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Monday Night – Edgar Çani, la Bari e la nave Vlora

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Il crollo, le incertezze e, alla fine, la prospettiva di un sogno. Edgar Junior, spiccato accento perugino e fisico da corazziere, forse mai avrebbe immaginato di portare in salvo la formazione della città che, di fatto, aveva salvato lui e la sua famiglia.

Una storia, quella che andremo a raccontare, che necessita di un filo logico sul quale stare in equilibrio, un ordine – non necessariamente cronologico – tramite il quale districarsi nella narrazione di ciò che lega un omaccione di un metro e novantadue centimetri ad una delle municipalità più importanti in Italia e alla squadra di calcio che ne è massima espressione.

 

Un docufilm, Una meravigliosa stagione fallimentare, racconta quanto accadde a Bari a cavallo tra il 2013 e il 2014. La società locale, la Bari, come usano chiamarla i sostenitori del galletto biancorosso mutuando un’espressione dialettale, è di fatto lasciata a sé stessa. Dopo 37 anni di ininterrotta presidenza la famiglia Matarrese, infatti, abbandona il timone societario dichiarando di non riuscire più a sostenere economicamente un campionato come quello di Serie B.

Le avvisaglie di una situazione finanziaria problematica, già rivelatesi negli anni precedenti, esplodono in maniera sintomatica alla vigilia dell’inizio della stagione, con le formali dimissioni del direttore generale Garzelli, braccio destro dei Matarrese, e l’onere del pacchetto azionario affidato a quanti sono rimasti. Chi può, fugge: l’allenatore Gautieri fa le valigie dopo appena diciotto giorni dall’assegnazione dell’incarico, sostituito dal responsabile del settore giovanile Alberti, e al capezzale di una creatura moribonda rimangono solamente l’amministratore unico Vinella, il segretario Doronzo e Guido Angelozzi, direttore sportivo ormai abituato a fare le nozze coi fichi secchi, data la perdurante assenza di un budget per fare mercato.

È autogestione. In sede di trattative estive, Angelozzi fa quello che può ed imbastisce un organico sommariamente competitivo, infarcito di prestiti giunti dalla categoria superiore. I cattivi presagi si materializzano immediatamente, con la penalizzazione di 2 punti inflitta per il mancato pagamento degli stipendi della stagione precedente ai quali se ne aggiungono prima un altro, retaggio del processo per Calcioscommesse del 2011, e poi, in corso d’anno, un altro ancora per inadempienze nei confronti della Co.Vi.So.C., organo di vigilanza della FIGC sulle società sportive. Il mercato di gennaio serve a puntellare la squadra con 3 innesti a costo zero, 2 dei quali in prestito secco, e a raggranellare qualche spicciolo tramite la cessione alla Sampdoria della metà del cartellino di Fedato, già detenuto in comproprietà col Catania, squadra presso la quale si reca il talentuoso esterno offensivo scoperto proprio da Angelozzi quando militava nel campionato di Serie D.

L’affare si concretizza nell’ultimo giorno di mercato, azzoppando un attacco che già aveva salutato, in direzione Grosseto, la prima punta Marotta. In extremis Angelozzi riesce a portare a Bari due ulteriori tasselli, entrambi in prestito: uno è Lores Varela, sostituto ideale di Fedato, divenuto oggetto misterioso in casa Palermo dopo l’esonero di Gattuso. L’altro è l’attaccante Edgar Junior Çani, proveniente dal Catania e reduce dalla poco fortunata parentesi di inizio stagione a Carpi, con appena una rete in quattordici presenze. Un ritorno nella città, quello di Çani, ventitré anni dopo averla abbandonata, ancora in fasce.

