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Calcio

Road to Brazil 2014: I Bleus ai raggi X – 16 gen

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Ammettiamolo, non è impresa da molte squadre riuscire ad accedere ad un Mondiale per il rotto della cuffia, eludendo le forche caudine dei play-off grazie ad un gol in fuorigioco, per poi ritrovarsi a dover incrociare le spade con Svizzera, Ecuador e Honduras nella rassegna iridata.

Il capolavoro è riuscito a monsieur “magheggio” Platini, il presidente dell’UEFA più Harry Potter che ci sia, capace con un abile gioco di prestigio di evitare ai concittadini un girone ben più impegnativo (e meritato) ai prossimi Mondiali. Come? Pur sapendo che i trucchi di un mago mai e poi mai andrebbero svelati, per questa volta faremo volentieri un’eccezione. Le otto squadre europee non teste di serie vengono solitamente inserite nell’urna due. Tuttavia, essendo quest’anno nove le europee in questione, la nazionale accreditata allo scivolamento in urna tre sarebbe dovuta essere, in virtù del Ranking Fifa, proprio la Francia. Qui entra in gioco Platini ed il suo decreto “salva-Galletti” et voilà: la squadra da retrocedere deve da ora essere individuata mediante sorteggio. Un’assoluta novità che sortisce l’effetto sperato. La Francia resta in urna due, l’Italia, straprima nel proprio girone di qualificazione, scivola nella tre e si becca Inghilterra ed Uruguay.

Così, mentre gli Azzurri si ritroveranno a gettare sul campo sangue e sudore per avere la meglio di Rooney, Gerrard, Suarez e Cavani, i cugini d’oltralpe, superato (speriamo senza il fiatone!) lo scalino svizzero, passeggeranno allegramente sul red carpet steso per loro da honduregni ed ecuadoriani.

Ma attenzione, caro Platini, che prima o poi sui tappeti si finisce per inciampare…

 

I CALCIATORI

 

Al di là di aiutini e sorteggi semi-taroccati, la Francia ha tutte le carte in regola per disputare un ottimo Mondiale. La rosa non è forse ai livelli delle primissime della classe (Brasile, Spagna e Germania), ma dal punto di vista qualitativo ha poco da invidiare alle ben più quotate rivali.

In porta, ad esempio, il CT Deschamps ha l’imbarazzo della scelta, almeno per quanto riguarda le riserve da affiancare al titolarissimo Hugo Lloris. Il portiere-saracinesca ex Lione, acquistato una stagione fa dal Tottenham per più di dieci milioni, è il capitano nonché uno degli uomini simbolo della nazionale francese. Ha appena compiuto ventisette anni e, continuando a maturare in Premier League, può davvero aspirare a diventare il numero uno dei numeri uno. Il suo vice sarà Steve Mandanda del  Marsiglia, un ragazzone che sarebbe titolare inamovibile in nove nazionali e mezzo su dieci, mentre a contendersi la maglia di terzo portiere troviamo i pur affidabili Ruffier (Saint-Étienne) e Landreau (Bastia).

 

Tanti buoni stopper, nessun fuoriclasse; la zona centrale della difesa è probabilmente il reparto che può finire maggiormente in affanno allorché i transalpini incroceranno sulla propria strada bomber più smaliziati dell’ecuadoregno Caicedo o dell’honduregno Costly. Di difensori Deschamps ne ha fatti ruotare parecchi nel corse dei match di qualificazione, sintomo questo della difficoltà di trovare un tandem di centrali particolarmente affidabili. I più utilizzati sono Laurent Koscielny (Arsenal) e Mamadou Sakho (Liverpool), elegante e chirurgico negli interventi il primo, fisicamente ed atleticamente straripante il secondo, ma occhio anche al baby prodigio del Real Madrid Raphaël Varane; il talentuoso classe ’93 oggi vale quasi il triplo dei dieci milioni investiti due stagioni fa dai Blancos per strapparlo al Lens.

Spera di volare in Brasile anche il roccioso difensore del Newcastle Yanga-Mbiwa, così come Adil Rami, che confida in una seconda metà di stagione da protagonista con la maglia del Milan per riuscire a convincere il CT ad inserirlo nella lista dei ventitré. Certamente non mancherà Patrice Evra, pronto, a trentadue anni suonati, a disputare il suo secondo Mondiale da padrone assoluto dell’out di sinistra, obbligando Clichy a doversi accontentare delle briciole. A destra volata a tre tra Cristophe Jallet (Psg), Mathieu Debuchy (Newcastle) e Bacary Sagna (Arsenal), con il napoletano Réveillère tagliato fuori salvo clamorosi colpi di scena.

