Calcio
Il Punto sul Campionato: 27^ Giornata – 12 Mar
Il campionato italiano si è livellato verso il basso. La provocazione di Capello nei confronti di Conte, avvenuta tempo fa, poteva essere evitata ma aveva al contempo basi solide e facilmente riscontrabili.
La 27^ giornata ne è la conferma: una Juventus non irresistibile allunga addirittura verso lo Scudetto, Roma e Napoli giocano una gara bruttina che i campani vincono – in casa – giocando di contropiede. La Fiorentina scialba vista allo Juventus Stadium mantiene comunque il suo quarto posto, mentre immediatamente dietro c’è un Inter che gioca da provinciale.
In coda la quota-salvezza si abbassa ancora, lasciando barlumi di speranza anche a chi in 27 gare ha fatto appena 4 vittorie (Bologna), 20 reti (Catania) e la miseria di 18 punti (Sassuolo)…
Insomma il nostro sarà anche il campionato più equilibrato d’Europa, ma il livellamento è stato soprattutto verso il basso. E intanto, mentre scrivo, il Milan – ultima nostra rappresentante in Champions League – è appena stato fatto a pezzi dall’Atletico Madrid: il tempo dei grandi campioni – stranieri e non – appare oggi malinconicamente lontano.
#01 – JUVENTUS (72 Punti)
Strappo decisivo, che consegna virtualmente uno Scudetto che in pochissimi potevano ancora mettere in dubbia alla banda di Conte. Che vince non senza affanni contro una Fiorentina certo non irresistibile, che però trova una Juventus molle e poco ispirata nonostante il calore dello Stadium.
La gara la risolve Asamoah, che in un paio di occasioni già aveva provato a pungere, grazie ad un gol fantastico che è solo la ciliegina su una partita eccellente da parte del ghanese per intensità e voglia: davvero strano che ogni volta che si parla di rinforzi per la Juve si tocchi il discorso-esterni di centrocampo, dove anzi i bianconeri hanno due giocatori con i fiocchi come l’ex-Udinese e Lichsteiner. Come detto, una Juventus che forse comincia a mostrare qualche segnale di stanchezza e appagamento, ma che comunque difficilmente perderà qualche punto per strada visto che pure quando è poco ispirata riesce a trovare i 3 punti grazie alla qualità dei suoi interpreti.
#02 – ROMA (58 punti)
Rudi Garcia è sicuramente l’allenatore dell’anno dopo Super-Conte, eppure anche lui è umano: come accaduto in altri (rari) casi, propone in trasferta contro il Napoli un idea tattica che convince pochi e che alla fine non paga, anche se la sfortuna gioca un ruolo fondamentale. Quando viene aspettata, questa Roma difficilmente riesce a fare male, soprattutto se all’assenza di Strootman si aggiunge quella di Totti e la scelta di non affidarsi ad una punta di ruolo come Destro, tenuto inspiegabilmente in panchina quasi tutta la gara. Gervinho è fenomenale, ma quando deve concludere emergono i suoi limiti, come quelli caratteriali di un Ljaic che spesso è l’uomo in meno dei giallorossi. La sconfitta forse non ci sta, ma non è certo clamorosa, e il Napoli si rifà sotto, anche se i giallorossi devono ancora recuperare la gara contro il Parma, che tuttavia in questo momento appare un avversario decisamente non facile.
#03 – NAPOLI (55 punti)
Vittoria fortunata e astuta per il Napoli, che sconfigge la Roma e rilancia le sue quotazioni: il terzo posto appare sicuro, il secondo ancora alla portata.
Manca Jorginho e si vede, in termini di manovra. Benitez è bravo a non cadere nella trappola di Garcia, che intende colpire in contropiede, e attende i giallorossi: fin troppo, visto che in più di un occasione è bravissimo Reina a negare la rete degli ospiti. Un guizzo finale e sorprendente dell’ottimo Callejon, ben servito da Ghoulam, risolve la gara per i partenopei, che semmai devono interrogarsi sulla forma scadente di Hamsik e su un Higuain lasciato davvero troppo solo. Ma arriva la vittoria, e chi vince ha sempre ragione.
