Calcio
La UEFA toglie la finale di Champions League 2027 a San Siro: il problema stadi in Italia è sempre più grave
Il provvedimento della UEFA nei confronti dell’impianto milanese aggrava sempre di più la situazione degli stadi nel nostro Paese
La questione stadi in Italia sta diventando sempre più problematica e difficile. Una condizione precaria che rischia di minare il futuro del movimento calcistico in Italia. Più ancora di quanto non lo stia già facendo. E ogni anno che passa sono un’occasione sprecata per il nostro Paese per progredire nelle infrastrutture.
La settimana del calcio italiano è partita con la notizia della finale di Champions League 2027 tolta a San Siro. Infatti, l’atto finale della massima competizione nella stagione 2026/27 avrebbe dovuto tenersi nell’impianto milanese. Ma la UEFA ha deciso che, visto il clima di indecisione attorno al “Meazza”, la gara non potrà svolgersi nel catino della città meneghina. Una figuraccia per tutto il movimento e per la città di Milano.
Stadi, l’Italia non ha più la certezza San Siro?
La situazione legata a San Siro riguarda anche il futuro di Milan e Inter, infatti la UEFA ha deciso di togliere l’assegnazione all’impianto perché le due società avrebbero deciso di riprendere in mano il progetto della ristrutturazione di San Siro. Un’idea vecchia di almeno 5 anni che sia rossoneri che nerazzurri avevano escluso in passato. Questa possibilità e l’avvio di una nuova fase progettuale hanno convinto il massimo organo del calcio europeo a togliere l’assegnazione all’impianto milanese.
Un colpo durissimo alle “ambizioni” per l’Italia e il calcio italiano che nell’impianto di Milano e nell’Olimpico vedeva due certezze a livello di stadi di grande capienza.
Un problema anche in vista Euro2032
Come noto, l’Italia ospiterà, a questo punto sarebbe meglio dire “dovrebbe ospitare”, nei propri stadi l’Europeo 2032 in compartecipazione con la Turchia. Una divisione dell’evento resasi necessaria per via della forte candidatura del Paese dell’est Europa che sarebbe già pronto oggi ad ospitare finanche un Mondiale, tanto è dotato di stadi nuovi e moderni.
La scadenza ultima per la presentazione alla UEFA del progetto completo degli stadi per Euro2032 si sta avvicinando e le decisioni non sono ancora state prese. Il direttore generale della UEFA Michele Uva, ex dirigente della FIGC, ha sottolineato di recente quanto l’Italia sia indietro in vista della manifestazione continentale: «Al momento tra gli stadi in Italia, solamente l’Allianz Stadium di Torino sarebbe pronto ad ospitare gli Europei».
Questo significa che secondo la UEFA, persino l’Olimpico di Roma (candidato dalla stessa FIGC a sostituire San Siro per la finale di Champions del 2027) non sarebbe pronto. Un problema in più che si aggiunge alla questione dell’età e della difficoltà nel ristrutturare o costruire nuovi stadi nella zona meridionale del Paese. Per ospitare l’Europeo, almeno uno dei dei cinque stadi dovrà essere nel sud dell’Italia per dare a tutti la possibilità di andare a vedere una gara.
Il problema stadi colpisce tutta Italia, anche Bologna
Va da sé che questo problema è trasversale e diffuso in tutta la penisola. Bologna non è da meno. Il problema prima ancora che strutturale ed economico, è di carattere burocratico. Per arrivare alla ristrutturazione e/o alla costruzione di un impianto ci vogliono anni e anni. Ogni nuovo stadio ha bisogno di superare un iter interminazione tra conferenze dei servizi, vincoli storici e paesaggistici. E come se non bastassero le questioni “esterne” all’impianto, ogni modifica ai progetti degli stadi in Italia fa ripartire tutto l’iter. Lungaggini che sta subendo anche la ristrutturazione del Dall’Ara, di cui ad oggi non si vede l’ombra…
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