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Calcio

Il Punto sul Campionato: 28^ Giornata – 19 Mar

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Una Serie A sempre più divisa in tronconi: appaiono definite le tre squadre in Champions, lo Scudetto sarà della Juventus mentre continua la lotta tra Roma e Napoli per il secondo posto. Fiorentina quarta forza del torneo, dietro di lei la rinata Inter e il sorprendente Parma. In mezzo un gruppone che poco o niente ha da chiedere ormai a questa stagione, su cui spicca il deludente e contestatissimo Milan di Seedorf. In fondo, cinque squadre si giocano la salvezza, con due scontri diretti che tanto potrebbero aver detto su chi rimarrà in Serie A e chi dovrà vivere l’inferno della B.

#01: JUVENTUS – 75 punti
I bianconeri, forse con la testa già a Firenze dove dovranno ribaltare l’1 a 1 dell’andata con la Fiorentina per passare il turno di Europa League, giocano male con il Genoa: Vidal è come se non ci fosse, gli esterni sono ben chiusi dagli uomini di Gasperini e palloni utili per Llorente non ne arrivano. Nel finale però viene fuori la grande squadra, che è appunto sempre composta da grandi giocatori: Buffon para un rigore evitando la sconfitta, poi Pirlo con una punizione magistrale regala addirittura i 3 punti agli uomini di Conte. Vittoria forse non meritatissima ma di carattere. Vittoria da campioni, appunto.

#02: ROMA – 61 punti
Successo con il brivido per la Roma contro un Udinese mai doma e sempre in partita, anche se dopo mezz’ora si poteva pensare che la gara fosse a senso unico: Totti torna e si vede, i gol e le occasioni arrivano e ne beneficia Destro, ancora a segno e stavolta schierato insieme al Capitano. L’Udinese non ci sta, ha una reazione orgogliosa, e forse i giallorossi la lasciano troppo giocare. Risolve la gara un gran goal dell’insospettabile Torosidis, prezioso jolly di fascia che stavolta trova il colpo da tre punti e rende vano il gol finale di Basta, sicuramente più avvezzo di lui alla rete. Non convince moltissimo questa Roma, eppure delle tre di testa questa giornata è quella che gioca meglio, a dimostrazione che la squadra è molto forte.

#03: NAPOLI – 58 punti
Vince anche il Napoli, anche se a differenza di Juventus e Roma i partenopei non solo giocano male, ma meriterebbero anche la sconfitta e invece trovano la vittoria grazie ad un contestatissimo gol di Higuaìn. Gol che infervora i granata, anche se da regolamento il contatto tra l’argentino e Glik, che cade in terra spalancando la via della rete, può anche essere considerato regolare. Un Napoli che deve ringraziare – come lo scorso turno contro la Roma – un gran bel Reina tra i pali che maschera i limiti di una difesa che balla terribilmente. Pessimo il centrocampo, che non filtra e poco crea.

#04: FIORENTINA – 48 punti
Per vedere il bel gioco bisogna andare a Firenze, dove i Viola regolano senza patemi un Chievo troppo più debole: apre le danze Cuadrado (gran goal) che poi si ripete anche come assist-man. Interessanti il ritorno alla rete di Matri e la seconda rete in due gare di Mario Gomez, che conferma quel che si diceva di una Fiorentina sfortunata: con il tedesco – e magari Beppe Rossi – il quarto posto sarebbe stato il minimo, invece per come sono andate le cose pare che sarà il massimo ottenibile in campionato.
Nelle coppe invece questa squadra può ancora sognare.

#05: INTER – 47 punti
Poco da dire, il lavoro di Mazzarri lentamente emerge smentendo chi – ed io ero tra questi, pur se non tra gli “accaniti” – non vedeva la differenza tra la sua Inter e quella di Stramaccioni. La differenza è invece la solidità, difensiva ma anche mentale: è su questo che il tecnico livornese ha lavorato con calma, conscio del fatto che in attacco c’erano ben poche scelte convincenti, preso atto che Milito è al capolinea e Icardi un po troppo acerbo. Grande prestazione di Jonathan, in passato troppo spesso crocifisso al di là dei suoi demeriti, e anche se Hernanes gira al minimo si vede che era quel che serviva a questa squadra.

