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Football Knowledge #6: Il calcio oltre la frontiera

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Lo scorso 1 Ottobre, milioni di catalani si sono recati alle urne per votare il referendum indetto dal Parlamento regionale relativamente al tema dell’indipendenza dalla corona spagnola. 

Una consultazione sulla quale si è a lungo parlato, specie sugli effetti che produrrebbe la secessione voluta dal governo locale e fortemente osteggiata da quello centrale di Madrid, che si troverebbe costretto a cedere la propria sovranità sul territorio. Ovviamente, il dibattito non poteva non coinvolgere quello che è, di fatto, il simbolo identitario della comunità della Catalogna: il Futbol Club Barcelona, la polisportiva che a più riprese ha portato agli onori della cronaca, specie con la sezione calcistica, la città e l’intera regione.

Non è casuale il tributo con il quale più volte, in passato, gli azulgrana hanno omaggiato la propria terra e la propria bandiera, colorando di giallo e rosso, a strisce verticali, la seconda divisa di gioco. E nonostante la società non abbia voluto esporsi più di tanto sulla materia dell’indipendenza, è stata abbastanza chiaro che la posizione fosse preponderante verso il si, al punto da spingere molte testate giornalistiche a fantasticare su un ipotetico addio del Barça dalla Liga, insieme alle altre compagini catalane: la costituzione di una lega a carattere regionale, di dubbia qualità, ha spinto molte penne del panorama mondiale ad immaginare Messi e compagni alle prese con la Ligue 1, massimo campionato francese, piuttosto che con la Serie A o la Premier League. Tutte ipotesi – sia chiaro – ammesso e non concesso che la Catalogna raggiunga il suo obiettivo e che, nell’eventualità che ciò accada, la squadra decida di abbandonare il campionato nel quale tuttora milita.

Se quanto accaduto ha finito per titillare l’utopica inventiva di coloro che erano pronti a vedere un lunch match domenicale tra Juventus o Barcellona, o una gara all’ora del tè tra i blaugrana e il Manchester United, bisogna sottolineare che sono numerose le realtà che, in occasione di ogni partita in trasferta, varcano i confini nazionali per giocare in un campionato estero. Il caso più celebre per noi italiani è senz’altro quello del San Marino Calcio, che attualmente milita nel girone F della nostra Serie D pur potendo vantare un recente passato tra i professionisti, ma non è l’unico: fino a qualche anno fa i connazionali della Juvenes/Dogana sfruttavano la bizzarra legge del doppio tesseramento, che permette ai calciatori di poter giocare contemporaneamente nel campionato sammarinese e in quello dilettantistico italiano, per disputare i campionati di ambo le nazioni, arrivando fino alla Promozione emiliano-romagnola per poi dedicarsi esclusivamente alla propria competizione interna, mentre all’estremo nord dello stivale la Campionese di Campione d’Italia, exclave (ovvero territorio interamente ricompreso all’interno di un territorio nazionale) italiana in territorio svizzero, milita in 5° Lega, l’ultima categoria della piramide calcistica elvetica. Essendo parte dell’aria doganale della Svizzera, la cittadina in cui ha sede il celebre casinò ha sviluppato un’interazione economico-sociale con la nazione rossocrociata tale da trasferire gran parte degli interessi, ivi inclusi quelli sportivi, oltre confine: non è un caso che la società sportiva è affiliata, sin dalla propria fondazione datata 1978, alla Federazione calcistica del Canton Ticino.

