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Quali sono i nomi dei dribbling nel calcio?

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Secondo appuntamento con i gesti tecnici del Calcio, oggi parliamo del Dribbling. Il dribbling è uno dei gesti tecnici che più infiammano i tifosi ed è anche una delle chiavi di volta delle partite, in quanto permette ad un giocatore di saltare il diretto avversario andando a creare superiorità numerica in fase di attacco e quindi una potenziale minaccia per la difesa avversaria. Ma quanti sono e come si chiamano i dribbling?

Innanzitutto partiamo da una domanda ancora più basilare: che cos’è un dribbling? E’ un gesto tecnico che permette ad un giocatore di superare il proprio avversario mantenendo il possesso del pallone, è quindi fondamentalmente una finta o un movimento rapido ed inatteso, che permetta di liberarsi di una marcatura o di sbloccare a proprio vantaggio una fase di stallo.

Nel corso della storia del calcio, queste finte hanno assunto le forme più varie ed hanno ricevuto dei veri e propri nomi di battesimo, alcuni derivanti dal tipo di finta, alcuni derivanti da come viene gestito il pallone, alcuni dal nome del proprio esecutore abituale. Di seguito vi riportiamo i nomi dei dribbli più famosi.

 

A Seguire: per eseguire questo dribbling il calciatore utilizza in realtà un altro gesto tecnico, ovvero il cosiddetto stop a seguire, cioè stoppa il pallone in corsa facendolo scorrere nella direzione in cui sta correndo. In questo caso potrà superare il proprio marcatore, corredo ad una velocità superiore dello stesso, per andare a recuperare la palla.

Aurelio: per eseguire questo dribbling bisogna far passare rapidamente la palla dietro al piede di appoggio, fingendo di farla proseguire da quella parte, mentre poi la si riporta altrettanto velocemente nella posizione iniziale, partendo poi in direzione opposta a quella in cui si era finto di spostare il pallone. Sebbene fosse stata fatta già precedentemente, il nome a questa finta venne dato da Rodrigo Taddei in onore di Aurelio Andreazzoli, preparatore atletico della Roma, che sfidò il calciatore ad eseguire quel numero non solo in allenamento ma anche in partita, cosa che Taddei non tardò a fare.

Autopassaggio, Drible de Vaca o Meia Lua: questo dribbling consiste nel superare l’avversario di slancio, allungando il pallone su un lato del proprio rivale per poi aggirarlo dall’altro lato ed andare a riprendere il pallone. Questo dribbling parte dal presupposto che l’avversario sia praticamente fermo, mentre chi è in possesso del pallone stia correndo verso di lui puntandolo. In Portogallo è una finta usata spesso da Ruben Amorim, mentre storicamente giocatori come Weah, Gullit, Maradona e Pelè ne facevano spesso uso.

Bicicletta o Doppio Passo: conosciuto anche come “Paso Doble”, è un gesto tecnico che consiste nel roteare le gambe attorno al pallone più volte in modo molto rapido, cercando di ingannare l’avversario non facendogli capire la vera direzione in cui poi si vorrà spostare la sfera. Il padre di questa giocata è stato il calciatore del Boca Juniors degli anni dieci e venti, Pedro Calomino; ma in tempi recenti uno dei giocatori che maggiormente ha tentato questa finta è stato Cristiano Ronaldo. In Italia l’inventore del “Doppio Passo” invece è ritenuto il grande Amedeo Biavati. Attenzione: non bisogna confondere la “Bicicleta” sudamericana con la nostra “Bicicletta”, che è un tipo di dribbling completamente differente.

Bicicletta o Lambreta: quella che in Italia viene chiamata “Bicicletta” è un dribbling assai diverso dalla “Bicicleta” sudamericana, dove infatti viene chiamata “Lambreta”. Questo dribbliing consiste nell’alzare dietro di sé il pallone, trattenendolo tra la punta di un piede ed il tacco dell’altro, per andare poi a colpirlo di tacco per eseguire un pallonetto su sé stessi e sul proprio marcatore che solitamente deve stare di fronte a chi tenta questo gesto tecnico. Si può parlare anche di “Bicicletta avanzata” se il pallone viene colpito di tacco ad un’altezza uguale o superiore a quella del proprio ginocchio. A lanciare in Italia questa finta fu l’attaccante del Palermo Vito Chimenti, ma può essere vista anche in “Fuga per la vittoria”, eseguita da Osvaldo Ardiles, che nel film interpretava il ruolo di Carlos Rey.

Boba: per eseguire questo dribbling bisogna spostare il pallone con la suola della scarpa, come viene fatto solitamente nel Calcio a 5, ma calciarlo poi con la punta del piede in direzione opposta, superando così il proprio marcatore. Nella maggior parte dei casi la “Boba” viene seguita da un “Tunnel” (gesto di cui parleremo in fondo). La “paternità” di questa finta viene attribuita all’argentino Andres D’Alessandro.

