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Resto del Carlino – Kjaer, capitano vero

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Quanto successo in Danimarca-Finlandia ha fatto il giro del mondo. Christian Eriksen, colpito da un malore, cade a terra privo di sensi. Tra lo shock (comprensibile) dei compagni, l’unico a rimanere lucido è il capitano, Simon Kjaer. Sa esattamente ciò che deve fare. Per prima cosa sposta la lingua dell’amico, per evitare che soffochi; poi lo gira sul fianco, per facilitarne il soccorso; infine, intervenuti i medici, rimane lì col compagno, a dimostrare vicinanza, empatia.
 
Come scrive Alessandro Milan nel suo articolo, Kjaer è l’amico che tutti vorremmo avere al nostro fianco nel momento della tragedia. Il Capitano che vorremmo avere in squadra. L’uomo che incarna, anche su un campo da calcio, i valori di umanità, forza e coraggio necessari nel momento del bisogno. Mentre i medici fanno il loro lavoro, è lui a dire ai compagni di disporsi in cerchio, in modo da non trasformare la scena in un macabro spettacolo. Qui emerge il senso di Squadra, si vede il legame che unisce una Nazione. E l’immagine acquista ancora più valore in quanto l’unico calciatore che guarda Eriksen, a nome di tutto il gruppo, è proprio Kjaer. Ed è sempre lui -insieme al portiere Kasper Schmeichel – ad accollarsi la parte forse più dolorosa, quella di consolare la moglie del numero 24, scesa in campo in preda alla disperazione.
 
L’episodio ha giustamente messo Kjaer sotto i riflettori di tutto il mondo. Non è passato inosservato il suo comportamento, da leader vero. In pochi minuti, il difensore del Milan ha così ridato valore e dignità alla parola ‘capitano’, spostando il concetto verso una sfera più umana: il capitano è colui che si mette al servizio della squadra, che guida i compagni, è la persona su cui si può contare nel momento di bisogno. Non è solo il giocatore in grado di fare la differenza sul campo o di fare la voce grossa in spogliatoio.
 
Per celebrare bene la figura di Simon Kjaer ci vorrebbe la penna di Walt Whitman (“Capitano! O mio capitano!). Ma elogiarne il comportamento, e riconoscerne il valore, è comunque qualcosa di tanto giusto quanto doveroso.  
 
Fonte: Resto del Carlino, articolo di Alessandro Milan

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