Calcio
Monday Night – La storica rivalità di Edimburgo – 03 Gen
Edimburgo, gotica e misteriosa. Centro culturale di livello assoluto, è un patrimonio mondiale dell’umanità protetto dall’UNESCO già dal 1995. Culla natale di personaggi del calibro di Sean Connery, Tony Blair, J.K.Rowling e Conan Doyle (giusto per citare i primi nomi che mi saltano in mente) è ormai da anni un polo attrattivo internazionale che richiama in Scozia visitatori da ogni angolo del pianeta. Un posto mistico: sovrastato da un imponente castello del XVI secolo, imbrunito dai fumanti camini vittoriani e sventagliato dalla gelida corrente proveniente dal mare del Nord. Un luogo climaticamente ruvido, ma dall’animo sorprendentemente rovente.
Per gli appassionati di rugby ad esempio, questa città si può facilmente identificare con il nickname di “Murryfield”, il grande catino che ospita le partite interne della nazionale scozzese. Oltre 65 mila anime dal kilt a scacchi e dal cuore colmo d’orgoglio, riempiono le sue gradinate ogni volta che c’è una partita in programma. Tradizione e passione. Tanto per capirci: se Twickenham è un tempio sacro (quasi religioso) questo potrebbe esser l’equivalente ovale della “bombonera” di Buenos Aires.
Quando a queste latitudini si alzano i decibel del monumentale inno “Flower of Scotland”, la pelle si rizza di una ventina di centimetri. Neanche a dirlo, nel corso della storia, da queste parti hanno perso lo scalpo nazionali prestigiose come Irlanda, Inghilterra e Galles.
Per i turisti invece, la città è più semplicemente divisa in due da Princes Street: da una parte la New Town, pullulante di negozi alla moda e ristoranti di tendenza. Dall’altra, la straordinaria Old Town; un miglio di pendente strada medievale, contornata da pub e antiche locande dove anche i grandi artisti amavano passare spudorate nottate in compagnia di alcool e donne di facili costumi.
Si ok, ma il football?
Beh, è scontato che in un posto così importante ci siano almeno un paio di club prestigiosi. Ora, che oltre il vallo di Adriano il campionato sia monopolizzato dalla monarchia di Celtic e Rangers è risaputo. Le due squadra dell’Old Firm hanno vinto complessivamente 101 trofei su 120 edizioni, e da oltre 30 anni lo scudetto non esce dalle mura perimetrali della città Glasgow (l’ultima a trionfare fu l’Aberdeen guidata da Sir Alex Ferguson nel lontano 1985).È chiaro che ritagliarsi uno spazio in queste condizioni è sempre stato praticamente impossibile, eppure, le due squadre della capitale sono riuscite a vincere medaglioni importanti arrivando perfino ad incendiare una rivalità che va oltre al semplice contesto cittadino.
Da una parte gli Heart of Midlothian (semplicemente noti come Hearts), dall’altra gli Hibernian, chiamati amichevolmente“Hibs” dai propri tifosi.
Andiamo con calma.
I primi a nascere in ordine cronologico sono stati gli Hearts. I “Maroons” vengono ufficialmente fondati nel giurassico 1874, anche se le prime frastagliate indicazioni ci riportano addirittura ad un decennio precedente, quando sul giornale “The Scotmans” venne pubblicato un articolo riguardante un match di Cricket disputato fra gli Scots e gli Hearts of Midlothian (i probabili precursori dell’attuale squadra).
L’idea del nome di battesimo fu ispirata dalla sala da ballo in cui i fondatori si trovarono in quel giorno di oltre 140 anni fa, mentre lo stemma a forma di cuore ricalca un famoso mosaico posto sul selciato appena prima dei portoni d’entrata della cattedrale di Edimburgo. Inutile sottolineare come i riferimenti siano tutti legati al mondo anglicano – protestante, intrecciati indissolubilmente ad un filo che conduce al lealismo nei confronti della corona britannica.
Dal 1886 giocano i match casalinghi nel bellissimoTynecastle, un gioiellino architettonico progettato dal famoso Archibald Leicth, e meravigliosamente incastonato nel tessuto urbano della zona di Gorgie Road. Da sempre vestono un completo granata con bordi bianchi e nel corso della loro vita ultracentenaria sono riusciti ad alzare al cielo ben 4 scudetti, 8 coppe di Scozia e 4 coppe di Lega.
L’ultimo titolo risale al 1960, quando staccarono incredibilmente di 12 punti i Glasgow Rangers. Ma se la gioia di un scudetto manca ormai da mezzo secolo, la gloria per un trionfo importante porta una data molto più recente.