#06: PARMA – 46 punti
Schiantare il Milan di quest’anno non è un impresa titanica. Ma mettere in fila 16 risultati utili consecutivi, sognare l’Europa e rilanciare Cassano facendolo durare oltre l’inverno non è roba da tutti. E’ roba da Donadoni, tecnico che si conferma capacissimo e che forse fa crescere più di un rimpianto in chi non ha preferito puntarci o – tuttalpiù – attendere la fine della stagione. Il Milan, già, quel Milan che lo ha snobbato in passato e che la sua squadra seppellisce di reti nonostante ci sia un punto della gara in cui il Parma sembra quasi mostrare pietà. Gran goal di Amauri, un altro che troppo troppo spesso passa dall’altare alla polvere a seconda degli umori.

#07: LAZIO – 41 punti
Che la squadra di Reja e Lotito sia settima in classifica la dice lunga sulla pochezza tecnica del nostro torneo. Per carità, come squadra non è male complessivamente, con anzi alcune individualità davvero degne di nota: Candreva, ormai stabile nel giro della Nazionale, non è il solo giocatore di livello di una squadra che però per quel che ha espresso in tutto l’anno potrebbe anche stare qualche posizione più sotto e nessuno si scandalizzerebbe. Contro il Cagliari due certezze trovano conferma: Marchetti è un signor portiere, e Keita pare proprio un predestinato.

#08: HELLAS VERONA – 40 punti
La salvezza, raggiunta con larghissimo anticipo, ha causato negli uomini di Mandorlini un comprensibile rilassamento che però rischia di diventare deprimente per i tifosi, che anche contro l’Inter – squadra decisamente superiore sulla carta, comunque – assistono ad una gara dove i gialloblù non rischiano praticamente mai di passare. Lo 0 a 2 alla fine è quasi un buon risultato, ma le ultime prestazioni non devono cancellare un campionato giocato sopra i propri limiti e che vede ancora la squadra all’ottavo posto.

#09: ATALANTA – 37 punti
L’Atalanta che non ti aspetti, che gioca bene, vince e convince contro una Sampdoria irriconoscibile sicuramente anche per merito degli uomini di Colantuono. Che passano con Bonaventura sugli scudi: come un giocatore così completo e di prospettiva sia sfuggito alle grandi squadre e come a 24 anni non abbia ancora avuto la sua possibilità ad alto livello è un mistero buffo del calcio italiano. Da notare anche la prova maiuscola di Denìs, gol e assist: l’argentino, che nelle sue prime esperienze italiane veniva definito un bidone, a Bergamo ha trovato il suo paradiso personale. Complimenti.

#10: TORINO – 36 punti
Crolla ancora il Torino, che rinuncia contemporaneamente a Immobile e Cerci eppure mette paura al Napoli rischiando più volte di vincere. Perde nel finale, per un gol discusso ma che può starci, per la troppa voglia di vincere ma si conferma squadra combattiva di cui i tifosi possono essere orgogliosi, al di là del fatto che cominciano ad essere parecchi i turni in cui i punti non sono arrivati. Il sogno europeo è sfumato, se c’è mai stato, ma rimane una salvezza centrata con tranquillità e bel gioco ed il rilancio – utile a tutto il calcio italiano – di due calciatori che sembravano bruciati come appunto Alessio Cerci e Ciro Immobile. Chi li vorrà dovrà pagare una bella cifra.

