Calcio
Quella valanga di reti nel boxing day 1963
Se vi sarà capitato di guardare la serie tv “Downton Abbey”, intuirete meglio di cosa si parla. Servitù e aristocrazia, l’Inghilterra ancora figlia dell’epoca vittoriana che divide le due classi in ogni casa nobile che si rispetti. I primi al piano di sotto, i secondi a scorrazzare ingioiellati nelle loro enormi residenze tra un tè, un ricevimento o una puntata alle corse dei cavalli. Il boxing day, applicato al calcio, è nato in quei palazzi: dopo un anno trascorso a servire le famiglie non certo con meno dignità di chi impartiva ordini, anche la servitù si prendeva il giusto premio a un ligio lavoro. E così, eccole le “boxes”, le scatole, donate dai padroni ai servitori, piene di regali e denaro. E niente lavoro, il 26 dicembre: giornata libera, un modo per ringraziare e omaggiare il duro sgobbare di chi mandava avanti la baracca nel silenzio, nella riverenza, spesso nella remissione. Ne volete sapere di più? Leggete “Ai piani bassi”, libro scritto da Margaret Powell, serva di una ricca famiglia inglese lei stessa.
Ecco il significato di un giorno che noi oggi viviamo tra cibo e partite: per una volta, non è il calcio a diffondere qualcosa, ma è esso stesso a prendere e fare sua una tradizione che col calcio non aveva in realtà inizialmente nulla a che fare. Pare che tutto sia più solenne: a chi scrive piace citare l’immagine di un grande festone natalizio ogni anno appeso al Cottage, sì, quello nello stadio del barone Craven di Fulham, impianto tenero a tutti gli appassionati. Perché gli addobbi si fanno come si deve. Ecco, c’è un particolare boxing day passato alla storia per la moltitudine di reti segnate in First Division, l’attuale Premier League: è quello del 25 dicembre 1963. Ben 66 gol in dieci partite, con risultati più unici che rari.
Nel giorno di Santo Stefano l’Everton cade 2-0 in casa del Leicester, ma è il punteggio più tenero della giornata. Il Liverpool travolge per 6-1 ad Anfield lo Stoke City con Roger Hunt che segna addirittura quattro reti, mentre il Manchester United invece subisce incredibilmente con lo stesso punteggio una pesantissima sconfitta a Burnley con un’altra quaterna, firmata da Andy Lochead. Mentre il Chelsea regola con un 5-1 fuori casa il Blackpool (a segno per i blues anche Terry Venables, futuro CT della nazionale), il record del giorno spetta al Fulham che al Craven Cottage travolge per 10-1 il povero Ipswich Town, e anche qui quattro delle dieci reti le segna Graham Leggart, centravanti scozzese dei cottagers.
Niente male nemmeno i pareggi. Due 3-3, quelli tra Wolverhampton e Aston Villa e tra Nottingham Forest e Sheffield United, e il 4-4 tra West Bromwich e Tottenham. Detto del magro bottino tra Leicester ed Everton con sole due reti, dopo i dieci gol del Fulham è al Blackburn che spetta la seconda miglior performance: al caro vecchio Upton Park, i Rover travolgono 8-2 il West Ham. L’irlandese McEvoy e il nativo di Blackburn Pickering segnano una tripletta ciascuno. Anche al di fuori di quella giornata continuarono comunque a non mancare risultati eclatanti quella stagione: l’Ipswich che arrivò ultimo perse 9-1 a casa dello Stoke, 6-3 in casa del Tottenham e ne prese altre 7 dal Manchester City.
Titolo al Liverpool a fine stagione, il primo dopo diciassette anni di astinenza: il grande ciclo di Shankly raccoglieva i suoi frutti. Per i reds, l’anno successivo, sarebbe arrivata anche la prima FA Cup. Ma quel boxing day, con 66 gol, segnò un altro capitolo miliare nella voluminosa storia di quel grande libro intitolato First Division. Già, perchè la Premier League, arrivata nel 1992, è soltanto una parte della storia. E chissà se anche Margaret Powell, laggiù ai piani bassi, ricevette anch’ella le sue “boxes”…
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