Calcio
Il derby della Mole -25 Apr-
Ecco il Derby della Mole, visto da un tifoso bolognese che vive a Torino, il nostro Mauriviet
Il derby della Mole
Tra qualche giorno il derby della Mole dirà due cose importanti, a proposito di scudetto e di retrocessione. La Juve, con i tre punti, potrebbe mettere la parola fine ad un campionato sempre dominato e per questo decisamente monotono. In questo caso il Toro sarebbe risucchiato nella lotta per non retrocedere. Quindi un derby ad alta tensione giocato nella casa dei granata che, ironia della sorte, potrebbe ospitare proprio il momento dell’ennesimo successo bianconero, una iattura e altro ancora per il popolo granata.
Ma a noi del Bologna checcifrega di questo derby così lontano? Ai rossoblù di Bologna poco, a quelli come me, di Torino…questa partita non ci lascia del tutto indifferenti. Per forza di cose. Li ho di fronte tutti giorni, gli juventini e i granata: appena esco di casa, sul lavoro, in coda all’ufficio postale, in fila alla cassa della Coop, al bancone del bar, al ristorante…tutti i giorni! Tranquilli, non sono in pericolo e la mia vita scorre tranquilla. Molti di loro sono socievoli al limite della simpatia, alcuni conoscono persino i primi rudimenti del calcio, insomma l’ambiente non è poi così ostile…se non ci fai caso. Almeno dal martedì alla domenica sera. Il lunedì, anzi, quasi tutti i lunedì sono faticosi da digerire, passo dai deliri di onnipotenza juventini alle perenni recriminazioni granata.
Scherzi (!?) a parte, come sarà il prossimo lunedì? E come ne usciranno i miei amici di fede juventina e torinista? Personalmente credo saranno tutti soddisfatti dopo un aver assistito ad un prevedibilissimo pareggio.
Se vinceranno i primi ne saranno lieti i vari Sergio, Daniele, Carlo, Antonio, Claudio, Ezio, Gabriele che da Adria mi messaggerà, poi mi telefonerà e poi mi chiamerà su skype, così come farà probabilmente Davide dalla “big apple”.
Se diversamente vincesse il Toro gioirà metà del cuore di mia figlia (l’altra metà “è nostra”!), mia moglie, suo papà, Vito, Luca, Ruben, Valerio, Omar, Teo, Marco, Elvio, Daniele da Follonica e tanti altri amici, che dal momento del fischio finale vedranno un mondo capovolto: l’aria senza smog, i prati più verdi, la suocera meno antipatica, la bolletta della luce più leggera, e poi al lavoro “perché c’è quello juventino che….”. E poi per il tifoso granata è un doppio godimento: primo perché ha vinto la propria squadra, secondo perché ha perso la Juve…mi rendo conto che chi non conosce i granata torinesi non può capire fino in fondo questa che può apparire una banalità.
Qualche anno fa quando il Toro era in B e calciopoli non era ancora diventata roba da prima pagina, Gian Paolo Ormezzano, giornalista sportivo e “cuore granata” ad un suo collega che gli chiedeva il suo sogno calcistico rispose “Vorrei che il mio Toro vincesse il prossimo derby… in B”. a riprova che per un tifoso granata una sconfitta juventina può valere anche di più di una vittoria della propria squadra.
Invece per i tifosi bianconeri vincere un derby ha il piacevole sapore della riconfermata superiorità sui più deboli e fastidiosi cugini. Due giorni dopo, il derby sarà una partita già dimenticata da archiviare come tante altre.
Sono stati scritti chilometri di inchiostro per descrivere i tifosi delle due squadre. Aristocratici e fighetti i bianconeri, popolari e sanguigni i granata. Categorie che negli anni si sono mischiate, confuse, annacquate. La Juve ha acquisito dal boom migratorio il tifo dei meridionali e quello del Toro e diventato più elitario. Gli juventini sempre fedeli alla proprietà (e come poteva essere altrimenti con chi ha garantito loro successi a gogò) mentre i torinisti sempre a contestare i vari presidenti colpevoli di gestioni fallimentari…
…qualcosa di familiare con le nostre (del Bologna) amarezze. Insomma, da questo punto di vista, direi che la storia contemporanea e antica del Toro può senza dubbio essere accomunata a quella del Bologna, in particolare per ciò che riguarda gli ultimi trent’anni. Nobili decadute che hanno patito retrocessioni, tifoserie in perenne sofferenza, problemi societari ed economici, squadre relegate a ruolo di provinciali – categoria a cui le rispettive tifoserie non vogliono riconoscersi – e negli ultimi anni regolarmente dietro a formazioni come il Chievo.
