Calcio
FOOTBALL MANAGER 2015 – Intervista esclusiva a Alberto “Panoz” Scotta – 07 nov
Nella moltitudine di giochi sportivi presenti sul mercato, un posto di rilievo appartiene senz’altro a “Football Manager”. Uscito inizalmente addirittura nel 1982 per ZX Spectrum, il gioco ha ovviamente subito diversi restyling nel corso degli anni, rimanendo però fedele al suo scopo principale: permettere al videogiocatore di calarsi nei panni del manager di una squadra di calcio e gestirla dentro e fuori il rettangolo verde.
Ormai da diversi anni ogni autunno vede l’uscita di un nuovo capitolo di questa saga, che nel frattempo si è ovviamente evoluta andando a prendere in considerazione sempre più aspetti della vita di un allenatore di calcio: allenamenti, gestione dello staff, rapporti umani con i calciatori. Praticamente ogni aspetto della gestione umana e tecnica di team di calcio viene reso possibile attraverso il lavoro dei programmatori, che per allestire l’enorme database del gioco dal quale attingere (oltre 50 paesi sono giocabili, dai campionati maggiori come quello italiano e inglese a quelli esotici come India e Australia) si avvalgono della preziosa collaborazione di alcuni ricercatori, che si occupano di definire vita, morte e miracoli di qualsiasi calciatore presente nel gioco.
In Italia il team di ricerca fa capo a Alberto “Panoz” Scotta, quarantenne di Cuneo che negli anni è diventato un vero punto di riferimento per tutta la community italiana di questo famosissimo – e vendutissimo – videogioco.
L’ho contattato oggi, data di uscita di “Football Manager 2015”, per fare due chiacchiere sul gioco in se e su tutto il lavoro che c’è dietro, ed è stato gentilissimo nel raccontarmi come nasce e si svolge la ricerca italiana.
Ciao Panoz, per cominciare…da quanto collabori alla saga di Football Manager?
Si parla del lontano 1996, mi iscrissi al forum della Sports Interactive (casa realizzatrice del gioco) per dare una mano e mi fu assegnato il Piacenza. Feci un lavorone, ricercando tutte le info negli almanacchi “Panini”…sai, a quei tempi Internet in Italia era agli albori, e non è che si trovava tutto come oggi…
Da “Championship Manager/Scudetto 3”, due anni dopo quindi, sono a capo del team di ricerca. All’inizio eravamo 7-8 persone, poi con il tempo la ricerca è aumentata e il gruppo si è ingrandito sempre di più.
In quanti siete attualmente a collaborare alla ricerca italiana sui giocatori? E in cosa consiste?
Siamo circa una cinquantina di persone che lavorano quasi tutti i giorni al database del gioco in uscita, quindi da giugno a settembre. Oltre a questi abbiamo anche un’altra cinquantina di collaboratori “saltuari”, che danno comunque una gran mano. Il nostro compito è stilare le rose delle società italiane nei minimi dettagli, annotando quindi cose come altezza e peso, data di nascita, ruolo, e aggiungendo poi i valori che i giocatori esprimono nel gioco: tecnica, velocità, carisma, tutto insomma (sono più di 20 valori per giocatore NDR) passa dai vari ricercatori, ognuno dei quali si occupa di una squadra nello specifico.
Come vi organizzate?
Ogni ricercatore, nel modo più obbiettivo possibile, stila quelli che ritiene siano i valori tecnici dei giocatori presenti nella squadra a lui assegnata. Per ogni divisione poi (A, B, C) ci sono dei “capi-serie” che controllano i valori, e tramite un lavoro incrociato certi parametri vengono – quando è il caso – ridimensionati per renderli i più realistici possibili.
La Serie D, che non è presente nel gioco, è gestita da un team coordinato da un altro collaboratore, Massimo Todaro, che fa un lavoro incredibile per gestire tutti i trasferimenti e i valori presenti nel vaso panorama dilettantistico italiano.
Una passione che è anche una missione dunque. Si dice che spesso Football Manager indovini anche con anni di anticipo i campioni di domani. Come accade questo?
Grazie al lavoro incrociato di tutto il team e soprattutto a quello di due persone davvero addentro al panorama calcistico giovanile, che raccolgono le segnalazioni sui giovani talenti che arrivano da tutta Italia e cercano di renderli “in game” nel modo più realistico possibile. Come nel calcio reale però a volte un giovane talento può non rivelarsi per forza un fenomeno, del resto il calcio non è una scienza esatta. Ma cerchiamo di fare sempre meglio.
Quali sono la carriera e i giocatori che ricordi con più affetto?
La mia prima “grande” carriera fu con l’East Fife, una squadra semisconosciuta della Scozia: nel giro di 7-8 stagioni portai questi giocatori – per me autentici sconosciuti – a giocarsela con i migliori partendo dalle divisioni inferiori, fu davvero divertente. Di giocatori “mito” invece ne ho due: uno è Dani Guiza, ex-attaccante del Getafe che mi trovai ad allenare in una partita online alla quale partecipava anche Marco Sanitn della Gialappa’s Band. Sai che all’inizio si cerca sempre un super-bomber sul mercato, giusto? Bene, mentre ancora lo stavo cercando ecco che Guiza cominciò a segnare una rete dietro l’altra, diventando in breve tempo un totem, titolare insostituibile.
