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Calcio

I miti dell’Europeo – Francia 1960, il retaggio di Monsieur Europe

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Inizia oggi il viaggio di 1000CuoriRossoblù verso Euro2020. Ripercorreremo tutte le edizioni del Campionato Europeo, attraverso il ritratto di un personaggio che ha segnato la storia della massima competizione continentale per rappresentative Nazionali.

L’edizione 2020, oramai 2021, dei Campionati Europei di calcio sarà la prima edizione dopo tanti anni a svolgersi in diverse località, una scelta ideata e voluta fortemente dall’ex Presidente della UEFA Michel Platini, che decise, ormai diversi anni fa, di regalare all’organismo federale un’edizione speciale per celebrare i 60 anni dalla nascita del torneo.

La storia del torneo è dunque piuttosto recente, se si pensa che la Coppa del Mondo ebbe la sua prima edizione già nel 1930, ovvero 30 anni prima della nascita del torneo continentale europeo.
Tuttavia, si può dire che la Coppa del Mondo e il Campionato Europeo siano parenti, eventi diventati monumentali e sogni nel cassetto di qualsiasi calciatore, figli di una stessa idea, figli del desiderio di unire tutto il mondo, o un continente, in un solo grande evento sportivo.
Se Jules Rimet, presidente della FIFA dal 1921, si era ispirato per la sua Coppa del Mondo ai tornei olimpici del 1924 e 1928, l’ideatore dell’Europeo si ispirò proprio alla Coppa del Mondo.

Braccio destro di Rimet tra il ’24 e il ’28, Delaunay era un amante del football della prima ora. Infatti, prima del 1919, data in cui intraprese la sua carriera nella politica calcistica da membro della Federazione Francese, aveva svolto per anni il ruolo di arbitro nelle partite di calcio.
Da dirigente, francese come Rimet e ovviamente De Courbetin, Delaunay aveva proposto già durante il suo incarico in seno alla FIFA, un torneo continentale europeo ispirato alla nuova Coppa del Mondo ideata da Rimet. La prima volta che propose la sua idea, le competizioni tra Nazionali, soprattutto in Europa, erano caratterizzate da una partecipazione sparuta e tra le varie federazioni del Vecchio Continente c’era ancora poca unità d’intenti. La più importante di queste competizioni continentali era la Coppa Internazionale, torneo al quale partecipavano solo 5 o 6 formazioni, e non poteva certamente essere considerato alla pari di una competizione che coinvolgesse l’intero continente. L’idea del Campionato Europeo fu comunque inizialmente respinta.

Agli albori della nascita della UEFA, nel 1954, Delaunay venne eletto segretario generale sotto la prima presidenza, quella di Ebbe Schwartz. Forte del suo nuovo incarico il dirigente francese portò avanti con convinzione la sua idea, riuscendo infine a programmare sotto l’egida della UEFA la prima edizione per il 1960. Un torneo con un formato certamente molto diverso da quello che conosciamo oggi.
Molte Nazionali, allora non convinte della bontà dell’idea, in vista delle qualificazioni alla Coppa del Mondo di Cile 1962, rinunciarono al torneo (Italia compresa, con non poche polemiche da parte della stampa). La fase finale del torneo si svolse a Parigi, in cui si giocarono semifinali e finali tra le quattro arrivate tramite fin lì tramite qualificazioni e quarti di finale in doppia sfida.
URSS, Jugoslavia, Cecoslovacchia e Francia si giocarono il titolo nella final four di Parigi, davanti ad una modesta cornice di pubblico. L’edizione, oltre al ridotto numeri di partecipanti (17), fu anche condizionata da questioni politiche: il Generale Franco impedì alla sua Nazionale di giocare la doppia sfida dei quarti di finale contro la rappresentativa Sovietica, regalandole così il passaggio del turno.

Di fronte a tutto questo però l’idea di Delaunay resse quanto bastava per dare il via ad una grande tradizione, che oggi, a distanza di 61 anni ci fa sognare quasi come un Mondiale.
Delaunay è sempre rimasto un personaggio poco noto al grande pubblico. A lui è dedicata la coppa consegnata ai vincitori dell’Europeo, e sempre a lui è stato affibbiato il nomignolo, quanto mai azzeccato, di “Monsieur Europe”. Delaunay scomparve poco dopo aver raggiunto il suo intento nel 1955 e non vide nemmeno la prima edizione della sua creatura, vinta dall’URSS di un certo Lev Yashin.

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