Calcio
La Bottega dei Talenti – Mateo Retegui
L’argomento è caldo ed è stato già trattato. Ora però si ha anche la sicurezza, Mateo Retegui ha detto sì a Roberto Mancini e dunque sarà convocato per Nazionale Italiana. Gli Azzurri, infatti, in questa pausa avranno due sfide molto importanti contro Inghilterra e Malta, ovvero le prime due giornate del girone di qualificazione a Euro2024.
Ma chi è Mateo Retegui?
Mateo Retegui nasce a San Fernando, città nella provincia di Buenos Aires, il 29 aprile 1999. Cresce in una famiglia sportivi. Il padre Carlos José Retegui è stato un giocatore professionista di hockey su prato, nonché atleta olimpico per tre edizioni dei Giochi e successivamente allenatore e CT della Nazionale femminile, con cui ha vinto l’oro alle Olimpiadi di Tokyo 2020. Nella stessa Nazionale, gioca e giocava alle Olimpiadi anche Micaela Retegui, sorella maggiore di Mateo. Anche la madre di Mateo, Maria de la Paz Grandoli è stata una giocatrice di hockey su prato, seppur di minor livello.
Mateo però sceglie il calcio. Inizia a giocare a calcio nel settore giovanile del River Plate. Arrivato all’under 20, nel 2016, abbandona i Millionarios e si trasferisce ai rivali del Boca Juniors. Qui con la formazione under 20 gioca in “sexta division”, inizialmente da centrocampista. Successivamente il tecnico Claudio Vivas decide di spostarlo nella posizione di centravanti per via della sua grande attitudine nella finalizzazione. Da qui cambia la sua carriera. Nella stagione 17/18 fa parte della squadra xeneize che vince la Superliga, pur non esordendo mai; mentre, nella stagione successiva 18/19 esordisce con la prima squadra subentrando a Carlos Tevez nel finale di una gara di Superliga contro il Patronato.
Nella primavera del 2019, passa in prestito all’Estuadiantes. Qui segna il primo gol da professionista il 10 ottobre 2019, in Copa Argentina contro l’Estudiantes San Luis.
Dopo il prestito all’Estudiantes terminato con poche presenze durante tutto il 2020, torna al Boca per essere immediatamente prestato al Club Talleres di Cordoba. Qui è parte integrante del gruppo dei titolari, giocando talvolta dall’inizio. In questa stagione esordisce anche in Copa Sudamericana. A fine 2021, tra Superliga, Copa de la Liga e Copa Sudamericana collezione ben 44 presenze, mentre i gol sono appena 6 messi a segno, 4 in campionato e 2 in Copa, a cui aggiunge anche 4 assist.
Nel 2022 è il momento di un nuovo prestito questa volta biennale al Tigre, squadra proprio del dipartimento di San Fernando a Buenos Aires. E proprio vicino a casa trova la consacrazione. Col Tigre è amore a prima vista. In campionato segna 19 reti in 27 gare. A queste aggiunge anche tre reti in Copa de la Liga e una nel Trofeo de Campeones. Sono 23 in 42 presenze.
In questa stagione, poi, ha cominciato col piede sull’acceleratore. Nelle prima sei gare di campionato segna sei reti. 29 gol da maggio ad oggi, nessun attaccante italiano ha fatto meglio di lui e così Mancini decide di chiamarlo in Nazionale, grazie al passaporto che Mateo possiede per via del nonno materno originario di Canicattì.
In passato non è mai stato chiamato da nessuna rappresentativa albiceleste, né è mai stato preso in considerazione da Scaloni impegnato a preparare il gruppo per il Mondiale di Qatar.
186 cm x 81 kg, Mateo è un mesomorfo con una struttura fisica e muscolare molto importante. Di lui si notano soprattutto le ampie e possenti spalle. Possiede una forza fisica fuori dal comune, grazie alla quale è in grado di proteggere il pallone soprattutto quando è in corsa. Infatti, nonostante l’imponente stazza ha naturale propensione a portare il pallone ed è dotato di una discreta velocità sul lungo. Lo stesso non si può dire dello scatto sul breve, anche se è dotato di una sorprendente agilità nello stretto.
Destro naturale, Mateo è dotato di una discreta tecnica individuale ed ha nel piede debole, il mancino, una validissima soluzione per giocare il pallone e concludere in porta. Col piede forte è in possesso di una conclusione in porta molto potente e precisa, anche di prima intenzione. Davanti al portiere ha quasi sempre la lucidità necessaria per realizzare il gol nel migliore dei modi. Inoltre, è dotato di un buon colpo di testa.
Retegui, oltre che la freddezza, possiede anche la cattiveria tipica del bomber di razza. Il centravanti punta la porta con e senza il pallone. Quando è in possesso, e si trova lontano dall’area di rigore, il numero 32 del Tigre ama portare il pallone e puntare la porta anche se da lontano. In area di rigore diventa spesso immarcabile perché abile, soprattutto negli ultimi 16 metri, a liberarsi con un dribbling degli avversari.
Una caratteristica interessante che ha certamente colpito e convinto Mancini e il suo staff è la tendenza e capacità di Retegui di giocare, non solo in area di rigore, ma anche lontano dalla porta. Mateo si abbassa spesso per ricevere il pallone lontano dalla porta. Gioca efficacemente di sponda per i compagni. Tuttavia, non si può chiedere a Retegui giocate da trequartista. Il suo lavoro di sponda è efficace solo se elementare e ordinato, creando spazi e giocate che portino poi il pallone in area dove lui corre per posizionarsi e cercare di smarcarsi.
Non di rado, comunque, il numero 32 prova giocate che liberino e superino il pressing avversario per favorire la giocate dei compagni in profondità.
Inoltre, si allarga molto bene per provare a prendere il fondo e mettere il pallone in mezzo i compagni.
Dal punto di vista caratteriale, la cattiveria di Retegui davanti alla porta si traduce in grinta. Mateo è un giocatore che non demorde mai. Possiede un “motore” importante e non esaurisce mai le energie per scattare con o senza pallone, difendere il pallone e pressare i difensori avversari.
Nella Nazionale di Mancini, finora, è effettivamente mancato un giocatore con questa fisicità, la tendenza a venire incontro e poi buttarsi con profitto in area. Di certo, tra gli attaccanti “a disposizione”, è al momento il centravanti che ha il miglior rapporto tra fisicità, tecnica e freddezza nella finalizzazione.
Per lui ci sarà poi da valutare l’impatto con la realtà internazionale, magari già dalla sfida contro l’Inghilterra. Come abbiamo visto, Retegui ha sempre giocato in Argentina anche se, per via della sua esplosione, più di un club europeo si è interessato a lui, tra cui Milan e Udinese.
In passato, Francesco Totti all’avvio della sua attività da agente di calciatori, tentò vanamente di farlo acquistare dalla Roma. Infatti, l’ex numero 10 Roma è un grande fan del talento del “Tapano” (tafano in italiano, ndr), altro soprannome oltre El Androide affibbiatogli in Argentina. Vedremo, se in futuro, Totti tramite la sua agenzia si occuperà ancora di Retegui sul mercato italiano.
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