Calcio
Moduli del calcio: il 4-4-2 e le sue varianti
Moduli del calcio e la loro storia: in questo articolo approfondiamo il 4-4-2 e tutte le sue varianti possibili
Oggi per i moduli del calcio giochiamo con l’allitterazione del numero quattro, e per il quarto appuntamento con questa nostra piccola rubrica, parliamo del 4-4-2 e delle sue varianti. Nel precedente articolo, eravamo arrivati alla “Zona Mista”, che era la congiunzione tra il “Catenaccio” ed il 4-4-2 che tutti noi conosciamo e di cui parleremo a breve.
Il Re dei moduli del calcio: il 4-4-2
Sebbene nel nostro ultimo articolo avevamo parlato della “Zona Mista” come di un embrionale 4-4-2, visto che questi erano i numeri dei difensori, centrocampisti ed attaccanti schierati, il 4-4-2 moderno è una derivazione sia del “Calcio Totale” (di cui parleremo in un articolo più avanti) per la mentalità e i ritmi che richiede sia del calcio dei “santoni” sovietici Maslov e Lobanovsky.
Viktor Maslov, icona del calcio russo, vinse numerosi campionati con la Torpedo Mosca prima e la Dinamo Kiev poi, riprendendo l’idea dell’ala tornante interpretata nel Brasile da Zagallo, applicandone il principio a entrambe le fasce.
Tra i suoi giocatori vi era il talentuosissimo Lobanovsky, che però tendeva a portare troppo il pallone e a fare di testa propria disattendendo gli ordini dell’allenatore. I due si scontrarono duramente, il giocatore lasciò la squadra ma, sorprendentemente, anni dopo riprese le idee del suo ex-allenatore, ammettendo che “se stesso giocatore” non avrebbe trovato spazio nelle squadre da lui gestite come allenatore.
Il gioco si sposta sull’esterno del campo
Il 4-4-2 è un modulo in cui i difensori ed i centrocampisti agiscono in linea e privilegia in modo preponderante il gioco sulle fasce. I centrali difensivi restano bloccati e quelli di centrocampo servono soprattutto come filtro.
Il gioco viene sviluppato dagli esterni che si aiutano vicendevolmente. In fase difensiva le ali aiutano i terzini in copertura ed in fase di attacco i terzini si sovrappongono alle ali.
A questo modulo spesso si associa la tattica del fuorigioco, con la difesa in linea e posizionata molto alta per “stringere” la zona di campo giocabile. In questo modo il pressing risulta molto più efficace, visto che lo spazio di manovra avversario viene ridotto.
Questo modulo necessita di quattro esterni molto dinamici e una intesa tra linee di difesa e centrocampo che non devono allontanarsi troppo. A seconda delle qualità dei giocatori poi, le due linee possono essere più o meno “alte”, facendo pressing oppure attendendo l’avversario chiudendosi in difesa. Differenza, questa, che spesso deriva dal livello tecnico e tattico dei giocatori in campo.
La coppia offensiva complementare
Spesso le due punte sono complementari, con una più fisica o che comunque finalizza le giocate provenienti dalle fasce, e l’altra più di movimento, che arretra leggermente per fare da collegamento coi due centrocampisti centrali e dare una alternativa al gioco sulle ali.
Come sempre però, la qualità fa la differenza. Non è infatti inusuale vedere due giocatori rapidi (Yorke e Cole nel Manchester United) o due giocatori potenti (Van Basten e Gullit nel Milan e nell’Olanda) giocare insieme.
Resta però un principio chiave: uno dei due cercherà sempre di più la profondità e la porta mentre l’altro sarà più portato alla manovra. Nel caso del Milan di Arrigo Sacchi (vero “padre putativo” insieme a Lobanovsky del 4-4-2 moderno) Gullit agiva quasi costantemente alle spalle di Van Basten, tanto da prefigurare quasi un 4-4-1-1.
Lo stesso Sacchi sosteneva che ciò che era importante era la linea difensiva, e che il suo modulo stesso poteva essere definito in tanti modi e ognuno di questi sarebbe stato giusto. Così come per quasi tutti i moduli del calcio, infatti, anche in questo caso l’interpretazione è fondamentale.
Pressing asfissiante, difesa alta, contropiedi (chiamati “ripartenze”) veloci e sovrapposizioni sulle fasce per disorientare l’avversario ma anche per non trovarsi mai scoperti in caso di perdita della palla.
