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Calcio

Il Punto sul Campionato: 36^ Giornata – 7 mag

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Saldi di fine stagione: come spesso accade da che calcio è calcio, quando un torneo volge al termine i valori tecnici si assottigliano e contano le motivazioni, lo stato di forma e – ovviamente – quello che hai costruito nell’arco di nove mesi. Abbandonarsi a questo punto a facili dietrologie figlie di una cultura del sospetto che vige in tutto il mondo ma che in Italia ha – ahimè! – vita facile è sbagliato per due motivi. Il primo è che se davvero uno pensa che il calcio è così sporco da permettere accordi e partite vendute alla luce del sole allora deve guardarsi allo specchio e domandarsi perché lo segue; il secondo è che spesso sottolineare i presunti “trattamenti di favore” che i concorrenti ricevono significa nascondersi dietro ad un dito e non voler riconoscere i demeriti della propria squadra.
Diciamocelo chiaramente – e dolorosamente: questo Bologna meriterebbe la Serie B. Brutto da constatare, triste pensando alla piazza e alla storia che questa ha le spalle, per carità. Ma quando hai il peggior attacco di tutti i maggiori campionati europei (!), quando hai messo insieme 5 vittorie in 36 partite, quando giochi titolari l’improbabile Friberg a centrocampo ed il triste Bianchi (3 gol in stagione) come punta unica, è difficile dire che meriteresti la salvezza. Soprattutto se quelli con cui te la giochi possono vantare giocatori come Bergessio, Castro, Barrientos e Lodi. Oppure Sansone, Zaza, Berardi.

Diciamocela tutta: Roma e Fiorentina si sono presentate in condizioni tutt’altro che brillanti contro le dirette concorrenti del Bologna. Ma davvero siamo sicuri che di queste occasioni i rossoblù avrebbero saputo approfittare? Davvero si può dire che non c’è del merito anche da parte dei team di Pellegrino e Di Francesco? La triste verità è che il Bologna ha avuto 36 partite per non trovarsi in questa situazione, e non ne ha saputo imbroccare una che fosse una. E adesso soffre e si dispera, pur se ancora il destino gli darebbe un ultima occasione: domenica viene il Catania al “Dall’Ara”, sconfiggilo e magari ti salvi. Perdi e sei in B, e se in casa tua non riesci a importi nemmeno con chi sta sotto di te poco da dire, te lo meriti. Ma davvero Guaraldi e soci pensavano di salvarsi soltanto contando sul fatto che tutti avrebbero fatto sempre peggio del Bologna?  
Il Genoa che ha ospitato gli uomini di Ballardini domenica, poi, non è che fosse in gran spolvero. I felsinei le loro occasioni le hanno avute: certo, un paio, perché purtroppo questo è il triste volume di gioco che puoi mettere insieme quando il tuo uomo migliore è Lazaros, con tutto il rispetto per il greco – anzi, ce ne fossero come lui al momento. Un paio di occasioni, dicevamo: Bianchi ha sprecato vergognosamente, Paponi (!) idem, pur se nel complesso ha fatto persino meglio. La verità è che quel Genoa avrebbe perso, con il Catania e con il Sassuolo. E invece è finita 0 a 0, ed è persino parso un buon punto, perché per tutto l’anno a Bologna si sono abituati che in qualche modo le dirette concorrenti “aspettavano”. E invece…

Il resto del campionato non riserva grandi sorprese: Juventus campione d’Italia per la 30^ volta, meritatamente e senza che la conferma sia mai stata in discussione. Terzo titolo consecutivo signori, si può prenderla in giro quanto si vuole su quel che fa fuori dai confini, ma qui è padrona e di meglio non ce n’è. Conte rimarrà? Per me è probabile, anche se la voglia di fare meglio ogni anno potrebbe spingerlo all’addio e tutte le manfrine che ogni fine stagione puntuali arrivano (“resto? non resto? vedremo!”) qualcosa devono pur significare. La Roma, come detto, crolla ma è quasi logico considerando l’assenza di uomini e stimoli e l’inevitabile stanchezza che una stagione corsa sempre a 100 all’ora ha portato. Idem per la Fiorentina, che perlomeno ritrova Rossi e nel finale onora una gara non giocata per mezzora anche se di fronte c’era (come nel caso della Roma) una squadra viva e coraggiosa, non una banda di mollaccioni che corricchiavano per un pari.
Si anima la corsa all’Europa League, con l’Inter che perde meritatamente uno dei più brutti derby della Madonnina che io ricordi contro un Milan altrettanto brutto ma un po più convinto. Mandare via Seedorf, che sta letteralmente facendo le nozze con i fichi secchi e che è in pratica appena arrivato, sarebbe follia pura: purtroppo però non sembra un ipotesi improbabile, e nel caso c’è davvero da augurare buona fortuna ad un Milan che più di così non può fare e difficilmente farà. Il Torino onora i caduti di Superga vincendo contro il Chievo, il Parma sconfigge la Sampdoria, Lazio e Verona salutano i sogni europei con uno scoppiettante pareggio.

In coda, come detto, bene Catania e Sassuolo, malino il Bologna e malissimo Chievo e Livorno: i primi tornano in corsa per la retrocessione, i secondi praticamente vengono condannati alla B da un Udinese in ottima forma e dalla propria stessa difesa, capace di concedere 5 reti in un tempo. E’ la resa dei labronici, assolutamente male attrezzati per la Serie A e falcidiati nel tempo anche dagli infortuni a due giocatori chiave come Luci ed Emerson. Morale: per quanto si sia impoverita, questa nostra Serie A, se hai i numeri pessimi e i valori tecnici modesti degli amaranto non puoi pensare di rimanerci per grazia ricevuta.
Chi naviga appena qualche punto sopra prenda nota, invece di fantasticare su assurde teorie del complotto. 

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