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Calcio

Il punto sul Campionato – 27 Set

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Questa Roma che guida la classifica sembra prendere esempio dal suo capitano Francesco Totti e non vuole fermarsi più. A Marassi con la Sampdoria arriva la quinta vittoria in cinque gare, una vittoria da grande squadra ottenuta come sempre gestendo la partita e aspettando il momento per chiuderla, e anche se il merito va in gran parte a Benatia (che gol!) è altrettanto evidente che ancora tutto passa dai piedi di Totti, che entra e accende la luce. Poteva sembrare un impegno facile per i giallorossi, ma in realtà la Samp tiene botta e perde solo per i grandi meriti dell’undici di Garcia: avessero giocato così anche nel derby, di sicuro i blucerchiati non avrebbero perso come hanno perso ne sarebbero in una situazione di classifica imbarazzante. Dove può arrivare questa Roma? Ancora parlare di Scudetto sembra francamente troppo, ma rimane il fatto che una squadra così solida e ordinata, dove tutti sanno esattamente cosa fare e rendono per quel che valgono era da un po che non si vedeva nei dintorni di Trigoria: puntare allo Scudetto dunque può anche essere troppo, ma sognarlo mantenendo i piedi per terra…

Dietro la Roma ecco Inter, Juventus  e Napoli: i nerazzurri di Mazzarri dominano la Fiorentina in casa mostrando gran carattere, e la cura del tecnico livornese si vede soprattutto sulle cosidette seconde linee. Alvarez e Jonathan la scorsa stagione erano addirittura delle macchiette, mentre ad oggi sono tra i migliori del ruolo in A. L’argentino ha trovato fiducia ed esprime il meglio del repertorio sbandierato al suo arrivo in Italia ma finora mai visto, il brasiliano va che è un piacere, spinge e copre e inoltre segna un gran gol. Un altro recuperato da Mazzarri è Cambiasso, che segna per l’ennesima volta ai viola – ed è un gran gol, che dimostra che su di lui si può ancora puntare.
Anche se nella Fiorentina si è notata più che mai l’assenza dei centimetri di Gomez, del fiato di Cuadrado e delle geometrie di Pizarro, i viola non hanno demeritato: alla lunga però è emersa la maggior forza e rabbia di una squadra, l’Inter, che secondo me può davvero dire la sua nell’alta classifica. E’ bene non porre limiti alla provvidenza, anche se la stagione è lunga e gli impegni importanti devono ancora arrivare.

La Juventus continua a vincere senza convincere molto, ma questo in fondo è prerogativa delle grandi squadre. Certo, con il Chievo c’è voluto l’aiuto di un errore del guardalinee ed un autogol, e sono emersi i limiti di supponenza (o più probabilmente di un inevitabile rilassamento nervoso) di alcuni campioni acclamati. Se la Juventus rimane favorita per lo Scudetto, adesso quasi nessuno può giurare che lo sarà: certo, il terzo titolo consecutivo è ovviamente alla portata di Conte e i suoi, ma dovrà essere sudato come lo scorso non è stato. Esemplare il comportamento della dirigenza clivense che non polemizza con l’arbitro, del resto sono errori che per quanto macroscopici non devono far pensare a qualche favoritismo, ma bisogna anche tenere presente che sempre di errori decisivi ai fini di una partita si parla.

Il Napoli frena incredibilmente a Sassuolo, rischiando addirittura di perdere: sbagliato sottovalutare una squadra messa alle corde, che cambia intelligentemente modulo e risolleva qualche bel prospetto (complimenti a Zaza, primo gol in A) ma necessario il turn-over di Benitez, che deve pur tenere sulla corda le riserve in vista di una stagione che i partenopei intendono vivere da protagonisti sia in campionato che in Champions. Se poi le riserve non si rivelano all’altezza allora è tutto un altro discorso, ma realisticamente ci si poteva aspettare una reazione di orgoglio del Sassuolo dopo il 7 a 0 buscato dall’Inter.
Quindi, più che ai demeriti di alcune riserve del Napoli, renderei onore ai padroni di casa, che ora non sono più da soli in fondo alla classifica ma agganciano un Catania in crisi che aiuta la Lazio a rinascere. I biancocelesti adesso sono appena dietro la Fiorentina (che faticherà non poco a smaltire gli infortuni di Gomez e Cuadrado, come prevedibile) e mostrano come sempre un gran bel centrocampo, con un Ederson finalmente svegliatosi dal torpore del primo anno e con i soliti Lulic e Hernanes a chiudere una gara che gli etnei avevano provato a riaprire con Barrientos. Come si sa, il Catania ha molti giocatori in debito di condizione, l’errore sarebbe pensare che la colpa sia del tecnico o che l’obbiettivo stagionale non fosse che una tranquilla salvezza: se torneranno alcuni giocatori e Maran potrà lavorare la A sembra alla portata dei rosso-azzurri, altrimenti qualche rischio c’è.

Il resto della giornata mostra diverse cose interessanti: come un Livorno che non vuole perdere, e guadagna un altro punticino che ad Aprile sarà oro contro un Cagliari come spesso capita bello a metà. Anche l’Udinese torna lei, uno striminzito 1 a 0 contro un Genoa bruttarello e soprattutto rinunciatario, quando forse era il caso di aggredire i friulani sfruttando la carica emotiva – che ormai sarà stata persa – del derby vinto alla grande. Sorprendono in positivo Cerci ed il Verona, nel pareggio in trasferta degli scaligeri contro il Torino: bisogna che il resto della squadra granata assecondi il suo miglior talento, altrimenti si va da poche parti. Nei giallo-blù eterno Luca Toni, che dimostra anche capacità di leadership importanti, anche se sono molti i giocatori che stanno sorprendendo nella compagine di Mandorlini. Primo tra tutti lo stesso tecnico, abile a plasmare una squadra ordinata e compatta. Il Parma rinasce vincendo una partita pazza contro un Atalanta che stenta ad avere equilibrio: spesso sterile, quando si sveglia davanti finisce letteralmente impallinata dietro. Colantuono dovrà studiare qualcosa, ma anche Donadoni non deve dormire sonni tranquilli, visto che il suo Parma non sembra affatto una squadra definita e rabbiosa come il campionato richiede.

Chiusura finale come di consueto sul Bologna: nel 3 a 3 contro il Milan c’è da guardare il bicchiere mezzo pieno, dato che si parlava comunque di un avversario sulla carta proibitivo nonostante l’assenza di Balotelli. Intanto i felsinei hanno scoperto un ottimo Laxalt ed un bel Cristaldo, e poi hanno pagato dazio solo ed unicamente all’orgoglio dei rossoneri. Se la squadra giocherà ancora con questa intensità e magari sarà più fortunata la salvezza arriverà di sicuro. Anche se certo, se Diamanti la smettesse di scheggiare i legni…

 

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