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Calcio

Monday Night – L’Old Firm, il derby di Glasgow – 29 feb

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Glasgow, 100miglia a nord del Vallo di Adriano. Da queste parti il cielo è cupo, il vento penetrante e la gente orgogliosa. Perfino il potente esercito romano considerava i Pitti, gli scozzesi dell’epoca, tanto fieri quanto imprevedibili da confinarli oltre l’ultima provincia dell’Impero.
“Glesga”- come la chiamano amorevolmente gli scots- è la più grande e popolata città della Scozia. Tagliata in due dal fiume Clyde, durante l’Epoca Vittoriana divenne il più importante porto commerciale dell’intero Oceano Atlantico. L’inarrestabile espansione di quello che una volta era un semplice villaggio rurale, provocò un inevitabile afflusso di persone in cerca di lavoro nei ruvidi ma redditizi cantieri navali. Un posto umile, per nulla paragonabile al fascino culturale di Edimburgo o allo sfarzo signorile dei castelli dell’Aberdeenshire.
Questo è un luogo è diventato famoso soltanto grazie al football, anzi alla rivalità che lo circonda.
Qui è nato l’Old Firm(“la vecchia fabbrica”) e non esiste un qualcosa di simile in nessun altro angolo del continente. Non è un classico confronto cittadino e nemmeno una qualsiasi partita tra due tifoserie avverse. Questa é una contrapposizione politica, religiosa e morale che non ha paragoni nel mondo dello sport. Una passione che non divide solo i due milioni di abitanti delle Lowlands, ma tutti i 5 milioni di scozzesi, l’intera Irlanda del Nord e gran parte della Repubblica d’Irlanda.
Semplice: da una parte i blu e dall’altra i verdi . Qui la scelta del colore può modificarti l’intera esistenza.
Andiamo con ordine.
I Rangers conosciuti comunemente anche come “Glasgow Rangers”, vengono fondati dai fratelli McNeil e da William McBeath nel lontano Marzo del 1872. Il nome di battesimo fu probabilmente scopiazzato da quello di una vecchia franchigia rugbistica inglese, di cui i tre erano appassionati. Dal primo giorno di vita indossano divise in tinta blu navy con bordi bianchi e nel loro stemma capeggia un leone rampante.
Da sempre lealisti, di fede protestante e dichiaratamente filo monarchici, difendono orgogliosamente il loro senso di appartenenza al Regno Unito. I Gers, disputano i loro incontri casalinghi nel modernissimo Ibrox Park ( 5 stelle UEFA) ristrutturato dopo la tragedia del 1972. La tifoseria è infarcita di vessilli britannici, di bandiere dell’ Union Jack e di St.Andrew’s cross su sfondo cobalto. La bacheca è stracolma di trofei: 54 scudetti,33 coppe di Scozia, 27 Coppe di Lega ed una Coppa delle Coppe.
Due curiosità. La prima: nel 1997 l’olandese Dick Advocaat fu il primo allenatore non scozzese a guidare i Teddy Bears.
La seconda. All’inizio della stagione 1998/99 lo stesso manager affidò la fascia di capitano al nostro Lorenzo Amoruso, che divenne così il primo condottiero cattolico ( o quantomeno dell’Europa meridionale) della squadra più “protestante” al mondo.
Passiamo al di la del fiume, dove si annida il glorioso Celtic.
Nato dall’idea di un frate irlandese di nome Andrew Kernis, Il Celtic Footbal Club venne ufficialmente alla luce il 6 Novembre del 1887 nella chiesa cattolica di Santa Maria,sulla vecchia East Rose Street.
Creato principalmente con lo scopo di poter educare e sostenere tutti i fedeli della città, ben presto si trasformò in una vera e propria leggenda. La scelta del nome e del simbolo (un quadrifoglio con limpidi riferimenti al classico Shamrock irlandese) contribuì non poco a creare sin da subito un legame morboso con gli esuli di origine gaelico-celtica.
