Calcio
L’altro spogliatoio: il Belgio di Roberto Martinez
La strada verso la finale di Euro2020 comincia ad impennarsi per la Nazionale di Roberto Mancini. Questa sera nella sfida dei quarti di finale del Campionato Europeo, all’Allianz Arena di Monaco di Baviera, gli Azzurri incontreranno le Furie Rosse del Belgio, allenate dall’ex tecnico dell’Everton Roberto Martinez. Una Nazionale sulla cresta dell’onda da anni tanto da essere prima nel ranking FIFA.
PASSIVITÀ – Il Belgio è chiamato alla prova di maturità. La generazione d’oro dei belgi è attesa all’appuntamento con la vittoria di un torneo importante ormai da diversi anni e per alcuni calciatori belgi quella di Euro2020 potrebbe essere l’ultima occasione per farlo. Esempi immediati sono quelli di due totem del reparto difensivo belga come Jan Vertonghen e Thomas Vermaelen, ormai ultratrentenni e con diversi acciacchi fisici alle spalle. Proprio dalla maturità e dalla consapevolezza dei limiti del reparto difensivo è ripartito per costruire la sua formazione il CT Martinez.
Il Belgio gioca, da qualche anno, costantemente con un 3-4-2-1, una formazione che esalta in particolare le caratteristiche dei suoi difensori e dei suoi trequartisti. La difesa a tre rimane bloccata, viste le caratteristiche dei tre difensori forti fisicamente e abili nel gioco aereo. Col passare degli anni il Belgio ha preferito puntare su un modo di difendere sempre più passivo, a presidio della sua area di rigore. Una situazione che costringe spesso uno dei due esterni, Meunier (l’ex PSG gioca a destra, mentre a sinistra viene schierato un esterno più offensivo), a ripiegare sulla linea difensiva per dar manforte al trio. Le scalate a protezione della difesa e dei due trequartisti in aiuto sugli esterni creano un meccanismo che lascia talvolta soli i due mediani. La cerniera della mediana si trova così dover difendere un’ampia porzione di campo concedendo spazio sia sugli esterni, che centralmente. Il Belgio, come accaduto con Portogallo e Danimarca, viene così schiacciato nella propria area di rigore, portando costantemente l’avversario ad agire indisturbato sulla trequarti.
ATTACCO – Dal punto di vista della manovra offensiva, la situazione sopra descritta inevitabilmente spezza in due la squadra. Alla manovra in avanti partecipano solamente il centravanti, Lukaku, più i due trequartisti, gli esterni, in particolare quello che gioca sulla corsia mancina, e a turno uno dei mediani che si sgancia per cercare anche l’inserimento in area di rigore. La manovra è ovviamente affidata alla fantasia dei suoi giocatori offensivi, dai fratelli Hazard, passando per Ferreira Carrasco, Mertens e ovviamente Kevin De Bruyne. Ciò che però è interessante osservare è che spesso la squadra belga deve fare riferimento alla forza del suo centravanti Romelu Lukaku. L’interista è il miglior contropiedista belga, ma anche il punto di riferimento per la manovra belga contro difese schierate.
La costruzione dell’azione dal basso è spesso condizionata dalla difficoltà e dalla poca abitudine di alcuni dei componenti della difesa belga al possesso palla difensivo. Il pressing avversario costringe così la squadra belga a cercare il lancio lungo per rovesciare l’azione alla ricerca del loro centravanti. Così è nata l’azione del gol di Thorgan Hazard contro il Portogallo: al di là dell’errore di posizionamento del portiere lusitano Rui Patricio, l’azione si sviluppa grazie alla giocata da pivot di Romelu Lukaku, che difende il pallone e fa un’ottima sponda per i compagni al limite dell’area.
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