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Calcio

Monday Night – L’alluvione di Firenze

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Il calcio, la panacea di tutti mali. Oggi è l’11 Dicembre 1966, stadio Comunale di Firenze, Fiorentina – Lecco.

 

 

 

Torna a vivere, Firenze, dopo il suo mese peggiore. L’acqua, il fango, i detriti hanno lasciato segni tangibili sul cuore, più che sulle strade. L’Arno, tanto fraterno quanto dannato, ha fatto capolino in piazza Duomo e poi si è ritirato, passando per Palazzo Vecchio, dentro i suoi argini. I vestiti stesi al primo piano, lambiti dallo scorrere di quanto la melma ha trascinato con sé nel suo folle viaggio, sono ancora lì, intrisi di sporcizia e di ricordi, a far rivivere quel maledetto 4 Novembre.

 

 

 

Firenze ha ritrovato sé stessa: non c’è più traccia di quei musi storti dei tifosi viola, contrariati per una campagna acquisti discutibile, per l’addio di Morrone, per una squadra troppo giovane. Non si sentono più, nei bar, le frasi del tipo “se non ci fosse lo svedese si andrebbe diritti in B”, ma solo perché ci si è resi conto, forse, che la Fiorentina è un patrimonio di Firenze, qualsiasi sia il risultato. E che Firenze ha bisogno della Viola, come non mai, per ritrovarsi.

 

 

 

Lo ricordo bene, quel giorno.

 

 

 

La città agghindata, pronta ad onorare la memoria dei caduti nella prima guerra mondiale. Tutti in vacanza, tranne la Fiorentina, delusa e avvilita dalla scoppola di Cagliari di due settimane prima. E forse, a fare ancora più male, i fischi dopo il pareggio interno della gara precedente, contro il neopromosso Mantova. Alle porte, la partita con la Lanerossi, ma piove da due giorni. Giorno tre, l’antistadio è un acquitrino, non ci si allena, tutti a casa con l’appuntamento fissato per il giorno dopo, sperando che l’acqua dia tregua.

 

 

 

Firenze va a dormire con il rumore incessante della pioggia che scende, tra un grugnito a raccontare “che Marchesi vale due De Sisti” e un ricordo della doppietta Coppa Italia – Coppa Mitropa di appena sei mesi prima. Al Mugello, si racconta, fiocca la prima neve, più su, a Firenzuola, è già una coltre bianca.

 

 

 

Il risveglio, nemmeno voglio ricordarlo.

 

Fango ovunque, financo sui tetti delle case ad un solo piano. L’Artemio Franchi è un immenso centro di soccorso, pista d’atterraggio per gli elicotteri, deposito di materiale commestibile con un via vai interminabile di persone. I giocatori, attoniti, danno una mano come possono. Firenze piange, e non perché emozionata per il gol al supplementare di Bertini contro il Catanzaro. Nemmeno per la zampata di Brugnera contro il Trencin. È un fiume di lacrime e fango, che invade il centro città e rapido, alla sera, rincasa nei suoi confini naturali.

Foggia è una reazione di rabbia ed orgoglio, Bologna la conferma che questa squadra vale. San Siro, infine, l’esegesi di una città che pian piano si rialza. Ed in fondo, un altro fiume, quello dei tifosi viola, che camminando si dirige al Comunale. Oggi c’è Fiorentina – Lecco. Oggi ritorniamo a vivere.

 

Il 3 Novembre del 1966, dopo due giornate di pioggia incessante, l’Arno è un fiume in piena, pronto a tracimare in qualsiasi momento. La situazione è monitorata, forse con superficialità, con la convinzione che un’eventuale esondazione sia gestibile, come già occorso gli anni passati. Un improvviso aumento delle temperature, però, coinvolge l’intera provincia: le nevi del Mugello iniziano a sciogliersi e contribuiscono ad ingrossare il corso d’acqua. Nel suo incedere notturno, la piena dell’Arno travolge tutto quello che trova per la sua strada e arriva alle porte di Firenze.

 

Intorno alle 2 di notte, la furia dell’acqua emerge con tutto il suo terrore: sono le fogne, piene come non mai, ad emettere i primi segnali. Segue il torrente Mugnone, che travolge l’Ippodromo causando la morte di oltre 70 cavalli da corsa, le carcasse dei quali vengono bruciate per evitare l’insorgere di epidemie. Alle 7 non esiste più un Lungarno, alle 9 Piazza Duomo è un lago di melma. Fiorentina – Lanerossi viene rinviata a data da destinarsi e si recupererà nel Gennaio del 1967, la Fiorentina sarà costretta a giocare fuori casa le tre partite successive tornando al Comunale, poi Artemio Franchi dal 1993, solo l’11 Dicembre. Fiorentina – Lecco finirà 2-0, per la gioia dei tifosi viola accorsi in massa a vedere la partita e dimenticare, almeno per 90 minuti, un mese da incubo.

 

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