 

Figlio di Edgar, ingegnere di Durazzo dal quale prenderà il medesimo nome di battesimo, Çani nasce nella cittadina portuale albanese nel Luglio del 1989, pochi mesi prima di un evento destinato a cambiare il mondo intero. Il 9 Novembre dello stesso anno il muro che spaccava in due Berlino viene abbattuto, determinando l’inizio della fine della Germania Orientale. Da lì a poco cadranno tutti i regimi comunisti sovietici, incluso quello quasi cinquantennale d’Albania.

Le prime elezioni democratiche, quelle di Marzo 1991, riaprono di fatto gli occhi su uno stato chiuso in un misterioso isolamento da un regime totalitario efferato. Quando le telecamere approdano a Tirana per raccontare una nuova Albania trovano un paese culturalmente ed economicamente arretrato, rimasto indietro di almeno vent’anni rispetto al resto d’Europa. I quarant’anni del governo Hoxha avevano trascinato la nazione in una situazione di miseria soltanto contenuta dal suo successore Alia, e solo qualche anno dopo si scoprirà di una politica dittatoriale folle, con almeno 5.000 persone giustiziate per idee eversive. E proprio quella situazione d’isolamento aveva contribuito a non far trapelare alcuna informazione all’esterno dei confini territoriali

Saranno ancora i comunisti a vincere le prime elezioni multipartitiche della storia dell’Albania, ma in un contesto di disordini sociali che porteranno una moltitudine di manifestanti ad invocare un governo di coalizione guidato da tutti i partiti nel frattempo creatisi. Il paese, più volte sull’orlo della guerra civile, tende verso un collasso economico che costringe numerosi cittadini albanesi ad una difficile scelta: quella di abbandonare il paese.

Il porto di Durazzo, chiuso al traffico navale per evitare una fuga di massa, si riempe all’inverosimile di albanesi determinati a partire. Quando l’8 Agosto del 1991 la nave mercantile Vlora, per prima, attracca sulla banchina per le operazioni di sbarco di un carico di zucchero di canna proveniente da Cuba, è letteralmente invasa da una folla che impone al giovane comandante Halim Milaqi di salpare verso Brindisi. Ventimila tra uomini, donne e bambini sfidano le leggi della fisica alla ricerca di un futuro migliore. E tra questi la famiglia Çani, incluso il piccolo Edgar Junior, 17 mesi appena.

Sarà il porto di Bari, con il sindaco Dalfino in prima linea, ad accogliere una platea di disperati, provvisoriamente alloggiati all’interno del vecchio stadio Della Vittoria in attesa di istruzioni sul comportamento da assumere. La città che pochi mesi prima aveva ospitato Stella Rossa e Olympique Marsiglia per la finale di Champions League si ritrova a fronteggiare il più grande sbarco di migranti mai giunto in Italia con un’unica nave.

La soluzione al problema arriva dopo pochi giorni, con l’apertura di un ponte aereo che permetterà ai profughi della Vlora di abbandonare la città. Ciò che i cittadini albanesi non sanno, però, è che i velivoli partenti da Bari Palese non si dirigeranno, come promesso, verso Roma, città dalla quale essi saranno liberi di muoversi all’interno del suolo europeo. I voli verso una nuova vita si trasformano in carrette aeree cariche di una nuova disperazione, con il rimpatrio forzato a Tirana.

 

A non cadere nell’ingannevole trappola imbastita è papà Edgar, che riesce a trovare un lavoro temporaneo in città prima di un nuovo viaggio in direzione Nord, stabilendo nuova residenza a Città della Pieve, borgata umbra al confine con la Toscana nella quale la famiglia metterà radici. È qui che cresce Edgar Junior – calcisticamente e non – prima di lasciare casa, non ancora maggiorenne, per recarsi a Pescara, ingaggiato dalla società nella quale compie i primi passi di una carriera professionistica nel segno della discontinuità. Dall’Abruzzo ha infatti inizio un peregrinare che consacra Çani nel ruolo di bomber di scorta, titolo di scarso prestigio per quanti, da prima punta, vivono per il gol. Bari, ancora una volta, funge da potenziale àncora di salvataggio, questa volta per la carriera professionale.