L’esordio ufficiale avvenne il 28 maggio del 1888, proprio contro i Rangers e finì 5-2 per i neonati bianco verdi . Quel giorno segnò per sempre l’inizio della storia.
I “Bhoys” (l’insolita aggiunta della lettera “H” è un evidente riferimento alla pronuncia irlandese) mostrarono fin da subito un attitudine vincente ed un seguito popolare non comune. Sotto la guida del primo manager, tale Willi Malley, conquistarono 30 trofei in 43 anni anche se l’apice del successo lo toccarono nel 1967, quando divennero la prima squadra anglosassone ad alzare al cielo una Champions League. Nel 2003 raggiunsero la finale di Coppa Uefa contro il Porto, e circa 80mila(!) supporters scozzesi si misero in viaggio verso di Siviglia, sede della partita. Stavolta la compagine lusitana ebbe la meglio, ma la FIFA riconobbe comunque diversi riconoscimenti ai fans bianco-verdi per l’affetto dimostrato.
Nonostante l’occasione persa, il palmares degli Hoops resta di livello assoluto: 46 scudetti, 36 coppe di Scozia, 15 Coppe di Lega ed una Coppa dei Campioni.
Neanche a dirlo, la tifoseria è di chiaro stampo cattolico con palesi simpatie indipendentiste. Nel dantesco Cetic Park è facile scorgere stendardi e bandiere dal certo sapore separatista. La storica divisa a cerchi è ormai un’icona mondiale, sinonimo di seduzione calcistica e fonte d’ispirazione per altre compagini in tutto il globo.
Quello che forse non tutti sanno, è che i Lisbon Lions, cioè coloro che vinsero la Coppa dei Campioni a Lisbona contro l’Inter nel 1967, provenivano esclusivamente da Glasgow.
Pazzesco.
Roba d’altri tempi.
Ad oggi i derby cittadini ufficialmente disputati sono 400, con leggera supremazia in favore dei Gers( 159 vittorie, 96 pareggi e 145 sconfitte). A causa del fallimento proprio dei Rangers però, le due compagini si sono incontrate soltanto una volta negli ultimi quattro anni, in un quarto di finale di Scottish Cup. L’evento fu di spessore planetario ed il livello di sicurezza fu talmente elevato che venne addirittura sconsigliato di trasmettere la partita in alcuni pub. Tutto filò liscio, ma nel corso della storia gli episodi di violenza furono all’ordine del giorno. A partire dalla maxi rissa di Hampden Park nel 1980, dove ben 9mila tifosi se le diedero di santa ragioni lasciandosi dietro decine di feriti ed un corpo esamine, per arrivare alle minacce di morte subite da Neil Lennon, ex-allenatore nordirlandese del Celtic vittima del fanatismo lealista di qualche squilibrato.

Lo scontro sul campo valeva quasi sempre un trofeo(l’ultima squadra non di Glasgow a vincere lo scudetto fu addirittura l’Aberdeen di Sir Alex Ferguson nel 1985!) ma quello fuori valeva molto di più. In città, ma purtroppo anche nei quartieri misti di Belfast, luogo simbolo dell’autentica contrapposizione fra le due fazioni. Per fortuna la continua collaborazione di entrambe le società con associazioni e polizia, ha dato il via ad un processo volto a stemperare gli animi.
In questo preciso momento il Celtic sta dominando la Scottish Premiership a + 6 dalla seconda, mentre i Rangers sono ad un passo dalla promozione diretta, dopo anni passati a soffrire in serie minori contro avversari improbabili.

Henrik Larsson ha detto: “Dimenticatevi el clasico niente è comparabile con il pazzo Old Firm”.
Ormai è solo questione di mesi, poi la vecchia fabbrica riaprirà i cancelli e la perfida Albione tornerà a dividersi tra Bhoys & Gers.

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