#04 – FIORENTINA (45 punti)
L’orizzonte Champions League svanisce sempre più al fronte di infortuni pesanti, errori individuali e tanta sfortuna. Contro la Juventus i Viola si dimostrano timorosi eppure contengono bene i Campioni d’Italia, anche se devono capitolare sulla perla di Asamoah. Nel secondo tempo – e grazie all’innesto di Gomez – la Fiorentina cresce ma punge poco, anche se il gol annullato a Diakité poteva anche essere convalidato e il colpo di testa di Matos, seppure non irresistibile, coglie la traversa. Più che inseguire il terzo posto, con questa condizione di forma, conviene guardarsi dietro.
#05 – INTER (44 punti)
La truppa di Mazzarri avanza, conquistando i tre punti grazie ad un capolavoro di Palacio – non nuovo a questo genere di gol – e ad una retroguardia che seppur rimaneggiata si mostra compatta e sicura annullando le velleità di Cerci e compagni. Non una gran prestazione sotto il piano del gioco, ma piace quest’Inter dal punto di vista caratteriale. Arrivano i tre punti, ed in questo momento è quello che conta maggormente, a puntellare un quinto posto che non sarebbe male come piazzamento finale. In attesa del primo vero mercato di Tohir e Ausilio.
#06 – PARMA (43 punti)
Chi mi segue sa quanto stimi Donadoni, quanto reputi ingiusto il trattamento ricevuto a suo tempo dalla Federazione quando guidava la Nazionale e quanto pensi che meriterebbe di nuovo una chance ad alto livello.
Notevole la quantità di uomini che i ducali hanno saputo rigenerare: si va da un Cassano che potrebbe clamorosamente rientrare nel giro della Nazionale ad Amauri, a secco per un girone ma mai sfiduciato, passando per un Parolo tornato sui livelli di Cesena. La novità è Schelotto, bruciato dall’Inter di Stramaccioni quando era uno dei migliori esterni della A e che, dopo un girone dimenticabile al Sassuolo ha ritrovato se stesso in gialloblù: suo uno dei due gol che stendono il Verona e che permettono agli uomini di Donadoni di inanellare il 15° risultato utile consecutivo e di sognare l’Europa.
Davvero una grande stagione per il Parma.
#07 – VERONA (40 punti)
Si è un po sgonfiato, come era logico che fosse, il giocattolo di Mandorlini: forse gli avversari non lo sottovalutano più come avvenuto nel girone d’andata, o forse la partenza di Jorginho a gennaio ha tolto al centrocampo una geometria che Cirigliano non riesce a restituirgli. Fatto è che gli scaligeri vengono sconfitti e distaccati da un Parma decisamente più in forma e vedono allontanarsi un piazzamento in Europa che è sempre sembrato difficile ma che ora appare davvero impossibile: ciononostante, il campionato – che li vedeva principali indiziati alla retrocessione – è da applausi come il fatto di aver restituito al grande calcio il bomber Luca Toni e l’ex-promessa Iturbe.
#08 – LAZIO (38 punti)
In un campionato tecnicamente mediocre anche una squadra mediocre come questa Lazio, con un po di continuità, poteva issarsi dal centro-classifica.
Purtroppo la continuità è sconosciuta per la squadra di Reja, che alterna prestazioni buone ad altre molto meno convincenti: è questo il caso della gara con l’Atalanta, affrontata senz’anima e persa per un gol di Moralez a cui i biancocelesti non riescono a rispondere, complice anche un attacco che senza Klose vale davvero ben poco.
#09 – TORINO (36 punti)
I tifosi granata non saranno certo delusi, ma quest’ultimo mese è stato davvero deludente per un Torino che a gennaio pareva poter ambire ad un piazzamento europeo. Invece sono arrivate numerose sconfitte, che hanno coinciso con l’abbassamento di rendimento di Cerci e Immobile e con una panchina corta e di scarsa qualità. Come nel caso del Verona, però, rimane un campionato più che positivo per Ventura e i suoi, e anche con l’Inter la sconfitta matura solo dopo una magia difficilmente replicabile di Palacio.