Il peggio, per la Bari calcistica, deve ancora arrivare. Il 10 Marzo 2014, con la squadra che vivacchia in zona play-out, il tribunale cittadino dichiara il fallimento del sodalizio e affida la società ai curatori. Edgar, dal canto suo, fatica a scalzare il titolarissimo João Silva, giocando la miseria di 33 minuti in sette gare. La prima occasione da titolare giunge, a causa dell’assenza del compagno di reparto, nella trasferta di Crotone; 90 minuti al limite dell’impalpabilità e lo 0-0 finale fanno mugugnare una tifoseria che necessità di certezze, in un momento come questo.

Quello che sembra l’inizio della fine in realtà diviene il trampolino di lancio di una squadra che si compatta intorno alla situazione di difficoltà ed inanella una serie di risultati utili, giungendo a ridosso della zona play-off. L’ottavo posto, traguardo minimo per la post season, diviene a portata di mano quando, alla quart’ultima giornata, Çani torna titolare in un inedito 4-3-3 e segna la classica rete dell’ex contro il Carpi, aprendo le marcature con il provvisorio 0-1, seguito dal raddoppio di Romizi e dal definitivo 1-2 firmato Mbakogu. È un segnale del destino: la settimana successiva, il 20 Maggio, l’ex arbitro Paparesta rileva il pacchetto societario e garantisce al Bari la sopravvivenza.

I quattro punti di penalizzazione non permettono al Bari di festeggiare in anticipo il raggiungimento dei play-off. Ogni verdetto è rimandato all’ultima di campionato: sarà necessario vincere in casa contro il Novara e sperare nel mancato successo di una tra Spezia e Siena. Il 30 Maggio 2014 il San Nicola è un catino ribollente, con più di 50.000 persone presenti sugli spalti. Un’enormità, se raffrontati agli appena 936 presenti contro il Modena 13 Settembre precedente.

Contro i piemontesi Alberti si affida al tradizionale 4-2-3-1, con Silva unico terminale offensivo. Çani parte dalla panchina e viene ripescato al 53′, tre minuti dopo l’inaspettato vantaggio ospite. Sarà una serata magica per l’attaccante albanese, autore della rete del pari al 63′, con una tremenda testata (in foto) seguita, al 74′, dalla deviazione vincente sul cross di Sabelli. Nel finale Polenta e Beltrame chiuderanno i conti sul 4-1, mentre sugli altri campi il pari dello Spezia e l’harakiri del Siena, sconfitto a Varese, consegnano ai biancorossi un inaspettato settimo posto finale. La doppietta, decisiva per il ribaltamento del risultato, è il modo tramite il quale Çani ripaga Bari per l’accoglienza riservata nel 1991.

 

Il traguardo della serie A resterà un miraggio, nonostante la vittoria per 3-0 sul campo del Crotone; in semifinale un doppio 2-2 contro il Latina premia i pontini a causa del miglior piazzamento in classifica. Edgar Junior giocherà integralmente le tre gare dei play-off, siglando anche un gol al Latina nella gara d’andata, e a fine stagione farà ritorno a Catania, nuova tappa di un percorso ad ostacoli che conoscerà continuità di prestazioni solo a Pisa, dove sotto la guida di Gennaro Gattuso (e ritrovando Lores Varela come compagno) è la punta titolare della squadra che ottiene la promozione in B, per poi retrocedere nuovamente l’anno successivo.

Una carriera, dunque, contrassegnata dal ruolo di attaccante di riserva, che ha conosciuto uno dei momenti di maggior prestigio nella metà stagione di Bari. Una squadra che, come i ventimila passeggeri della Vlora, ha vissuto un crollo, momenti di incertezza e la prospettiva di un sogno. E tra i tanti sognatori, in fondo, Edgar Junior Çani è stato uno dei più fortunati.

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