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Calcio

Portogallo sul trono d’Europa con un Cristiano Ronaldo leader fuori e dentro il campo – 12 lug

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Si conclude, nella maniera più sorprendente possibile, Euro 2016. Il Portogallo, a dispetto di ogni pronostico della vigilia, si laurea campione e porta con sé una ventata di novità e sorpresa che non ha lasciato indifferenti gli addetti ai lavori. Il cammino dei lusitani è stato alquanto contraddittorio ed originale, in quanto nessuno avrebbe mai creduto che la banda guidata dal c.t. Fernando Santos, sarebbe potuta arrivare fino in fondo, per poi alzare la coppa sotto il cielo di Parigi.  Tre pareggi nel girone eliminatorio contro Islanda, Austria ed Ungheria e la prima fase che si chiude con il ripescaggio come una tra le migliori quattro terze della competizione. A seguire, gli ottavi di finale contro la Croazia, match in assoluta parità nei novanta minuti regolamentari, per poi risolversi allo scadere del secondo tempo supplementare grazie ad un colpo di testa del redivivo Quaresma, vecchia conoscenza del calcio italiano. Nel turno successivo, ai quarti, contro la Polonia, i portoghesi non riescono ad avere la meglio nei novanta minuti. Il match termina 1-1 e il risultato di parità rimarrà intatto anche nei tempi supplementari. In questo caso saranno i rigori a dare il lascia passare ai lusitani che dimostrano una mira infallibile dagli undici metri. In semifinale, il Portogallo, ottiene l’unico successo nei tempi regolamentari, superando il sorprendente Galles per 2-0 grazie ai guizzi di Cristiano Ronaldo e Nani ed infine la finale, è storia recente, con lo 0-0 che resta inchiodato fino al 109’ minuto, quando Eder pesca dal cilindro un bolide forte ed angolato, dal limite dell’area, che non lascia scampo all’estremo difensore transalpino, Lloris. Con questa rete si aprono le porte del paradiso per i lusitani, che conquistano il primo trofeo di prestigio nella loro lunga storia calcistica. Il mentore di questo trionfo è Fernando Santos, commissario tecnico abile e sagace che  ha messo in atto una strategia vincente ed efficace, anche  se non straordinaria dal punto di vista estetico. I lusitani hanno dimostrato grande compattezza nel pacchetto arretrato, grazie alle prestazioni superlative del portiere Rui Patricio e la coppia centrale Fonte-Pepe. Anche Guerreiro, giovane promessa del calcio lusitano, è salito in cattedra grazie a delle performance qualitativamente valide. La difesa è risultata un bunker, difficile da espugnare. A metà campo hanno impressionato per visione di gioco, personalità e doti tecniche sublimi, calciatori come Renato Sanches, neo acquisto del Bayern Monaco e prospetto dal futuro roseo e Joao Mario, sul quale ha puntato i riflettori l’Inter. La tattica del Portogallo è stata quella di condurre allo sfinimento gli avversari, ritrarsi all’indietro per poi colpire approfittando della stanchezza altrui. Ovviamente alla base di questo trionfo in salsa portoghese, impossibile non annoverare Cristiano Ronaldo, stella e uomo simbolo della nazionale lusitana. CR7 rappresenta l’uomo principe di questa compagine, il leader incontrastato, il calciatore dotato maggiormente e in grado di risolvere con un guizzo la gara. Ronaldo in molte sfide, ad esempio contro l’Ungheria e il Galles, ha trascinato il Portogallo, accollandosi sulle spalle il peso di una nazione intera. Ed anche in finale, quando è stato costretto ad abbandonare il terreno di gioco, al 25’ minuto, a causa di una botta al ginocchio sinistro, ricevuta in un contrasto con Payet, ha evidenziato la sua incommensurabile personalità, incitando, sostenendo e guidando i suoi compagni di squadra dalla panchina. Ha urlato, gioito, pianto, emozioni che descrivono al meglio un campione assoluto dotato di grande carisma, dentro e fuori dal campo. Ronaldo è indiscutibilmente il miglior calciatore presente nel panorama calcistico internazionale e i trionfi ottenuti ne sono la prova insindacabile. CR7 ha alzato sotto il cielo di Milano, la coppa dalle grandi orecchie, lo scorso 28 maggio, per poi ripetersi con l’Europeo due giorni fa, successi che lo incoronano come re e gli spianano la strada verso un riconoscimento dovuto e meritato, con la possibile conquista del Pallone d’Oro. Grinta, strategie e passione, sono questi gli ingredienti che hanno permesso al Portogallo di partire in sordina, senza riflettori puntati addosso, per poi piazzare lo sprint finale all’ultima curva e alzare le braccia in segno di vittoria sotto il cielo incantato di Parigi, con la Tour Eiffel, che per una notte, ha illuminato la capitale transalpina con i colori rosso e verde della bandiera portoghese.

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