Calcio
Rebus Verona: cosa è cambiato in un anno?
Negli utimi due anni abbiamo visto due Verona diversi. Cosa è cambiato, assieme all’allenatore?
Il prossimo avversario del Bologna sarà l’Hellas Verona, protagonista della lotta salvezza durante questa stagione, pur venendo dalla gestione Baroni che li aveva condotti fino al tredicesimo posto in A. Che cosa è cambiato tra le file degli scaligeri per renderli la peggior difesa del campionato, nonché una pretendente per la zona rossa? Scopriamolo assieme.
Dalla cura Baroni a Zanetti: una fuga importante
Anzitutto, fa molto il cambio alla guida tecnica. Non per dare colpe eccessive a Zanetti, ottimo allenatore probabilmente poco assistito dai suoi interpreti, ma l’Hellas era la squadra di Baroni, e con lui ha perso un nucleo. Costruita su misura per il suo tecnico, infatti, la squadra si è sgretolata perdendo i “suoi” uomini, come Folorunsho, Henry, Djuric, Noslin e Cabal. Sostituiti poi nell’ossatura degli attuali scaligeri da Serdar, Harroui (infortunato) e Tengstedt. Insomma, buoni giocatori, ma non del livello soprattutto dell’olandese della Lazio e del colombiano della Juventus.
Il Verona di Baroni
L’attuale tecnico della Lazio proponeva un calcio organizzato ma aggressivo, con un 3-5-2 a trazione anteriore. In caso di pressione, l’istruzione del tecnico era di lanciare lungo sulla punta fisica, Djuric, per superare la pressione. Questa opzione è ormai persa, visto che il bosniaco ora si trova a Monza. L’alternativa era una costruzione dal basso, abbassando gli esterni per creare spazio a disposizione di Folorunsho. Insomma, quest’anno i due pezzi cardine della costruzione degli scaligeri sono persi. Andando oltre, in sviluppo il gioco si sviluppava sulle fasce, sfruttando il fisico del già citato Djuric o, in contropiede, i tagli dei centrocampisti. Perdendo quattro giocatori chiave, la squadra è stata debilitata, e si vede anche dai risultati.
Le scelte di Zanetti
Un pò per filosofia personale, un pò per mancanza di interpreti, Paolo Zanetti ha cambiato modulo ai veneti. Le sue nuove scelte tattiche implicano una difesa a 4, idealmente con Frese, Tchatchoua, Dawidowicz e Magnani, davanti a Montipò. Duda e Belahyane si giocano con Serdar la mediana a due, mentre sulla trequarti Suslov, Lazovic e l’ora infortunato Harroui rappresentavano l’idea tattica del mister. Davanti ampia scelta tra Tengstedt e Mosquera, ma senza i tre centravanti della stagione precedente (Bonazzoli, Djuric e Henry) la continuità tattica viene a mancare. E’ vero che ad un nuovo allenatore va dato tempo, ma anche la squadra totalmente trasformata ha cambiato le carte in tavola, e certi interpreti mancano molto. Non a caso, Noslin e Cabal sono andati in due big del campionato, così come Baroni.
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