Ciò che rende più “vicine” le nostre due tifoserie è il modo di vivere la propria passione, i ricordi, le storie, gli aneddoti, i frequenti torti o i rari colpi di fortuna. “Noi” ci ricordano perfettamente di quella partita vinta (o persa) un mercoledì sera di ventisette anni fa in Coppa Italia contro l’Avellino o, chessò, il Perugia o il Cosenza, per un gol all’ultimo minuto. Per contro, lo juventino si è già dimenticato la formazione che vinse la “cempionslig” contro l’Ajax del ’96.
E mentre gli juventini guardano avanti, i granata hanno spesso lo sguardo rivolto al loro glorioso passato, cosa che ha impedito loro di affrontare più realisticamente la dura realtà di questi anni. Inoltre sono vittimisti. Sempre convinti che tutti e tutto sia contro di loro, dal “palazzo” al “destino cinico e baro”.
Per carità, la sfortuna e i drammi non gli sono mancati, dalla sciagura di Superga al tragico incidente in cui Gigi Meroni fu travolto dall’auto guidata da un giovane tifoso granata, tal Attilio Romero che diventerà nel 2000 il presidente del Toro!
Il tifoso della Juve si sente di un altro pianeta, l’Italia gli sta stretta e i suoi tifosi conoscono di più i panchinari del Psg o del Bayern che i titolari del Cagliari. Mettono in discussione giocatori che da noi anche se giocassero con una gamba sola avrebbero il posto da titolare fisso. Quando legge il quotidiano sportivo lo juventino si ferma alle prime pagine, tanto il calcio minore, quello di B, della Prima divisione non gli interessa. Tanto i nomi degli atleti riportati su quelle pagine non finiranno mai nelle loro fila. Loro sono proiettati ed esigono il “top player”. Neanche si ricordano di aver acquistato Llorente, Pepe ex nazionale se lo son già dimenticato, Giovinco non lo vogliono vedere nemmeno con il binocolo, Quagliarella, come Matri, è appena sopportato dai più.
Quindi meglio la Juve o il Toro? Una domanda che potrei non farmi, anche perché per “il tifoso” esiste solo un cuore è il mio è colorato di rosso e di blù. Certo, dire la Juve sarebbe un’eresia, dichiarare la preferenza per il Toro sarebbe una forzatura, per una ragione ben precisa: la rivalità! Che oggi non può che essere con la squadra che fu del grande Valentino Mazzola, del “poeta del gol” Claudio Sala e del suo compagno di squadra, tuttora idolo della Curva Maratona, Paolino Pulici. Perdere con la Juve ci sta…aimè. Col Toro no! Una partita con i granata non è accademia, ormai ci si giocano i tre punti che possono significare “inferno o paradiso”, e la cosa brutta e che i tifosi rossoblu e granata si sono quasi rassegnati a identificare il paradiso con l’ultimo posto nella parte sinistra della classifica.
Per tornare al clima del derby…si, ci sono gli sfottò nei bar, nei luoghi di lavoro come d’altronde accade dappertutto, ma nulla di più. Tra l’altro la crisi economica, le discussioni sui problemi quotidiani hanno rubato molto spazio al calcio, persino il lunedì. Poi però, al momento della partita l’Olimpico o lo Juve Stadium si riempiono di passione e l’atmosfera diventa la medesima di qualsiasi altro derby.
Non so se vedrò la partita e comunque voglio immaginare che domenica, sugli spalti dell’Olimpico, ci saranno tutti i miei amici tifosi della Juventus e del Torino, e auguro loro di dividersi in parti uguali la soddisfazione per un risultato positivo sia per la conquista dello scudetto che per la salvezza… però dietro di noi, soprattutto grazie alle prossime “cappelle” del loro portiere di cui non ricordo ne il nome ne la nazionalità.
Maurizio gestisce un suo blog, che potete trovare a questo indirizzo: http://mauriviet.wordpress.com/
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