Costlyña: Questo dribbling consiste nel bloccare improvvisamente la corsa, fingere di effettuare un colpo di tacco per un compagno, e ripartire velocemente in una direzione opposta al passaggio fintato. Prende il nome dal calciatore hondureno Carlo Costly, che è dotato di grande velocità ed accelerazione, doti fondamentali per la riuscita di questo dribbling, che è una lieve modifica del “Freno” di cui parleremo più avanti. Spesso questo gesto tecnico è impropriamente detto “Costlynha”, ma visto che il suo ideatore è di lingua spagnola e non portoghese, la dicitura corretta è la prima.

Cuauhtemiña: è il dribbling la cui paternità viene assegnata al calciatore messicano Cuauhtémoc Blanco e consiste nel saltare gli avversari trattenendo il pallone tra i due piedi, evitando il loro intervento (solitamente una scivolata o un due contro uno) grazie al balzo cmpiuto. Questo gesto tecnico è stato mostrato anche nel Mondiale di USA 1994 dal bulgaro Yordan Letchkov.

Doppio Tocco: questo è uno dei dribbling più tradizionali e si esegue spostando rapidamente il pallone da un piede all’altro, evitando quindi l’intervento avversario semplicemente togliendo il pallone nel momento opportuno da un “piede”, andandolo a posizionare nell’altro. Ovviamente questo spostamento deve essere rapido e fatto quando si è vicinissimi all’avversario, puntando così sul fatto che questi rallenterà la corsa per intervenire sul pallone, mentre chi fa il dribbling continuerà la propria corsa in modo uguale a prima. Il danese Michael Laudrup fu un vero e propri specialista di questa finta.

Dribbling Classico, Dribbling Secco o Frusta: siamo al vero e proprio “abc” del dribbling. Sotto il nome di Classico o Secco, si cela il modo più semplice di superare un rivale: puntando sulla sorpresa e sulla fulminea accelerazione, si sposta la palla in una direzione e si tenta di superare l’avversario (di solito partendo da fermo) in velocità. Spesso con questo tipo di dribbling si cerca soprattutto il fallo: infatti si lascia avvicinare l’avversario al pallone spostandolo poi in modo repentino, cercando di farsi colpire ed uscire così da una fase di stallo.

Elastico o Flip-Flap: variante del “Doppio Tocco”, questo gesto tecnico si esegue spostando il pallone  anziché da un piede all’altro, dall’esterno all’interno dello stesso piede. L’inventore del “Flip-Flap” parrebbe essere stato il brasiliano Rivelino, ma ai nostri giorni la finta è tornata in auge come “Elastico”, portata sugli scudi dal suo connazionale Ronaldinho.

Finta alla Matthews o Finta di Corpo: questa finta prende il nome dal suo ideatore Stanley Matthews e si esegue facendo un movimento col corpo per far intendere all’avversario che ci si sposterà in una direzione, salvo poi calciare il pallone, e muoversi, nella direzione opposta.

Foca: questo gesto tecnico consiste nel portarsi il pallone sulla testa avanzando, palleggiando o tenendolo in equilibrio. In Italia fu un dribbling usato particolarmente da Marco Nappi, anche se il suo vero interprete per antonomasia fu il brasiliano Kerlon, che venne soprannominato Foquinha (piccola foca) proprio per questa sua particolarità.

Freno o Stop con cambio di direzione: questo dribbling consiste nel frenare la propria corsa in modo repentino, per poi ripartire nella stessa direzione o in una differente, cercando di fare perdere il passo della corsa al proprio avversario. Il maestro di questa finta fu il brasiliano Garrincha. Ai giorni nostri Carlo Coslty, come si è detto  precedentemente, ha modificato questo dribbling aggiungendoci un finto colpo di tacco e rinominando l’intero gesto tecnico.

Giravolta di Cruijff: dribbling ovviamente inventato da grande Johan Cruijff e poi modificato  e ripreso da molti altri calciatori anche in tempi più recenti. La sua esecuzione consiste nel fingere di calciare il pallone, spostandolo poi con la suola o l’interno dietro il piede d’appoggio, e compiendo una giravolta di 90 gradi partire in direzione opposta in modo rapido.

Gomera o Tacco-Punta: questo gesto tecnico viene eseguito bloccando la palla con la suola di un piede, e colpendo poi la sfera in modo repentino con la punta dell’altro piede, riprendendo subito la corsa. Questa era una delle finte preferite da George Weah. Di questo dribbling è stata fatta una variante, anche se è difficile da vedere, che si chiama “Tacco-Tacco”, in cui anche il secondo tocco viene eseguito col tacco del piede.

