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Calcio

L’altro spogliatoio: la Spagna di Luis Enrique

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Penultimo atto. La Nazionale torna a Wembley, questa sera, di fronte a 65 mila spettatori gli Azzurri si giocheranno l’accesso alla finale di Euro2020. Roberto Mancini e i suoi ragazzi hanno già raggiunto un risultato incredibile, tornando, dopo la delusione del Mondiale 2018, nelle prime quattro di una manifestazione internazionale. Ma non è finita: questa sera ci sarà la concreta possibilità di vincere a accedere alla finale di domenica 11 luglio. Prima però c’è da battere la Spagna di Luis Enrique, reduce da un quarto di finale tiratissimo nel quale ha avuto la meglio sulla Svizzera, solo ai calci di rigore.

NUOVO CORSO – Luis Enrique ha optato per una rivoluzione. Un cambio generazionale repentino, e approfittando della stagione travagliata dal punto di vista fisico del capitano de La Roja, Sergio Ramos, ha optato addirittura per una lista senza alcun madridista in rosa. Una scelta che ha fatto molto discute in patria, ma che con qualche prevedibile difficoltà è valso la semifinale di Euro2020, risultato che alla Spagna mancava da ben 8 anni.
In difesa, l’esclusione del totem Ramos e del suo scudiero Nacho, riserva nel Real e sempre parte del gruppo della Nazionale, ha aperto le porte alle nuove leve. Laporte, naturalizzato spagnolo a poche settimane dall’Europeo, Pau Torres, protagonista dell’Europa League del Villarreal, ma anche il neoacquisto blaugrana Eric Garcia. Insomma, nomi nuovi per la Roja, nomi sui quali costruire il futuro, sempre con lo stesso intento proporre un calcio fatto di possesso e controllo del gioco e dei ritmi della partita. Fin da subito la Spagna ha mostrato fortemente questa volontà e la difesa delle Furie Rosse si è prestata perfettamente al ruolo di regista dell’inizio della manovra. D’altronde sia Laporte che Eric Garcia sono difensori dotati di ottima tecnica, così come i terzini titolari Cesar Azpilicueta e, ovviamente Jordi Alba. Le difficoltà comunque non sono mancate, basi pensare alla papera del portiere Unai Simon, nell’ottavo di finale contro la Croazia.

LA SFIDA A CENTROCAMPO – L’intera sfida passerà dalla capacità dei due centrocampi di avere il controllo della partita, sia in fase di possesso, che di non possesso. Per la Spagna il trio in mediana ha ritrovato solidità e ritmo con il ritorno davanti alla difesa di Sergio Busquets, colpito dal covid proprio a pochi giorni dall’inizio del torneo, e tornato a disposizione solo per la terza e decisiva sfida del girone, vinta 5-0 contro la Slovacchia.
Accanto a lui, precedentemente sostituito dal mediano del City Rodri, ecco Koke e Pedri, esperienza qualità e gioventù. Il centrocampo della Spagna coniuga qualità e prestanza fisica. Pedri è l’elemento di discontinuità col passato, nonché il giocatore a cui è delegata in buona parte la responsabilità di legare i due reparti. Sarà compito soprattutto di Jorginho limitarne l’estro sulla trequarti.
Così come sulla trequarti agirà uno dei due esterni spagnoli. Sulla destra infatti, l’assenza di Sarabia, infortunato, lascia spazio a Dani Olmo o Mikel Oyarzabal. Entrambi i sostituti dell’esterno del PSG hanno maggiori doti da fantasisti, e amano accentrarsi per costruire l’azione. Dall’altra parte, agirà invece Ferran Torres, esterno abile nel dribbling e con un ottimo fiuto del gol. Al centro dell’attacco inamovibile Alvaro Morata.
Gli azzurri dovranno fare attenzione soprattutto al settore sinistro della Roja, dove Jordi Alba è il cliente più pericoloso quando si sovrappone e arriva sul fondo.

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