La stessa Svizzera è da tempo culla di numerosi club di frontiera: il campionato nazionale, infatti, è l’unico al mondo ad ospitare squadre provenienti da quattro nazioni sovrane differenti. Oltre alle società locali, al già citato caso della Campionese fa compagnia, con medesime motivazioni, il Fussball-Club Busingen di Busingen am Hochrhein (Germania), attualmente in 3° Lega, equivalente della nostra Serie C, e soprattutto tutte e sette le squadre con sede in Liechtenstein, tra le quali spicca il FC Vaduz, recentemente retrocessa dal massimo campionato elvetico, unica tra le connazionali a raggiungere tale traguardo, al campionato cadetto della Challenge League. Si ferma solo a tre nazioni il sistema calcistico francese, che ospita l’unica squadra con sede nel Principato di Monaco, l’Association Sportive de Monaco FC, il solo club al mondo a vincere un campionato diverso da quello della nazione d’appartenenza, e, nelle serie dilettantistiche, dà spazio al Bossostproveniente dalla confinante provincia di Lleida, in Spagna, mentre si fermano a due la già citata Italia, Spagna (FC Andorra, proveniente dall’omonima nazione, in quinta serie), Germania (lo Sport-Verein Kleinwalsertal, squadra austriaca, gioca nel campionato dilettantistico bavarese) e Svezia (con le finlandesi Hammarlands e Lemlands), restando al suolo europeo. Al di fuori di esso, è celebre l’affiliazione di molte franchigie canadesi nelle massime leghe sportive americane, nel calcio così come nel Football Americano, Basket e Baseball. Nella Major League Soccer, ad oggi, giocano tre squadre provenienti dal paese della foglia d’acero: il primo club ad entrare nel sistema calcistico americano fu il Toronto FC nel 2007, seguito dai Vancouver Impact nel 2011 e dal Montreal Impact di Saputo l’anno successivo. Per quanto concerne il Regno Unito, paese con quattro federazioni calcistiche differenti, l’Inghilterra è la casa calcistica di numerose compagini gallesi, tra le quali spiccano Swansea City e Cardiff City, rispettivamente militanti in Premier League e Championship.

 

Diverse nella tipologia, ma comunque degne di essere raccontate sono due ulteriori casistiche: la prima è quella relativa al The New Saints, squadra nata nel 2003 dalla fusione dei gallesi del Total Network Solution, storica compagine del campionato locale con sede nell’impronunciabile comune di Llansantffraid, con i vicini inglesi dell’Oswestry Town, divenendo, caso unico al mondo, una società frutto del mèlange tra due club appartenenti a due diverse federazioni calcistiche. E, ironia della sorte, dopo aver vinto la Welsh Premier League nel 2005, al primo turno preliminare della Champions League della stagione successiva i TNS affrontarono il Liverpool, reduce dalla vittoria ad Istanbul contro il Milan e che, non classificatosi tra le prime quattro in campionato, entrò nella massima competizione europea grazie ad una wild-card, portando di fatto ad un derby nazionale. La seconda, invece, riguarda il Baltika Kaliningrad, squadra dell’omonimo Oblast’  che di fatto costituisce un’exclave russa compresa tra Mar Baltico, Lituania e Polonia, a più di 350 chilometri dai più vicini confini nazionali. La squadra milita nel campionato di Serie B russo costringendo, di fatto, le squadre avversarie a lunghe trasferte aeree. E se per la squadra B dello Zenit San Pietroburgo e i concittadini della Dynamo sarà quasi una passeggiata, con gli 825 chilometri in linea d’aria da percorrere, per il Luch-Energiya di Vladivostok lo scontro diretto comporterà un viaggio di più di 9 ore d’aereo, attraversando ben 8 linee del fuso orario tramite un percorso di 7350 chilometri, la distanza maggiore al mondo tra due squadre partecipanti al medesimo campionato. Nella gara d’andata, giocata a Kaliningrad, hanno avuto la meglio i padroni di casa per 2-1, mentre l’appuntamento a campi invertiti è previsto per il 31 Marzo, al rientro dalla lunga pausa invernale. E per fortuna del Baltika il Chabarovsk, altra squadra della Russia estremo-orientale, è stato promossa nella massima serie l’anno scorso…

PRIMA PUNTATA: I nomi degli stadi

SECONDA PUNTATA: Mamma ho perso l’aereo 

TERZA PUNTATA: I cento marcatori italiani in Champions League

QUARTA PUNTATA: Questions & Answers, risposte alle domande dei tifosi rossoblu

 

QUINTA PUNTATA: La numerologia nel calcio, Parte 1 e Parte 2

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