#10 – MILAN (35 punti)
Ennesima sconfitta di una stagione disgraziata, nata male e continuata male nonostante l’arrivo di Seedorf abbia prodotto qualche fiammata d’orgoglio almeno all’inizio. Le colpe del tecnico non sembrano evidenti, come del resto non lo erano quelle di un Allegri che ha pagato per tutti: la squadra, inutile girarci intorno, è fragile in difesa e evanescente in attacco, mentre a centrocampo diversi giocatori – Montolivo su tutti – sono l’ombra di quel che furono. Difficile comunque dire chi sia più colpevole tra i giocatori, meglio forse indirizzare le accuse ad una società che ha fatto un mercato imbarazzante e ha cercato anche di far passare alcuni agnelli per dei leoni.
Che la testa fosse alla Champions – dove peraltro la squadra è stata sgretolata – non è una giustificazione, ma anzi l’ennesimo indice di mancanza di mentalità vincente, quella lamentata da Gattuso e Boban ai tempi e rimarcata da Weah su Twitter. Questo Milan, che quando vince lo fa per colpi di fortuna come avvenuto contro Cagliari e Bologna, è imbarazzante.
#11 – GENOA (35 punti)
Sconfitta sfortunata e ingenua per il Genoa, che cade a Verona con il Chievo per due rigori netti ed evitabili. L’attacco gira male, manca Antonelli – uno dei più positivi quest’anno – e si vede. Ma se la sconfitta con il Chievo brucia, il campionato rimane positivo, con una salvezza ottenuta quasi subito e che non andava affatto data per scontata.
#12 – SAMPDORIA (34 punti)
L’apporto di carattere che Mihajlovic ha dato ad una Sampdoria che, prima del suo avvento, ne era completamente sprovvista l’ho sottolineato sempre. La dimostrazione, per chi avesse ancora dei dubbi, arriva contro il Livorno: messi sotto da una sorprendente doppietta di Mbaye (Inter, a proposito…fatti scappare pure questo, mi raccomando!) i blucerchiati risorgono dopo l’intervallo, e cioè dopo aver fatto quattro chiacchiere vis-a-vis con il tecnico serbo. Che non sarà un grandissimo stratega, ma è uomo tutto di un pezzo che con chi lo segue sa creare un legame unico. Gabbiadini sempre più convincente, mentre è da sottolineare anche la crescita di Krsticic.
#13 – ATALANTA (34 punti)
Solita Atalanta ondivaga, capace di tutto e del contrario di tutto. Stavolta colpisce in trasferta, affondando una Lazio senz’anima grazie ad un gol di Maxi Moralez e alla prova convincente dei suoi uomini, messi benissimo in campo da un Colantuono che potrebbe anche essere uno dei nomi nuovi del calcio italiano. Bravi gli orobici ad aver piano piano inseguito una ampia salvezza che ogni anno arriva ma che ogni anno non deve essere data per scontata.
#14 – UDINESE (31 punti)
Se il Milan fosse una buona squadra, la vittoria ottenuta sabato contro i rossoneri potrebbe essere definita una vittoria di prestigio: invece, con i rossoneri che possono essere messi in difficoltà quasi da chiunque, la vittoria matura perfino troppo tardi, al quasi-tramonto di una gara giocata bene dai friulani. Significativo che a segnare il gol da tre punti sia ancora lui, Totò Di Natale, che in molti ingenerosamente avevano dato per finito e che invece dimostra di avere ancora qualche cartuccia da sparare e che sicuramente, facendo le somme, è in credito verso la società di Pozzo.
#15 – CAGLIARI (29 punti)
Buona prestazione dei sardi in trasferta: contro un Catania poco lucido poteva addirittura arrivare la vittoria, ma anche il pareggio è un risultato che conta e che virtualmente rende il team di Lopez salvo. Impresa tutt’altro che facile, visto che ad un mercato estivo mediocre aveva fatto seguito un mercato invernale addirittura peggiore, con la partenza di Nainggolan e gli arrivi dei misconosciuti Adryan e Vecino: è proprio quest’ultimo, talento in prestito dalla Fiorentina, a segnare il gol del vantaggio, confermandosi in gran forma.
