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Calcio

MLS: Montreal, analisi di una crisi apparentemente senza fine

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Non sempre le cose riescono come uno le vorrebbe.

Questo è il caso del Montreal, passato dal giocarsi un campionato a vedersi relegato fra le ultime posizioni della Eastern Conference in meno di un anno.

Cosa può essere cambiato dalla stagione precedente? Vediamo di analizzare alcuni aspetti interessanti.

 

Il mercato onestamente non è stato dei più esaltanti, ma come non sono arrivati troppi volti nuovi, non ne sono partiti altrettanti, ed il gruppo è rimasto pressappoco lo stesso dello scorso anno.

Senz’altro la società non si aspettava di fare un grosso salto di qualità, ma conservare praticamente l’undici titolare del 2016 poteva essere una bel punto di partenza per incominciare la nuova annata in maniera positiva; giocatori che conosco bene l’ambiente, il mister e la sua idea calcistica. Lo stesso discorso vale per l’allenatore.

Evidentemente qualcosa è andato storto, o meglio si è rotto.

 

Coach Biello sembra aver perso il controllo del gruppo: squadra spesso e volentieri disattenta, incapace di gestire i risultati e poco efficace tatticamente.

Quando si perde è normale pensare che il primo responsabile sia il mister in questione.

A Montreal iniziano a pensarlo in tanti, e questo sicuramente non aiuta a migliorare le cose.

 

Siamo però sicuri che Biello sia il responsabile numero uno di questo sorprendente fracasso? La risposta parrebbe si, ma in realtà, per chi segue la MLS con attenzione, è no.

Ci si domanda perché gli Impact non siano a lottare per le prime posizioni, senza tuttavia considerare se davvero i canadesi siano effettivamente da prime posizioni, e che lo scorso campionato non sia stato solo un fulmine a ciel sereno.

 

Contrariamente a quello che molti possono pensare, il vero campionato perso non è stato quello passato, bensì quello del 2015, quando il team di Joey Saputo si classificò terzo nella stagione regolare e venne eliminato in semifinale.

Nello scorso torneo il raggiungimento della finale di Conference ha letteralmente camuffato la fase di regresso che si era vista per gran parte della regular season; una squadra con tante lacune che ha trovato una scarica d’orgoglio e motivazione nelle partite più importanti dei playoff.

Per questo è giusto e doveroso non additare a Biello tutte le colpe di questa brutta prima parte di stagione.

 

Nonostante ciò non è un’utopia pensare e credere che i canadesi possano riuscire nell’impresa di raggiungere le fasi finali di questo torneo, ma questo non deve essere un pretesto per poi successivamente sedersi attorno ad un tavolo e rivedere alcune scelte non proprio azzeccate.

In primis bisognerà capire se proseguire o meno il rapporto con l’allenatore. 

Fatte le corrette valutazioni, ci sarà da ridisegnare una rosa oramai “arrivata”.

Certo, non là si potrà stravolgere completamente, ma con le regole interne della MLS non è detto che non si possa fare un bel salto di qualità già dalla stagione successiva.

 

Il campionato 2017 comunque non è terminato, quindi è corretto e doveroso tentare di portarlo a termine nel migliore dei modi, cercando allo stesso tempo di individuare quei giocatori cardine che serviranno ad imbastire la rosa canadese futura, con la speranza di non ripetere gli stessi errori commessi in questa scialba ed apatica annata.

 

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