#11: MILAN – 35 punti
Altra sconfitta, purtroppo annunciata. I quattro schiaffi presi in Champions dall’Atletico pesano, ancora di più pesa la contestazione dei tifosi, veemente e rabbiosa. E sacrosanta, a fronte di una squadra senza ne capo ne coda dove nessuno sembra sapere quello che fa: a cominciare, purtroppo, da Seedorf. L’olandese è stato un grandissimo giocatore, forse presuntuoso ma con qualità tali da poterselo permettere. Purtroppo se da allenatore conserverà questa presunzione andrà poco lontano, visto che a differenza di quando giocava lui più di tanto in campo non può fare. Il Milan sembra una squadra in vacanza, in pochi ci mettono l’anima e purtroppo tra questi non c’è Balotelli, che anzi addirittura si mostra nervoso e – ma va? – immaturo. Cassano vince la sfida con Super Mario, che se non sta attento non solo rischia di ripetere la carriera del genietto di Bari Vecchia, ma addirittura di fare peggio. Va bene che il Milan non può dipendere da lui, ma almeno correre – con quel che guadagna – Balotelli potrebbe degnarsi di farlo.

#12: GENOA – 35 punti
Gasperini ha fatto un lavoro ottimo da quando è tornato sulla panchina del suo Genoa. La prova? La gara contro la Juventus, dove seppur sconfitta la sua squadra si dimostra ben organizzata e il suo calcio efficace e a tratti anche bello. Ok, i rivali non sembrano in gran forma, ma il merito è anche di una squadra letteralmente rinata sotto la gestione-Gasperini e che sta dando soddisfazioni ai propri tifosi navigando ben lontana da una zona-retrocessione che ormai da mesi non la riguarda più.

#13: SAMPDORIA – 34 punti
Crolla male contro l’Atalanta la Sampdoria più brutta della gestione-Mihajlovic, che giustamente a fine gara è nervoso. Prova incolore e senza la minima voglia quella dei blucerchiati, evidentemente appagati dai recenti buoni risultati e che dimenticano di avere un livello tecnico non così eccelso da potersi permettere di alzare il piede dal pedale. Male tutti, nessuno escluso: la Samp ripete il pessimo primo tempo dello scorso turno contro il Livorno senza però trovare, stavolta, alcuna reazione. Brutta prova davvero, che dimostra come ancora ci sia da lavorare per il tecnico serbo, pur senza nulla togliere ai meriti di un Atalanta – invece – solida e motivata.

#14: UDINESE – 31 punti
Fa quel che può questa Udinese, certamente lontana parente delle squadre che centrarono la qualificazione in Champions nelle scorse stagioni: una flessione dovuta e capibile, a parte che dal pubblico friulano, evidentemente abituatosi troppo bene le scorse stagioni. Vendendo ogni anno i propri gioielli e scommettendo su giovani sconosciuti può capitare di disputare un campionato in tono minore, ed è un peccato che sia Guidolin che Di Natale siano stati messi in discussione quando l’attaccamento alla squadra l’hanno dimostrato in più e più occasioni. Contro la Roma non va poi nemmeno così male, la squadra non sembra mai poterla spuntare ma tiene in apprensione i capitolini per tutti i 90 minuti, cosa che per una squadra così non è cosa da poco. Serve fiducia, serve calore: altrimenti i frutti non possono germogliare.

#15: CAGLIARI – 29 punti
Lopez contro la Lazio prova la difesa a tre e mal gliene incoglie: senza Astori i suoi crollano contro una rivale discreta ma certo non irresistibile, e lo fanno senza mostrare quasi niente di un complesso che comunque qualche buona individualità dovrebbe averla. Ibarbo invece è fumoso e inconcludente come purtroppo gli capita fin troppo spesso, e Pinilla fallisce un rigore, lui che è uno specialista dal dischetto.
La retrocessione, nonostante tutto, sembra impossibile per una squadra così, ma intanto il patron Cellino vola in Inghilterra e di fiducia per la prossima stagione, sull’isola, comincia ad essercene ben poca. Astori infatti dovrebbe partire, e se quando manca il difensore nel giro della Nazionale questi sono i risultati c’è da star freschi.

#16: CHIEVO – 24 punti
La Fiorentina, pur mostrando una difesa non irresistibile, in attacco è semplicemente troppo per questo Chievo. A maggior ragione a Firenze, e a maggior ragione con il ritrovato Mario Gomez. I clivensi vanno sotto grazie ad una magia di Cuadrado e da lì si capisce che la partita è segnata. Non è certo con squadre come la Fiorentina che il Chievo può guadagnare punti-salvezza, ma con le dirette concorrenti: cosa che al team di Corini tutto sommato riesce abbastanza bene e che lascia intravedere la luce in fondo al tunnel di un campionato iniziato male ma che può regalare l’ennesimo miracolo gialloblù.