Un altro che ricordo con molto affetto è Alessio Cerci, che da giovane era un vero fenomeno e che nelle ultime stagioni è finalmente riuscito ad emergere. Ne ho seguito l’intera carriera grazie alla ricerca di Football Manager.
Dicevi che non sempre un giocatore in predicato di diventare un fenomeno a Football Manager lo diventa poi nella realtà: qual’è il “fenomeno mancato” che ti ha deluso di più?
Fino a qualche giorno fa ti avrei detto Vandenborre, ma poi ha rifilato una doppietta all’Arsenal per cui…Scherzi a parte, nel gioco è sempre stato un fenomeno, strano vederlo emergere solo ora. Direi comunque che il più deludente di tutti è stato Freddy Adu: lo vedevi a 15-16 anni e sapevi che tempo un paio di anni sarebbe diventato fortissimo. Nella realtà invece non so nemmeno che fine abbia fatto, sai?
(Adu è stato indicato anche da me tra i giocatori maggiormente deludenti della saga in un articolo che trovate QUI. Dopo un inizio di carriera in cui fu definito “il prossimo Pelé” è finito a giocare nell’FK Jagodina, in Serbia)
Fai il capo-ricercatore per passione. Cosa fai nella vita?
Mi occupo di UXD (User Experience Design), coordino un team di persone che si occupa della soddisfazione dei clienti in vari ambiti.
Dicci qualcosa sul Bologna che troveremo nell’edizione 2015. È una squadra da promozione?
Senz’altro una delle più forti della Serie B. Ha fatto un mercato comunque importante, penso che finirà tra le prime nel gioco e ovviamente mi auguro per voi che questo accada anche – e soprattutto – nella realtà.
In plancia di comando chi troviamo? Il vecchio presidente Guaraldi o il nuovo, Joe Tacopina?
Nella mia pagina di Facebook ho già trovato – FM 2015 è uscito da poche ore, sintomo di una piazza calorosa e attenta – diversi commenti negativi sul fatto che al momento, nel gioco, il presidente è ancora Guaraldi. Questo purtroppo accade perché il nostro lavoro si conclude una decina di giorni dopo la chiusura del calciomercato. Purtroppo fino alla patch che aggiornerà il gioco dopo il mercato di gennaio la dirigenza del Bologna sarà quella vecchia, poi sicuramente avremo i vari Tacopina e Fenucci.
Dovremo farcene una ragione allora, almeno fino a gennaio! Quali sono le maggiori novità dell’edizione 2015?
Sono molto incuriosito dall’uso del “motion-capture”, che dovrebbe migliorare sensibilmente la grafica 3D del gioco rendendola più fluida e realistica. Senz’altro andranno scoperti i nuovi compiti che si potranno affidare ai vari osservatori del club, mentre una parte interessante dovrebbe essere anche quella relativa alla realizzazione del proprio profilo: potremo scegliere se essere un allenatore più da campo oppure più da ufficio, con vantaggi e svantaggi conseguenti.
Qual’è la parte più difficile del tuo compito come capo della ricerca italiana?
Senz’altro coordinare i vari collaboratori e gestire tutti i trasferimenti e gli storici della carriera senza sbagliare nulla. Vanno cordinati anche i vari “lavori incrociati” necessari per stadi, arbitri, parametri dei giovani e potenziale. Bisogna scadenzare delle date e poi rispettarle, ma ovviamente qualcosa può sempre saltare all’ultimo incasinando tutto il lavoro…insomma, a volte questo lavoro di ricerca crea una certa apprensione e qualche notte quasi insonne.
Verrebbe da chiedersi perché farlo, ma so che la passione per il gioco è tanta…
…così come è tanta la soddisfazione quando, intorno a metà settembre, consegno ai ragazzi di Sports Interactive il file completo di tutto nei minimi dettagli.
Ti ringrazio tanto Alberto, sei stato gentilissimo!
Sono io che ringrazio voi per lo spazio e per avermi permesso di raccontare il lavoro “oscuro” che c’è dietro ogni edizione del gioco che tanto amiamo.
Permettimi di ringraziare personalmente quelli che io chiamo “eroi della ricerca”, che con il loro duro lavoro durante tutta la fase della ricerca rendono quello che a prima vista sembra una “mission impossible” qualcosa di realizzabile. Davvero senza di loro tutto questo non sarebbe possibile.
Saluto Panoz e penso a quanta passione c’è dietro quello che a prima vista può sembrare un semplice gioco e che in realtà, partita dopo partita e ora dopo ora, scopri ogni anno essere qualcosa di più. Una community viva, di appassionati, di gente che studia tattiche e contromosse, un gioco di calcio realizzato da chi ama il calcio per chi ama il calcio. Non ci sono dubbi.
Anzi, uno c’è…il mio nuovo Bologna giocherà alla Zeman o alla Guardiola?
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