Stagione 2011/12 . In Coppa di Scozia, gli Hearts superano il minuscolo Talbot al quarto turno, poi il St. Johnston ai supplementari di quello successivo. Nei quarti dovranno rifugiarsi nel replay di Tynecastle per aver la meglio sull’ostico St. Mirren (1-1fuori, poi 2 a 0 in casa). In semifinale decapitano a sorpresa il Celtic, al tempo guidato da Neil Lennon (oggi manager dei rivali cittadini), per poi presentarsi alla finalissima di Hampden Park (una sorta di Wembely scozzese) dove ad attenderli ci sarà proprio l’Hibernian. Sotto gli occhi di oltre 50mila paganti non c’è storia: Hibs 1, Hearts 5. Dopo un purgatorio durato 43 anni, i Maroons di tutta Scozia tornano a festeggiare un trofeo. Sembrava l’alba di una nuova era, viste anche le premesse del neo presidente, il banchiere lituano Roman Romanov:” Porterò gli Hearts a vincere(!) la Champions League”. Peccato che nel luglio del 2013, la squadra finì in amministrazione controllata a causa del pesante debito accumulato dal proprietario dopo il fallimento Ukio bankas, che costò agli storici protestanti di Edimburgo una pesante penalizzazione di 15 punti con la conseguenza inevitabile di una retrocessione in seconda serie.
Al momento inseguono disperatamente un terzo posto – dietro alle solite due – che significherebbe preliminari di Europa League.
Adesso però, spostiamoci dall’altra parte della capitale, dove risiedono i “cugini” in maglia verde.
L’Hibernian Football Club, venne fondato nel 1875 per merito di Michale Whelhan,Canon Edward e Joseph Hannan, tre appassionati di calcio con chiari origini irlandesi.
La scelta del nome fu tanto semplice quanto coinvolgente per tutta la comunità celtica immigrata dall’isola del trifoglio: Hibernian. Quella infatti, era la denominazione latina per indicare l’Irlanda.
Dopo qualche anno passato nel piccolo impianto di “Meadows”, a sud della capitale, il club si spostò definitivamente nell’attuale Easter Road, uno stadio da circa 20mila posti sito nel popolare agglomerato urbano del Leith. Da sempre vestiti di “green”, non perdono occasione per sventolare la loro storica appartenenza “Irish”. Nel simbolo – oltre al castello di Edimburgo – sono ben visibili l’arpa(icona irlandese per antonomasia) ed una nave, forse per ricordare il viaggio compiuto dai padri fondatori.
La bacheca è particolarmente condita: nel museo di Easter Road si possono scorgere 4 scudetti, 3 coppe di Lega e 3 Coppe di Scozia. Oltre alla particolare “World Champions Decider”, una sorta di sfida finale disputata nel 1887 tra la vincente di Scozia (gli Hibs appunto) e la vincente del campionato inglese (quell’anno il Preston North End).
Da quanto tempo i bianco verdi non alzano un trofeo?
Facile fare i conti, più difficile crederci. Meno di 7 mesi fa. Il 21 Maggio 2016, nella bolgia infernale di Hampden Park, gli Hibs superano per 3 a 2 i Glasgow Rangers tra l’incredulità di tutta la Gran Bretagna. Un club da anni relegato nella seconda serie è riuscito a battere i favoritissimi Gers. Un notte indimenticabile per l’illustre tifoso Andy Murray e per tutta la parte indipendentista della capitale. Un successo scortato dal commovente “Sunshine on Leith” cantata a sciarpe tese dai 30 mila supporters Hibs presenti alla finale.
Un trionfo che speriamo possa spronare i “cattolici” a tornare in Scottish Premier League già da questa stagione.
Il derby. Visti i connotati delle due squadre, questa partita ricalca in maniera leggermente minore il più famoso Derby di Glasgow. L’allerta è sempre massima e non sono mancate scaramucce tra le due opposte fazioni. Dalla notte dei tempi i due club si sono affrontati la bellezza di 304 volte, con una marcata predominanza lealista; 131 vittorie contro 86 sconfitte.
Ma c’è di più dei semplici dati. C’è una rivalità difficile da spiegare, un qualcosa che ha portato lo scrittore Irvine Welsh (scatenato tifoso Hibs) a dipingere alcuni personaggi secondari di “Trainspotting” e di “Porno” come fanatici degli Hearts, per poter concedere agli attori principali il ruolo di fans dell’Hibernian.
Scusate se è poco, per una rivalità che troppo spesso viene ingiustamente considerata “ minore”. . .
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