Calcio
Premier League: il punto dopo l’ottava giornata
Venti squadre in diciassette punti: dal Leicester capolista che ne ha 18 al fanalino di coda Sheffield con un solo punto, le distanze nel massimo campionato inglese sono assai ridotte. Vuoi per il Covid, vuoi per gli infortuni che hanno colpito il Liverpool, vuoi per altro, il campionato inglese vive in un perfetto equilibrio che peraltro è più o meno ciò che accade anche negli altri principali campionati. Forse l’emergenza sanitaria ci ha davvero messo lo zampino, la mancanza di tempo sufficiente per la preparazione atletica in estate, dove si sono giocate partite ufficiali sino a fine luglio, sta pesando.
Dopo otto week-end di Premier League, la pausa per le nazionali permetterà al Leicester di Rodgers, vincente contro il Wolverhampton grazie a un rigore di Vardy (che ne sbaglia pure un altro…) di andare a riposo in testa solitario, con una lunghezza di vantaggio sulla coppia Liverpool-Tottenham. E viene da ripensare a quel miracolo del 2016, che è stato però pure un beneficio per le casse e l’appeal delle “foxes”, trascinate da un bomber arrivato a 111 gol in Premier in soli sei anni, e che dopo quel titolo incredibile con Ranieri in panchina stava per fare le valigie e andarsene all’Arsenal. E invece è rimasto, ed eccolo qua ancora una volta a far capire a tutti che sì, quel titolo sarà pure stato decisamente imprevedibile, ma negli anni a seguire sta assumendo un contorno più nitido. Il Leicester non è più un caso, ma un esempio di gestione e virtuosità da applaudire.
Chi non deve fare i conti con l’appeal, perché è già un club planetario e campione di tutto, è il Liverpool di Klopp, che negli ultimi 180 minuti contro Atalanta e Manchester City è tornato finalmente a sfoderare i livelli di gioco del recente passato: possesso palla, velocità, reattività, sensazione di poter segnare da un momento all’altro. La super sfida contro l’arcirivale di Guardiola è finita 1-1, con i reds avanti grazie a un rigore solare di Salah, e raggiunti da una prodezza di Gabriel Jesus, lesto ad agganciare la sfera e girarsi, anticipando tutti. La notizia del pomeriggio è stato certamente il rigore fallito da De Bruyne, che ha calciato fuori, lui che solitamente non sbaglia mai. Primo tempo vivace, secondo tempo poco spettacolare, partita equilibratissima e risultato giusto, con l’uomo della provvidenza rossa, Diogo Jota, che questa volta resta a secco.
E l’altra metà di Liverpool tanto incensata a inizio stagione? Ancelotti si deve leccare ancora una volta le ferite: un Manchester United in versione Dr.Jekyll e Mr.Hide (perde 6-1 col Tottenham, cade in casa anche con l’Arsenal e in Europa si fa battere da degli impronunciabili turchi), vince 3-1 a Goodison Park rimontando l’iniziale svantaggio grazie soprattutto a Bruno Fernandes e al primo gol “inglese” di Edinson Cavani, arrivato dal PSG. Impossibile far previsioni: Solskjaer è più lunatico dei lunatici.
Chi sembra invece aver trovato la quadra è il Chelsea di Lampard: 4-1 allo Sheffield, ultime 6 partite con solo un gol subito e nessuna sconfitta dal 20 settembre, quando i blu furono battuti a Stamford Bridge dal Liverpool. Con Thiago Silva finalmente rodato, pure l’altro centrale Zouma ha trovato nuova linfa. Il Chelsea smette di prendere gol e i risultati si vedono: 16 punti, a due dalla capolista. Il Tottenham espugna il “The Hawthorns” di Birmingham con il solito gol di Kane, 150 reti in Premier League a 27 anni, con nel mirino, chissà, Alan Shearer, in vetta alla classifica assoluta con 260 segnature. Non trascendentale per la verità la partita degli uomini di Mourinho, ma d’altronde, come detto, chi può fare la parte del dominatore in questa Premier?
Il Southampton, pur senza che Ings segnasse, ha vinto ancora venerdì sera, piegando 2-0 il Newcastle, e portandosi in testa per una notte: quanto basta perché sul profilo twitter del club sia uscito uno “Stop the count!” in pieno stile americano: fermate la conta dei voti, ossia il campionato, e date il titolo ai nostri. Chapeau. Il Palace travolge 4-1 il Leeds di Bielsa, non male come risultato, dato lo smalto degli uomini in bianco condotti dal tecnico argentino, ulteriore testimonianza che un sabato puoi stravincere e quello dopo uscire a testa bassa.
Ma l’uomo copertina di questa ottava giornata è soltanto uno: Ademola Lookman, ala del Fulham, che nel pieno recupero della partita col West Ham ha dagli undici metri la palla del pareggio, decidendo di imitare il miglior Totti d’annata provando il cucchiaio. Gli va male, malissimo, e solo la ripresa video che vi invitiamo a vedere, rende l’idea. Ma non tiriamogli la croce addosso: se la palla fosse entrata, avremmo parlato di coraggio, incoscienza e beata follia che è il sale del calcio. Il cucchiaio è il confine più sottile che ci sia fra la gloria e la morte, per cui onore al nostro di averci provato. Con l’augurio che la sua squadra non retroceda proprio per un punticino lasciato per strada. E ora, un week-end di stop: ci sono le nazionali, e in tempi di Covid non è proprio una genialata. Si riparte subito forte sabato 21 novembre: alle 16 c’è Liverpool-Leicester, prima contro seconda.
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