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Calcio

Il punto sul Campionato – 26 Nov

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SERIE A  13° Giornata

 Doveva succedere ed è successo: la Juventus torna nel posto che le compete, e cioè in testa alla classifica, e lo fa al termine di una giornata che esprime perfettamente la differenza che corre tra il team di Conte e la pur ottima Roma di Garcia: l’avere un reparto offensivo completo.
Se infatti i giallorossi vengono fermati soltanto da un ottimo e sorprendente Avramov, che regala al Cagliari un punto d’oro, va sottolineato il fatto che seppure il gioco e le occasioni non le siano mancate, alla Roma è mancato un vero finalizzatore, di quelli capaci di trasformare un potenziale gol in un gol effettivo. Capacità questa che Llorente dimostra di avere segnando una splendida rete nella faticosa vittoria della Juve a Livorno: successo come detto faticoso ma senza dubbio meritato per quanto visto in campo.
Invece nei capitolini sono emerse le lacune di un attacco penalizzato dagli infortuni (Destro, Totti) e da chi è appena stato recuperato (Gervinho, Borriello) e questo, unito alla grande giornata di Avramov, ha appunto causato il cambio di leadership in questa Serie A 2013/14: nessun dramma però, la truppa di Garcia ha qualità di gioco e una difesa super, e quando rientrerà capitan Totti tutto sarà ancora possibile.
Alle spalle di Juve e Roma perdono terreno le inseguitrici: il Napoli paga dazio ad una rosa poco ampia qualitativamente e forse all’essere psicologicamente troppo proiettato all’impegno di Champions e frana in casa contro un Parma decisamente sottovalutato nel quale risplende ancora una volta Cassano, a cui forse l’aria di provincia può permettere di esprimersi al meglio. L’Inter, analogamente alla Roma, paga lo scarso peso di un reparto offensivo forse non all’altezza senza Milito e la giornata di grazia del redivivo Curci, che riscatta alla grande la penosa prestazione offerta contro l’Atalanta risultando decisivo in diverse occasioni. La Fiorentina infine, che tra le squadre citate aveva forse l’impegno tecnicamente più difficile in trasferta con l’Udinese, viene beffata da Herteaux e – al di là delle lecite recriminazioni per l’ennesimo abbaglio arbitrale a sfavore – soffre anch’essa l’assenza di Mario Gomez, colui che doveva contribuire al salto di qualità rispetto alla Fiorentina splendida ma che faticava terribilmente ad entrare nell’area avversaria vista nella scorsa stagione.
Totti, Milito, Gomez: quando rientreranno questi tre giocatori forse vedremo certe partite finire con esiti diversi, ma con i se e con i ma del resto ci si fa poco.

Si ferma il Verona, sconfitto nel derby dai cugini del Chievo dove ritorna alla grande in panchina Corini, uomo della provvidenza che già la scorsa stagione aveva fatto capire quanto potesse incidere in termini di risultati: forse la colpa non era solo di Sannino, certo è che stavolta il cambio di allenatore pare essere stato propedeutico.
Così come per il Genoa, che da quando è tornato Gasperini sembra letteralmente un altra squadra, capace di imporre il pari in 10 ad un Milan che non sarà lo squadrone di qualche stagione fa ma è pur sempre il Milan: capire cosa non va nei rossoneri è difficile, sicuramente è un insieme di cose, da una difesa che non da sicurezza al resto della squadra ad un centrocampo assemblato probabilmente male per finire con un attacco dove il solo Kakà – probabilmente il giocatore su cui in tanti contavano meno visto che era dato per finito – sembra splendere. Dare tutta la colpa a Balotelli sarebbe sciocco per me, ma di sicuro il ragazzo non c’è ed il proteggerlo ad oltranza non può fargli che male, quando invece dovrebbe prendersi finalmente le sue responsabilità e dimostrare sul campo di meritare i soldi che guadagna e l’attenzione mediatica che riceve: condannarlo per il rigore sbagliato sarebbe francamente troppo – i rigori li sbaglia chi li tira – ma farlo per un atteggiamento mentale (e pare professionale) irritante no. Anzi, è doveroso, anche se nel Milan attuale mi sfugge chi potrebbe farlo.
Allegri infine non è sicuramente esente da colpe, ma rimane difficile immaginare un altro allenatore capace di fare meglio considerando la rosa decisamente poco competitiva e tutto il marasma societario causato dai guai di Berlusconi e dalla lotta intestina tra sua figlia Barbara e Galliani. Gli arrivi di Rami e Honda a Gennaio potranno forse migliorare la situazione, ma il rischio di non entrare minimamente in lizza per la zona-Champions è più che concreto, con un allenatore esautorato, una società confusa e diversi giocatori irriconoscibili: che fine abbiano fatto El Sharaawy, Robinho, Nocerino è un mistero, e consideriamo che si parla di giocatori che non molto tempo fa erano nazionali.

Mihajlovic fa il suo esordio sulla panchina della Sampdoria ed è un buon punto, quello guadagnato contro la Lazio, anche se a occhio sono più i demeriti dei biancocelesti che i meriti dei blucerchiati: il gol la squadra di Petkovic lo manca in ogni modo e lo trova solo nel finale e con Cana, sicuramente il meno atteso in certe situazioni, ed è un gol che sancisce un risultato sicuramente giusto ma che con un po più di mestiere la squadra genovese poteva addirittura evitare. Peccati di inesperienza su cui Mihajlovic dovrà decisamente lavorare, e non sarà cosa facile, così come Petkovic dovrà rigenerare un bel po di giocatori appannati per tornare competitivo. Bella vittoria del Sassuolo, decisamente ripresosi dopo l’impatto-shock con la Serie A: brava la società a dare fiducia a Di Francesco, un tecnico serio e preparato che ha saputo lavorare sulla testa dei giocatori, ed i risultati si vedono. L’Atalanta di quest’anno è quel che è, una squadra che alterna buone prestazioni ad altre assolutamente dimenticabili, e quella con i neroverdi è stata una di queste: l’obbiettivo-salvezza rimane comunque ampiamente arrivabile.
Mentre si fa sempre più difficile la situazione per quel che riguarda il Catania, a cui il cambio di panchina (a differenza di Genoa e Chievo) pare non aver giovato: pensare che la colpa fosse di Maran, autore del record di punti in Serie A degli etnei, era decisamente poco serio, ed infatti il suo sostituto De Canio non sembra poter fare molto. Certo è che se a una squadra come il Torino regali due reti le cose non possono che mettersi in salita, anche se un applauso va fatto ai granata che hanno in Ventura uno dei migliori tecnici (a mio avviso) del campionato e in Cerci uno dei talenti più splendenti: se a questi aggiungiamo un Immobile che pare tornato sui suoi livelli…

Come previsto questa estate comunque il campionato sta offendo buoni spunti, e se la lotta per la zona-Champions con il tempo sfoltirà le sue partecipanti quella per la salvezza appare più incerta che mai. In buona sostanza un bel campionato, dove le sorprese sono dietro ogni angolo e dove ogni partita non è mai facile. La sola squadra che sembra fare storia a se, come nelle scorse due stagioni, è la Juventus, che se ha vinto in questi mesi pur quando non ha girato a pieno regime lascia intendere di cosa può essere capace ora che la squadra sta ritrovando la sua ben nota compattezza e che “l’Apache” Tevez si conferma uno dei migliori giocatori del torneo se non il migliore. E con un Llorente in più nel motore, giocatore che da profondità, fisico e gioco di sponda: Gomez, Milito e Totti devono tornare al più presto, o il gap potrebbe diventare incolmabile…

 

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