Calcio
MLS: Top e Flop di un pazzo girone d’andata
Giunti al primo giro di boa, è tempo di iniziare a valutare il cammino dei club della Major League.
C’è chi ha stupito, chi ha fatto il suo compitino senza troppi sforzi, chi lascia ancora qualche punto di domanda, e chi invece sta letteralmente deludendo le aspettative.
Nella Western Conference ci si aspettava un assolo targato Galaxy, con Dallas,Portland e Seattle pronte ad approfittare qualche passo falso dei californiani.
Dallas è lì, sempre ai vertici del gruppo ovest da ormai diverse stagioni; le altre pretendenti al titolo invece dove sono?
I Los Angeles Galaxy sono in alta marea, a dieci lunghezze dai primi in classifica e con un trend adir poco imbarazzante: una vittoria, un pareggio e tre sconfitte nelle ultime cinque partite.
I Timbers in questo ultimo mese sono riusciti a fare pure peggio dei californiani. L’ ultima vittoria casalinga risale al 11 giugno,mentre fuori casa bisogna addirittura tornare ad aprile. Fortunatamente per loro, complici anche gli scarsi risultati delle franchigie del ovest, il quarto posto è ancora in salvo.
Seattle continua ad essere molto scostante, altalenando prestazioni davvero scarse a partite travolgenti. Considerando la caratura tecnico tattica del girone, c’è comunque la sensazione che i Sounders riescano ugualmente a qualificarsi per i playoff.
Minnesota e Real Salt Lake erano destinate ad essere i fanalini di coda del versante ovest, e di fatti non si sono smentite.
Peggior difese di tutto il torneo, squadre onestamente molto modeste è un divario tecnico troppo grande da sopperire con la sola corsa e voglia di far bene.
Chi invece sta disputando un ottimo campionato sono Vancouver e San José, e qui non si tratta di posizioni in classifica, di gol fatti e subiti o quant’altro.
Il calcio espresso da queste due formazioni fino ad oggi è sorprendente, considerando anche che erano state spese pessime parole ed opinioni riguardo l’operato dei due club nel passato mercato estivo.
Se dopo dieci match giocati si poteva pronosticare un cedimento da parte di ambedue le squadre, adesso questa sensazione sembra essere cambiata.
Gli Earthquakes ed i Whitecaps non scherzano, e lotteranno fino alla fine.
Chi dovrebbero essere in tutt’altra posizione sono i Colorado.
L’orribile avvio di stagione ha senz’altro complicato il campionato dei Rapids, che sì stanno crescendo e tenteranno l’impossibile pur di terminare la stagione regolare tra le prime sei posizioni, ma con un reparto offensivo realmente molto limitato, l’impresa da compiere è tutt’altro che facile.
Le vere sorprese di questa Western Conference sono Houston e lo Sporting Kansas.
Chi avrebbe scommesso che queste due franchigie, arrivati alla fine del girone d’andata, avrebbero occupato la prima e la terza posizione? Nessuno, e senza togliere nulla al l’immenso lavoro svolto fino ad ora, probabilmente neppure loro ci avrebbero creduto se qualcuno glielo avesse raccontato.
“Fare di necessità virtù”, una frase che calza a pennello per capire esattamente cosa ha permesso ai Dynamo ed allo Sporting stabilizzarsi nei piani alti, anzi altissimi della loro Conference.
Gli Houston giocano a viso aperto, consapevole che il loro attacco è l’arma più letale di tutti i reparti. Kansas invece crea le proprie azioni di rimessa, potendo contare su una difesa ed una fase difensiva generale eccellente; non per nulla hanno la migliore difesa di tutto il campionato.
La Eastern è molto più complessa, competitiva e tecnica rispetto al versante opposto.
Non a caso se si prendono le ultime venti partite giocate e i punti conquistati dalle prime quattro squadre di ogni Conference, si può creare un quadro che la dice lunga su come siano potenzialmente distanti i top club dei due gironi: gruppo ovest, 118 punti totali, 4 vittorie, 11 pareggi e 5 sconfitte. Gruppo est, 139 punti, 15 vittorie, 1 pareggio e 4 sconfitte.
9 vittorie e 21 punti di differenza, ossia un divario che sicuramente non verrà migliorato nel girone di ritorno anzi, potrebbe essere molto più probabilmente incrementato.
DC United, Philadelphia e New England sono le tre franchigie più in difficoltà del proprio girone, anche se gli Union nell’ultimo mese sono riusciti a fare 7 punti molto importanti per provare a non chiudere la stagione ai piedi della classifica.
Discontinuità, disordine ed incapacità nel mantenere i risultati.
Tre parole chiave per descrivere l’ attuale identikit di Montreal e New York Red Bulls.
Quando sembra che finalmente possa incominciare una serie positiva di prestazioni convincenti, ecco che questi due club ritornano ad inciampare sui propri errori commessi in precedenza.
Il gioco c’è, quello che manca è la serenità mentale per poter esprimersi al meglio.
Orlando e Columbus sono state per diversi mesi incontenibili, sfruttamento il buon momento fisico, il proprio carisma, e con un pizzico di fortuna sono riuscite a vincere partite dove solo il cinismo poteva permettere tale cosa.
Il calo fisico era prevedibile, ed in questo momento sono esattamente dove dovevano essere, ossia a lottare per un posto importante e sfruttare probabilmente un’annata partita col piede giusto.
Chi invece ha invertito i propri ruoli della Western sono Chicago ed Atlanta, coi primi che si stanno rivelando gli schiacciasassi del torneo, mentre i secondi a metà del girone d’andata, sono incappati in una serie di sconfitte abbastanza inaspettate.
Probabilmente la squadra georgiana ha sottovalutato troppo il torneo, pensando che il livello fosse sicuramente più basso. C’è però tutto il tempo per recuperare quegli 8 punti che separano Atlanta dai Fire, anche se il ruolino di marcia della franchigia del Illinois sembra davvero di un altra categoria.
Toronto e NYCFC chiudono infine il cerchio della prima parte di questa MLS molto combattuta e decisamente più competitiva rispetto lo scorso anno.
I canadesi sono un gruppo compatto e ben organizzato, che allenandosi e giocando ormai da tempo insieme, stanno piano piano limando quei difetti di posizionamento che li ha pregiudicati nella passata stagione. La competenza quest’anno è però molto più elevata rispetto al campionato precedente, e poter pensare di vincere il girone o addirittura il torneo è pressoché proibitivo.
I newyorkesi occupano il terzo posto; posizione meritata, principalmente perché i ragazzi allenati da Patrick Vieira sono riusciti finalmente a mettere da parte quella supponenza che li rendeva troppo prevedibili e senza un’idea di gioco precisa.
Oggi i NYCFC sono finalmente una squadra capace di soffrire e che preferisce il collettivo rispetto alla giocata del singolo.
Brutto da dire, anzi da scrivere, ma da quando Andrea Pirlo ha perso il posto da titolare, i risultati sono incominciati ad arrivare.
A New York l’aria è finalmente cambiata, ed anche se ci sono compagini più complete ed attrezzate, questo gruppo potrebbe rivelarsi la vera mina vagante delle fasi finali di una MLS sempre più travolgente.
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