all’ombra della Torre di Maratona fino al 1959, totalizzando 278 presenze in rossoblu, ventunesimo nella graduatoria generale al pari di Amedeo Biavati. Lo stesso Pilmark, a sua volta, convinse il presidente Dall’Ara ad acquistare un attaccante danese che contribuì a scrivere la storia del Bologna Football Club: anch’esso reduce dalla cavalcata Olimpica, chiusasi con l’argento ai giochi di Roma, Harald Nielsen è entrato nel cuore dei tifosi grazie alle sue reti, tra le quali primeggia quella del 2-0 nello spareggio per lo scudetto del 1964, ultimo in casa felsinea.
Bisognerà attendere il 1988 per vedere un altro scandinavo al Bologna. O meglio, a Bologna, perché il campo Mika Aaltonen in campionato lo vide complessivamente per 45 minuti, divisi in tre spezzoni di gara, più una partita, con gol, contro gli ungheresi del Ferencvaros in Mitropa Cup. Subito ribattezzato “il finlandese triste”, Aaltonen lascerà la città già nell’estate successiva, ed è ricordato, più che per le sue prestazioni, per il suo curriculum tra i banchi dell’Alma Mater Studiorum: si narra, infatti, che durante la militanza bolognese sostenette quattro esami universitari.
La colonia scandinava più numerosa passata (e, in parte, tuttora residente) tra Casteldebole e Bologna è senz’altro quella svedese. Capostipite ne fu Kennet Andersson, nel 96/97, prelevato dal Bari così come il connazionale Klas Ingesson due estati dopo. Nella squadra che giunse fino alle semifinali di Coppa UEFA contro il Marsiglia, oltre ai due già citati, era presente anche Teddy Lucic, poco più che comparsa in rossoblu. Curiosamente, tutti e tre i calciatori lasceranno il BFC nel 2000, anticipando di due lustri esatti Albin Ekdal, giunto in comproprietà dalla Juventus nel 2010/11 e riscattato dagli stessi bianconeri nella finestra di mercato estiva successiva, la stessa nella quale la rappresentanza svedese fu salvaguardata da Mikael Antonsson (3 stagioni in rossoblu tra il 2011 e il 2014). Prima di Krafth e Helander, gli unici due scandinavi (e svedesi) ancora presenti, l’ultimo ad aver vestito la divisa del Bologna fu Erik Friberg, con 7 presenze nella sfortunata stagione 2013/14, culminata con la retrocessione in B, e metà stagione da fuori rosa in quella successiva.
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