 

Qualità al potere è lo slogan del centrocampo francese, che può vantare un discreto numero di campioni. Qualche nome? Lo juventino Paul Pogba, in nazionale da neppure un anno e già sicuro del posto ai prossimi Mondiali, il metronomo dai piedi di velluto Yohan Cabaye (Newcastle), il suo compagno di club Moussa Sissoko e Blaise Matuidi del Psg, quest’ultimo vero e proprio coltellino svizzero la cui utilità in mezzo al campo è testimoniata dalle sette presenze su otto nel turno di qualificazione. Non è tutto, perché avanzando di qualche metro ci imbattiamo nella creme della squadra, rappresentata dai funambolici Valbuena, Nasri e, soprattutto, dal Pallone d’Oro mancato Frank Ribéry, le cui ubriacanti serpentine potrebbero determinare in buona parte le sorti dei Bleus in Brasile.

 

Due sono gli attaccanti francesi che potremo ammirare con maggiore frequenza: Karim Benzema e Olivier Giroud. Dall’alto delle sue sessantadue presenze (condite con diciassette reti), il bomber di origini algerine è uno dei calciatori di maggiore esperienza della rosa a dispetto dei ventisei anni compiuti a dicembre. Meno tecnico ed agile ma più potente ed “aereo” rispetto alla punta del Real è il centravanti dell’Arsenal Giroud, finora autore di dodici reti stagionali con la casacca dei Gunners.

Dietro di loro scalpita una nutrita schiera che racchiude numeri nove dal gol sempre in canna (Gomis, Remy e Gignac), fantasisti capaci da un momento all’altro di spaccare in due la gara (Menez) ed esterni rapidi e veleniferi (Lacazette e Payet), tutti decisi più che mai a staccare il pass per la Coppa del Mondo.

Insomma, la rosa francese è di prim’ordine e per Didì Deschamps non sarà affatto semplice selezionare tra tanti validi elementi i ventitré più affidabili per l’avventura in Brasile. Un’avventura che, almeno sulla carta, potrebbe anche riservare piacevoli sorprese sotto la Tour Eiffel.

Che poi i Galletti abbiano la tendenza a raccogliere molto meno di quanto i pronostici lascerebbero pensare, è tutto un altro discorso…

 

FRANCIA

 

ROSA DEI CONVOCABILI

 

PORTIERI: Mikaël Landreau, Hugo Lloris, Steve Mandanda, Stéphane Ruffier.

 

DIFENSORI: Éric Abidal, Gaël Clichy, Mathieu Debuchy, Patrice Evra, Rod Fanni, Cristophe Jallet, Laurent Koscielny, Eliaquim Mangala, Jeremy Mathieu, Adil Rami, Anthony Réveillère, Bacary Sagna, Mamadou Sakho, Benoït Trémoulinas, Raphaël Varane, Mapou Yanga-Mbiwa, Kurt Zouma.

 

CENTROCAMPISTI: Romain Alessandrini, Yohan Cabaye, Étienne Capoue, Abou Diaby, Maxime Gonalons, Yoann Gourcuff, Clément Grenier, Josuha Guilavogui, Geoffrey Kondogbia, Blaise Matuidi, Rio Mavuba, Samir Nasri, Paul Pogba, Frank Ribéry, Moussa Sissoko, Mathieu Valbuena.

 

ATTACCANTI: Karim Benzema, André-Pierre Gignac, Olivier Giroud, Bafetimbi Gomis, Alexandre Lacazette, Jérémy Ménez, Dimitri Payet, Loïc Rémy.

 

COMMISSARIO TECNICO

 

Didier Deschamps

 

STATISTICHE GIRONE DI QUALIFICAZIONE

 

Gruppo I : Spagna (20 p.), Francia (17), Finlandia (9), Georgia (5), Bielorussia (4).

Play-Off: Ucraina-Francia 2-0; Francia-Ucraina 3-0.

 

Saldo: 6 vittorie, 2 pareggi, 2 sconfitte

Gol fatti: 18

Gol subiti: 8

Marcatori: Ribery (5), Benzema, Giroud, Sakho (2), Valbuena, Pogba, Nasri, Capoue, Diaby, Jallet (1)

 

GIRONE MONDIALE

 

Gruppo E: Svizzera, Francia, Ecuador, Honduras

 

COMPETIZIONI INTERNAZIONALI

 

Mondiali: 1 vittoria (1998), 1 secondo posto (2006), 2 terzi posti (1958, 1986)

Europei: 2 vittorie (1984, 2000)

Confederations Cup: 2 vittorie (2001, 2003)

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