#17: LIVORNO – 24 punti
La vittoria contro il Bologna vale molto di più dei tre punti che gli uomini di Di Carlo conquistano sul campo. Vale l’uscita dalla zona-retrocessione dopo tempo immemore, l’affossamento del morale di chi prima precedeva e ora insegue i labronici ed una ritrovata convinzione nei propri mezzi in Paulinho e compagni.
Il Livorno gioca benissimo questo scontro diretto, non gettandosi scriteriatamente all’attacco ma gestendo la gara e colpendo una volta che gli amaranto si rendono conto che da questo Bologna sterile hanno poco da temere. Benassi prima e Paulinho poi siglano un doppio vantaggio per un risultato che viene messo in discussione dal rigore di Lazaros nel finale ma che appare meritato. Salvarsi sarebbe un impresa enorme, a maggior ragione con l’assenza forzata di capitan Luci. Eppure attualmente questo Livorno, partito malissimo e poco attrezzato per rimanere in A, sarebbe salvo.

#18: BOLOGNA – 23 punti
Contro il Sassuolo, domenica scorsa, dovevano arrivare gol e tre punti e invece è arrivato appena un punticino senza reti. A Livorno era difficile essere fiduciosi, tuttavia in tanti speravano in una reazione d’orgoglio dei rossoblù, al secondo spareggio-salvezza consecutivo. E invece niente, arriva una sconfitta che fa piombare i rossoblù in una zona-retrocessione che finora era stata evitata più per demeriti altrui che per meriti propri. Difficile essere indulgenti con una squadra che fa una fatica terribile a segnare e che contro i labronici perde anche quella solidità difensiva alla quale si aggrappava. Un incubo vedere i giocatori arrancare senza una strategia, senza grinta. Un incuto dal quale da oggi sembra ancora più difficile svegliarsi. Oggi il Bologna sarebbe in Serie B.
Purtroppo per i tifosi felsinei, vi sarebbe meritatamente, a fronte di un campionato giocato malissimo sotto ogni punto di vista, tecnico e mentale. Cercasi miracolo.

#19: SASSUOLO – 21 punti
Contro il Catania in casa era una gara da non sbagliare, ed il Sassuolo del ritrovato Di Francesco non l’ha sbagliata, superando gli etnei e lasciando loro l’ultimo posto. Eppure alla fine del primo tempo, sotto di una rete, si poteva temere un crollo psicologico dei nero-verdi, mai invece apparsi così determinati. Il pari lo sigla Zaza, uno dei più deludenti in stagione ma che è ancora in tempo a rifarsi un nome, il vantaggio lo sigla pochi minuti dopo uno dei pochi reduci della B, Missiroli, il 3 a 1 che chiude la gara nel finale arriva da Nicola Sansone, altro talento che sembrava essersi perso dopo un buon inizio a Parma e che invece si è ritrovato nel Sassuolo. Tra le squadre che si giocano la salvezza, il team di Di Francesco è il più imprevedibile, capace di tutto e del suo contrario. Certo però che se alla squadra vista domenica si aggiunge uno come Berardi, ogni cosa diventa possibile.

#20: CATANIA – 20 punti
Il campionato da incubo del Catania continua anche contro il Sassuolo. In una gara che gli uomini di Maran chiudono con l’ennesimo crollo e l’ennesima sconfitta, fa riflettere un primo tempo chiuso addirittura in vantaggio grazie ad un gol del ritrovato Bergessio. Sintomo di una squadra disunita, con poche certezze e che fatica a controllare qualsiasi gara. In una normale Serie A di qualche stagione fa, gli etnei sarebbero già in B. Ma in questo campionato, con il Livorno quart’ultimo ad appena 4 punti, anche la miseria di 20 punti in 27 giornate può dare speranza. Basta che a Catania se ne rendano conto, la salvezza è ancora possibile. Ma urge cambiare marcia. Se non ora, quando?

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