Calcio
Le FanteStorie – Una serata al Celebrazioni – 28 Aprile
“Dov’è che vuoi andare stasera?”
Jambo guarda tutti e tre con un’aria falsamente infastidita, consapevole di essere preso in mezzo.
“Dai ragazzi, non fate gli asini, vi ho già detto che ho preso i biglietti per Cevoli!!!”
Sbuffa con enfasi mentre Raso, Kotto e Sciampo se la ridono di gusto. Tutti hanno ancora in testa quella volta che Jambo organizzò un sabato sera tutt’altro che memorabile. Non avevano più smesso di prenderlo per il culo, rimproverandogli bonariamente di averli introdotti ad una tristissima festa femminista dove si era mangiato male e Kotto aveva persino preso un cinque da un attivista irriducibile.
Raso cade dalle nuvole:
“Dov’è che è?”
Kotto interviene, anticipando gli isterismi di Jambo:
“A Bologna, al Celebrazioni!”
“Dai mo ragaz, Stavolta ci divertiamo!”
La convinta sentenza di Jambo non fa altro che aumentare i dubbi negli altri tre che però ammiccano per non rigirare il coltello nella piaga.
Raso decide di prendere la sua macchina, datata ma robusta e sicura. Nell’istante stesso in cui Raso gira la chiave e mette in moto, Sciampo ha la terribile illuminazione:
“Cazzo ragazzi, ma il Bologna stasera gioca in casa! Il teatro è vicino allo stadio!”
Lo sconforto dura un attimo, poi Raso si rivolge a Sciampo e trova la soluzione che sembra tranquillizzare tutti:
“Hai con te il permesso?”
“Ce l’ho sempre con me!”
“Allora nessun problema, parcheggiamo nelle righe gialle!”
Sciampo fa un cenno di approvazione. In realtà lui cammina ma non muove le braccia, però la disabilità è pesante lo stesso. Questo gli ricorda che ha una novità da raccontare:
“Ragazzi, sapete che da ieri sono in pensione? Credevo che sarei stato contento e invece ho un velo di tristezza…”
In auto scende il silenzio. Solo dopo qualche interminabile secondo Jambo trova il coraggio di parlare:
“Cazzo, che notizia! Quindi adesso inizierai ad andare a vedere i cantieri e i lavori stradali come tutti i pensionati?”
Il vaffanculo di Sciampo è coperto dalle fragorose risate degli altri.l
Jambo e Raso hanno in comune la passione per il camper. Quindi è normale vederli parlare fitto fitto del loro mezzo di trasporto preferito. A quanto pare Jambo è preoccupato:
“Io proprio non riesco a capire…”
Ha la fronte aggrottata di chi davvero ha un pensiero che lo angoscia. Lo ascolti e sembra che parli di un parente con una malattia terminale:
“…ho chiesto più consulti ma niente da fare, nessuno mi sa dare una risposta…”
Kotto e Sciampo si guardano allibiti. Se non sapessero che sta parlando di un mezzo meccanico sarebbero seriamente presi dall’ansia.
“Cioè, va tutto bene, le luci esterne sono perfette. Invece all’interno tutte quelle a destra vanno, tutte quelle a sinistra no…proprio non capisco…”
Sciampo non resiste e deve intervenire per dire la sua:
“Lo so io cos’è!”
La faccia speranzosa di Jambo si contrappone agli sguardi interrogativi di Raso e Kotto che potrebbero tradursi con la domanda:
“Che cazzo ne sa Sciampo dei problemi elettrici di un camper?”
Jambo pende dalle labbra di Sciampo come un bambino che vuole sapere che regalo gli ha portato Babbo Natale. Sciampo, dal canto suo, assume una insopportabile aria da sapiente:
“Hai detto che non funziona tutta la parte sinistra?”
“…si…dimmi…”
“Allora è un ictus!”
Lo sguardo di Jambo si attorciglia su se stesso in maniera eloquente mentre tutti scoppiano a ridere e Kotto rischia seriamente di pisciarsi addosso.
Quando arrivano nei pressi dello stadio c’è già il delirio. Di parcheggi liberi nemmeno l’ombra. Raso pensa che sia una buona idea chiedere a un vigile:
“Scusi, mi sa dire dove possiamo trovare un parcheggio disabili?”
“No!”
A volte l’utilità sociale dei vigili urbani è pari a quella del virus dell’influenza. Iniziamo a girare come dei cretini alla ricerca delle righe gialle, e poi dobbiamo rassegnarci e parcheggiare nel buco del culo del mondo. Siamo al limite col tempo e sul biglietto c’è scritto che (giustamente) non si può entrare in teatro a spettacolo iniziato. Si cammina svelti e in fila indiana. Sciampo è in coda e Kotto ogni tanto si volta per saggiarne le condizioni. Quando finalmente arrivano in vista del teatro, Sciampo è piuttosto provato. Tra l’altro è la prima serata temperata dopo mesi di freddo polare e sotto il piumino ci sono gli stessi gradi dell’equatore e l’umidità della foresta pluviale. In teatro il riscaldamento è a palla e le ascelle di Sciampo prendono il colpo di grazia.
“Dove sono i nostri posti?”
“In galleria…ma in cima in cima eh???”
“Beh, sai com’è, li ha presi Jambo!”
Si accomodano in ultimissima fila. Lo spettacolo inizia con mezz’ora di ritardo per consentire a tutti di arrivare. Cevoli appare tra gli applausi e sembra un puntino lontano. Sciampo bestemmia tra sè e si mette faticosamente a braccia conserte per difendere il pubblico della galleria dall’aggressività delle sue ascelle. Kotto ogni tanto si addormenta. Raso non cambia mai espressione. Solo Jambo ride a tutte le battute, anche quelle che non fanno ridere. Forse perché così alla fine potrà dire che comunque a lui lo spettacolo è piaciuto e difendersi dalle ennesime prese per il culo o forse, più probabilmente, per non far trasparire la terribile preoccupazione che lo devasta per l’ictus che ha colpito il suo camper.
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