Salvarsi, pur se nella mediocrità generale di una bassa classifica che è forse la più scarsa d’Europa, è un buon risultato per una squadra che ha passato tutto quel che ha passato (stadio, Cellino in carcere, immobilismo sul mercato) nelle ultime stagioni.
#16 – CHIEVO (24 punti)
Vittoria di rigore contro il Genoa, ma prima di tutto vittoria di carattere. I gialloblù infatti, non certo brillanti come gli ospiti sul piano del gioco, si impongono grazie alla tenacia e al fatto di crederci fino all’ultimo minuto. Se salvezza sarà non sarà stato di certo facile, visto il graduale impoverimento, anno dopo anno, della rosa. Nell’epoca dei tre punti, tuttavia, una vittoria pesa tantissimo, soprattutto se arriva in pieno recupero come in questo caso.
#17 – BOLOGNA (23 punti)
Terribilmente a disagio quando si tratta di gestire il pallone, a maggior ragione in assenza di Kone, i felsinei sono però discretamente solidi dietro. Peccato che contro il Sassuolo non bastasse il pareggio ma servisse una vittoria che avrebbe permesso di respirare. Invece il Bologna si fa vivo dalle parti della porta di Pegolo tardi e in poche occasioni, peraltro non nette. Il pareggio è – purtroppo – un risultato giusto che invischia ancora di più Ballardini e i suoi nelle sabbie della zona retrocessione. Da dove sarà difficile uscire senza qualcuno capace di inventare un gol risolutore: questo era Diamanti, con tutti i suoi difetti, ma ora che Alino è in Cina…
#18 – LIVORNO (21 punti)
L’ennesima grande prestazione – per un tempo – degli uomini di Di Carlo viene purtroppo vanificata da una fragilità caratteriale che permette alla Sampdoria, una volta trovato il gol dell’1 a 2, di trovarne altri 3. Un altra sconfitta dovuta a una mezzora di blackout che in Serie A è imperdonabile.
O meglio, lo era un tempo, visto che con questa Serie A tutto è possibile, anche salvarsi dopo una stagione imbarazzante: tutto dipenderà dal prossimo turno, quando i labronici ospiteranno il Bologna, che li precede di due punti.
Vincere potrebbe dare il via alla rincorsa alla salvezza e portare per la prima volta il Livorno fuori dalla zona-retrocessione. Sarà una partita da cardiopalma, dunque, almeno da un punto di vista emotivo.
#19 – CATANIA (20 punti)
Avere il peggior attacco della Serie A (appena 20 reti, di cui 4 realizzate in un giorno di follia della Lazio) non è certo un bel biglietto da visita per chi insegue la salvezza. Quel che lascia interdetti è che questa è sostanzialmente la stessa squadra – “Papu” Gomez escluso – che la scorsa stagione, sempre con Maran in panchina, aveva fissato il record di punti della storia etnea in A.
Quest’anno niente è girato per il verso giusto, la squadra si è incartata su se stessa perdendo convinzione nei propri mezzi e la retrocessione appare davvero dietro l’angolo. C’è stata però anche tanta sfortuna, e allora se il vento cominciasse a soffiare per una volta dalla parte giusta anche i rosso-azzurri possono sperare in una permanenza in A che, in altri tempi, sarebbe stata già matematicamente persa a questo punto della stagione.
#20 – SASSUOLO (18 punti)
Il ritorno in panchina di Di Francesco in luogo di un Malesani sfortunato – ma che forse non andava nemmeno chiamato – ha portato ad una reazione caratteriale prevedibile e ad un buon punto ottenuto in trasferta contro un Bologna povero di idee e di gol. Rimane comunque un po poco per salvarsi, e anche se il quart’ultimo posto dista appena 5 lunghezze, ci vorrebbe un attacco dove non ci sia il solo Floro Flores a pungere.
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