Gravesinha: ogni calciatore può inventare la propria finta o il proprio dribbling, ed infatti prendendo il nome dal calciatore danese Thomas Gravesen, il cui compito era molto spesso di rottura più che di costruzione, questa finta consiste di eludere l’intervento avversario fingendo una scivolata che interrotta appoggiando il ginocchio a terra, permette al giocatore di rialzarsi rapidamente e riprendere la corsa in una differente direzione.

In Allungo: questo tipo di dribbling prevede soprattutto doti fisiche, in quanto sfrutta la velocità del calciatore. Si e segue lanciando il pallone davanti a se in una zona libera per superare il proprio marcatore in velocità. Differisce dal dribbling “Autopassaggio” precedentemente citato nel fatto che il pallone in questo caso non viene lanciato dalla parte opposta in cui viene aggirato il proprio marcatore.

McGeady Spin: attribuita come “paternità” all’irlandese Aiden McGeady, sebbene utilizzata molto anche dal francese Frank Ribery questa tipologia di finta si realizza spostando il pallone da davanti a dietro di sé con l’interno di un piede, e quindi spostandolo lateralmente con l’esterno dell’altro piede, eseguendo così una specie di piroetta. Questa finta era già stata utilizzata in passato anche da Alberto Casagrande, che dopo aver spostato il pallone era solito superare il rivale in allungo.

Ronaldo Chop: inventato da Cristiano Ronaldo, questo dribbling va eseguito spostando il pallone di tacco, facendolo passare dietro l’altro piede, scartando così l’avversario che sta sopraggiungendo lateralmente. Si può a volte parlare anche di “Elastico Chop”, che consisterebbe nell’eseguire un elastico e subito dopo una Ronaldo Chop, spostando il pallone col tacco dietro al piede con cui si è eseguito l’Elastico…gesto tecnico che già è difficile da capire, figuriamoci da eseguire…

Roulette de Marsiglie: questo dribbling era il classico movimento per smarcarsi del francese Zinedine Zidane, che bloccava o spostava indietro il pallone con la suola o l’interno di un piede, per poi spostarlo in avanti con l’interno o la suola dell’altro piede, eseguendo col corpo una giravolta quasi di 360°. La “Roulette de Marsiglie” è una modifica della più classica “Veronica”, di cui parleremo tra poco.

Sombrero: questo gesto tecnico consiste nel far passare la palla sopra la testa del proprio rivale, andandola poi a riprendere dalla parte opposta. Il nome deriva dal fatto che la traiettoria presa dalla sfera per superare il proprio marcatore, disegna la forma della punta di un sombrero.

Solada: questo gesto tecnico, è molto simile alla già citata “Boba”, ma consiste in un movimento in meno. Con questo dribbling si sposta la palla con la suola della scarpa (da cui il termine “Solada”) in modo da darle una accelerazione iniziale maggiore ed improvvisa, che aiuta a trarre in inganno il proprio avversario. Essendo un colpo essenzialmente da Calcio a 5, uno dei giocatori che più volte ne hanno fatto uso negli ultimi anni è stato Erik Lamela, che ha un passato nel futsal.

Tunnel: questo gesto tecnico non è propriamente solo un dribbling, può essere anche la conseguenza di un passaggio ad un compagno o di un tiro in porta, il “Tunnel” infatti è semplicemente l’atto di far passare il pallone tra le gambe dell’avversario. Se il giocatore che esegue questo gesto dopo recupera nuovamente il possesso della palla, si parla di “Dribbling con Tunnel”.

Velo: con questo termine si descrive il movimento effettuato da un giocatore che evitando il contatto con il pallone, solitamente aprendo le gambe o saltando all’ultimo la sfera, lo fa scorrere verso un compagno di squadra. È una finta spesso utilizzata per sorprendere la difesa avversaria, e sebbene quindi non serva per saltare il diretto avversario, può aiutare il compagno che riceve il pallone, in quanto la difesa potrà rimanere spiazzata nel vedere la sfera proseguire verso di lui invece che finire nei piedi di chi ha eseguito il “Velo”.

Veronica o 360°: uno dei dribbling più famosi del mondo è la cosiddetta “Veronica” o “360°”. Questo gesto tecnico si esegue effettuando una giravolta sul pallone facendo perno su di esso con la pianta del piede. L’argentino Riquelme ha qualche volta usato una variante della “Veronica” andando a fare perno sul pallone col tacco invece che con l’intera suola, mentre altri giocatori sono riusciti dopo aver fatto perno sul pallone, ad alzarlo, evitando ancora meglio l’intervento avversario unendo la finta della giravolta al cambio di traiettoria del pallone che da terra veniva spostato in aria

 

La ricerca per questa lista è stata fatta principalmente su internet ed è stata scremata di alcuni gesti tecnici presenti in rete che non ci sono apparsi credibili o realmente esistenti e riconducibili a calciatori di stampo internazionale; se avete informazioni e nomi di altri dribbling esistenti, segnalateceli, ed aggiorneremo volentieri il nostro articolo.

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