Pressing e difesa a zona
Va sottolineato come il “calcio moderno” nasca dall’utilizzo del “pressing” e della “difesa a zona”, due elementi chiave del 4-4-2. Il pressing porta tutti i giocatori di una squadra a pressare e raddoppiare il portatore di palla al fine di indurlo ad un errore che può scatenare un rapido e letale contrattacco. La difesa a zona nasce invece dalla necessità di mantenere unita la squadra, con i difensori che invece di occuparsi di un avversario specifico si occupano di una precisa zona di campo affrontando chi di volta in volta la “invade”.
Come il pressing richiede una robusta preparazione fisica, il difendere a zona necessita di una grande conoscenza del modulo e dei movimenti dei compagni. Per questo sono rappresentativi del calcio moderno, cioè di quel calcio che dedica allenamenti specifici a resistenza, ritmo di gioco e studio della tattica.
La svolta si ritiene arrivi dalla Grande Ungheria, che pose le basi per pressing, zona e fluidità di manovra definite poi principalmente nel calcio sovietico da Viktor Maslov, Boris Arkadiev e in seguito da Valerij Lobanovsky.
Il Rombo o Diamante (4-1-2-1-2)
Il 4-1-2-1-2 è un modulo che non si legge quasi mai, ed è in effetti una estremizzazione schematica. Solitamente si parla comunque di 4-4-2, ma con il centrocampo a “Rombo” (o “Diamante”).
Va da sé, che si parli di una modifica al 4-4-2 in cui il centrocampo non viene più schierato linea. Questo cambiamento fondamentale, fa si che il gioco non si sviluppi più normalmente sulle fasce, ma si sposti al centro, con le giocate del vertice alto del rombo, che è un trequartista (o fantasista) e ha libertà di movimento e di inventiva.
Davanti ai quattro difensori che fondamentalmente agiscono come nel 4-4-2 in linea (anche se gli esterni hanno minor aiuto da centrocampo), si va a posizionare il vertice basso del rombo. Questi una volta era dedito solamente alla rottura del gioco avversario e all’aiuto dei difensori. Col passare del tempo poi, questo ruolo viene interpretato da giocatori con visione di gioco e buona tecnica. Nasce così il regista arretrato di cui Andrea Pirlo è stato l’esempio più calzante.
I due centrocampisti che avrebbero il ruolo di mezzali, solitamente hanno capacità sia offensive che difensive. Così, in base a come si sviluppa il gioco, possono avere modo di aiutare sia i compagni in attacco che in difesa.
Se la formazione gioca con un vertice alto di buona tecnica ma di scarsa corsa ed un vertice basso tecnico che possa fare il regista arretrato, spesso come due mezze ali vengono utilizzati giocatori di rottura, che stringendosi al centro possano coprire al meglio la difesa aiutando il regista arretrato a fare filtro.
Per quanto riguarda gli attaccanti, vale il discorso del 4-4-2 in linea, con la “miglioria” del trequartista, che muovendosi tra le linee può aiutare in maniera importante le due punte a creare occasioni pericolose.
Il modulo 4-3-1-2
Il 4-3-1-2 si basa su una reinterpretazione del “Rombo o Diamante”, in cui il mediano si alza all’interno dei due centrocampisti andando a creare una linea unica e più compatta.
Come per il “Rombo” la spinta sulle fasce diminuisce rispetto al classico 4-4-2, dato che deriva dalla spinta dei due terzini, che devono essere poi anche presenti in fase di copertura. I tre centrali di centrocampo, invece, devono garantire non solo un supporto al trequartista, ma anche e soprattutto il filtro giusto per non lasciare in difficoltà la difesa.
Il ruolo chiave di questo schema è proprio il trequartista (o fantasista). Con i suoi movimenti e passaggi, detta il ritmo di gioco e serve gli attaccanti. Spesso uno dei tre centrocampisti funge da regista arretrato, per sgravare il trequartista e non rendere troppo prevedibile la manovra.
Le due punte possono essere entrambe di movimento oppure essere complementari (una rapida ed una potente) per dare più possibilità di giocata al trequartista. A volte uno dei due centrocampisti che affiancano il centrale, può inserirsi in avanti, aumentando la pericolosità di questo modulo.
Il limite di questo schema è la scarsa spinta che ha sulle fasce. Dovendo sviluppare gran parte delle sue trame per vie centrali, potrebbe avere difficoltà a trovare spazi. Tuttavia, se il fantasista è davvero un fuoriclasse, può trovarsi nelle migliori condizioni per fare la differenza.
Il modulo 4-4-1-1
Il 4-4-1-1 è una semplicissima variante del 4-4-2, dove uno dei due attaccanti gioca più arretrato rispetto al compagno di reparto. Posizionandosi tra la linea d’attacco e quella di centrocampo, prende solitamente il ruolo del fantasista del 4-3-1-2.
Apparentemente potrebbe sembrare una variante più difensivista del 4-4-2, ma se chi si mette tra le linee viene adeguatamente accompagnato dal movimento degli esterni di centrocampo, ed è sufficientemente tecnico e fantasioso, può essere letale in ambo le fasi di gioco.
Il 4-4-1-1 può infatti diventare un 4-5-1 in fase difensiva e un 4-2-3-1 in fase offensiva. Come si vede, la differenza tra i vari moduli del calcio è sempre più labile.
Per ovvi motivi però, è praticamente impossibile che in un 4-4-1-1 i centrocampisti si dispongano a rombo, dato che lo spazio del vertice alto è già occupato dal trequartista.
Questa disposizione è andata per la maggiore in Italia negli anni ’90, con la scomparsa del ruolo di “fantasista”, divenuto a tutti gli effetti (quando presente) il secondo attaccante di una squadra. Anche formazioni schierate con il canonico 4-4-2, dunque, potevano in realtà – a seconda di chi interpretava il ruolo di seconda punta – giocare con un 4-4-1-1, pur non dichiarandolo.
Come sempre, si deve ricordare che in fondo i moduli del calcio sono molto meno statici di quanto non sembrino visti su carta. La differenza tra il 4-4-2 e il 4-4-1-1 a volte è puro esercizio di stile.
Il modulo 4-1-3-2
Il 4-1-3-2 è la variabile più “ambigua” del 4-3-1-2 e quindi del 4-4-2. Davanti ad una difesa dai compiti uguali a quella del 4-3-1-2, viene posto un mediano, con compiti di rottura ma anche di creazione di gioco. Una rivisitazione del “centromediano metodista” del “Metodo”.
Poi vi sono tre trequartisti, o centrocampisti offensivi che hanno libertà d’inventiva in fase di attacco ma che hanno anche compiti di copertura in fase di non possesso palla. Inutile dire che questi giocatori devono avere grande dinamismo per poter svolgere entrambe le fasi di gioco.
In attacco solitamente ci sono due attaccanti complementari. A una punta abile nella finalizzazione e possibilmente fisicamente prestante, si affiancata una punta tecnicamente capace di creare gioco e di aiutare in fase difensiva. Il modulo quindi si deve poter trasformare in fase difensiva in un 4-4-1-1 o almeno in un 4-4-2, per poter essere bilanciato.
La Meraviglia senza ali
Il 4-1-3-2 fu inventato a metà anni ’60 e fu il modulo con cui il suo inventore, Alf Ramsey, portò nel 1966 l’Inghilterra a vincere il primo e unico Mondiale della sua storia. Il CT britannico capì che senza ali vere e proprie la copertura sarebbe stata maggiore e non avrebbe dovuto sacrificare nessuno dei suoi giocatori offensivi.
Al fianco di Bobby Charlton ecco dunque che Alan Ball e Martin Peters agivano da supporti offensivi e primi mediani, con la libertà di allargarsi da ali solo nel caso la situazione lo permettesse.
Dietro questo trio agiva il tenace e muscolare Nobby Stiles. Le punte erano Hurst (o Greaves) e Hunt, mobili e abili nel concludere in corsa. Questo modulo passò alla storia come il “Wingless Wonders”, “la meraviglia senza ali”. L’ulteriore abbassamento dei due esterni portò a quello che oggi è, appunto, il 4-1-2-1-2.
Questo modulo però è oggi abbastanza inconsueto, se non proprio caduto in disuso, e nei fatti è spesso assimilato al 4-2-3-1 o al 3-5-2, che sono moduli del calcio di cui parleremo nel prossimo articolo.
Il quadrato magico: 4-2-2-2
Una variante del 4-4-2 è apparsa anche al mondiale di Germania 2006. Il Brasile di Carlos Alberto Perreira ha un problema: schierare contemporaneamente Ronaldo, Adriano, Kaka e Ronaldinho.
Per non sacrificare uno dei quattro campioni, nacque il 4-2-2-2. I moduli del calcio spesso sono stati modificati proprio per necessità del genere, trovare una quadra alla propria rosa.
La difesa gioca come un normale 4-4-2, mentre il centrocampo è spezzato in due parti distinte. Due giocatori prevalentemente difensivi devono contenere e bilanciare la spinta offensiva della formazione. Gli altri due centrocampisti, invece, possono svariare dal centro alle fasce, in supporto delle punte.
Si forma così un doppio ipotetico quadrato. il primo tra i quattro centrocampisti e il secondo tra gli attaccanti e i due giocatori a loro supporto. Quel quadrilatero offensivo venne definito “quadrato magico”, visti gli interpreti che lo componevano.
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Fonte: Wikipedia; Jonathan Wilson “La Piramide Rovesciata” (2011)
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