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Calcio

Road to Brazil 2014: i Lusitani ai raggi X – 20 mar

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É difficile immaginare un Mondiale senza Cristiano Ronaldo e la nazionale portoghese.

L’ex Cenerentola del calcio europeo, mai in cima al podio nelle competizione internazionali, ha conosciuto le luci della ribalta a partire dagli anni ’90, ovvero in concomitanza con l’esplosione prorompente di un gruppo di giovanotti terribili che, in quegli anni, fece indigestione di trofei con le varie Under. La golden generation del calcio lusitano, impreziosita dalle stelle di Figo, Couto e Rui Costa, pur non riuscendo a bissare quei trionfi con la casacca della nazionale maggiore, innalzò il tasso di rispettabilità di un Portogallo che, fino a Corea e Giappone 2002, poteva vantare due sole partecipazioni alla Coppa del Mondo. Che l’aria fosse cambiata lo si era capito anche dall’ottima prestazione dei lusitani all’Europeo del 2000, dove la formazione del CT Coelho raggiunse la semifinale, e, soprattutto, da Euro 2004, dove il trionfo per i padroni di casa svanì addirittura nella finalissima contro la sorprendente Grecia di Otto Rehhagel.

Due anni dopo, al Mondiale tedesco, Figo, Deco e compagni sfiorarono una storica finale, salvo poi chiudere al quarto posto in seguito alla sconfitta rimediata con la Francia e all’1-3 subito per mano della Germania nella finalina per il terzo posto. Di quella nazionale faceva parte anche un giovanissimo Cristiano Ronaldo, allora ventunenne ma già in odore di grandi imprese.

Oggi il Portogallo non può non incutere timore alle avversarie, sebbene alla squadra di Paulo Bento manchi ancora qualche tassello -magari dalla cintola in giù- perché possa essere considerata al pari di big planetarie come Brasile o Germania. La sorpresa, tuttavia, è dietro l’angolo.

I rossoverdi hanno strappato il pass per il Brasile solo ai play-off, avendo la meglio sulla Svezia di Ibrahimovic grazie alle prodezze del Pallone d’Oro in carica, mattatore assoluto tanto all’andata quanto al ritorno. Pronosticando per i lusitani una qualificazione agli ottavi come seconda del Gruppo G alle spalle della Germania, il Portogallo potrebbe davvero trasformarsi nella mina vagante che mai si vorrebbe calpestare in un incontro secco da dentro o fuori.

 

I PROTAGONISTI

 

Il debutto in nazionale nel 2010 non gli ha impedito di guardare i Mondiali sudafricani dalla poltrona di casa. Due estati dopo ha disputato l’Europeo da titolare ed oggi si accinge a difendere la porta della propria nazionale anche in Brasile: una piccola grande rivincita per Rui Patricio, affidabilissimo estremo difensore classe ’88 in forza allo Sporting Lisbona, senza dubbio uno dei numeri uno più interessanti del Vecchio Continente. Neppure un minuto fuori nei match di qualificazione per lui, divenuto titolare inamovibile con l’avvento in panchina di Paulo Bento. Con buona pace di Beto ed Eduardo, che in Brasile gli faranno da vice.

 

Fabio Coentrão, Pepe, Bruno Alves, João Pereira: il quartetto davanti a Rui Patricio sembrerebbe già bene impresso nella mente e sulla lavagna tattica di Bento. Il CT si affiderà all’esperienza e ai modi rudi del marengue Pepe (classe ’83) e di Bruno Alves (classe ’81, Fenerbahce) per intimorire le punte avversarie, specialmente quelle più esili, che rischiano di finire schiacciate dallo strapotere fisico dei due gladiatori lusitani, perennemente a rischio cartellino.

Fabio Coentrão nasce come ala. Riciclato terzino in seguito al trasferimento milionario a Madrid, il biondo esterno mancino non ha saputo riproporre i fasti portoghesi, diventando l’ombra dell’imprendibile tornante che faceva sgranare gli occhi ai tifosi del Benfica. Un’involuzione, quella di Coentrão, che potrebbe costare caro al Real, che per accaparrarsi il lusitano nell’estate 2011 ha sborsato ben 31 milioni.

A destra giostrerà Pereira, trentenne del Valencia approdato in nazionale maggiore appena quattro anni fa, ed oggi punto fermo dell’undici di Bento.

Non male i rincalzi, con Ricardo Costa, roccioso compagno di club di João Pereira, come alternativa più autorevole in caso di falla nel duo Pepe-Alves. L’interista Rolando, rigenerato dalla cura Mazzarri, e l’ex Siena Neto, attualmente in forza allo Zenit, si contenderanno l’ultima maglia di centrale di riserva. Nonostante la stagione non esaltante, Coentrão può dormire sogni tranquilli; l’unica alternativa sull’out di sinistra è ad ora rappresentata da Vitorino Antunes del Malaga, laterale dai trascorsi non indimenticabili a Lecce, Livorno e Roma. Discorso leggermente diverso per Pereira, che ha in André Almeida (23 anni, Benfica) e in Miguel Lopes (27, Lione) due agguerritissimi rivali.

 

João Muotinho sta al centrocampo lusitano come Ronaldo sta all’attacco; impossibile fare a meno di uno dei registi più forti d’Europa. In estate Moutinho ha lasciato il Porto, squadra che lo ha lanciato e con la quale ha conquistato tre campionati, una Europa League, una Coppa e due Supercoppe del Portogallo, per accasarsi all’ambizioso Monaco, che per assicurarsi il pacchetto comprendente il tecnico ed intelligentissimo centromediano più il colombiano James Rodrìguez ha sborsato in tutto settanta milioni di euro. Conta 66 presenze in nazionale, sette in meno rispetto al trentunenne Raul Meireles, poliedrica mezzala del Fenerbahce capace di abbinare buona tecnica, dinamismo, visione di gioco ed un mortifero tiro dalla distanza. Imprescindibile per gli equilibri della squadra è anche Miguel Veloso, ben noto in Italia per le due stagioni più che positive al Genoa, vissute da padrone incontrastato della mediana. Ora gioca in Ucraina, alla Dinamo Kiev. Alle loro spalle scalpiteranno Rúben Amorim (Benfica) ed il tandem del Braga Custódio-Rúben Micael.

Pur essendo classificato come centrocampista, il Red Devil Nani avrà il compito di mettere in subbuglio con la sua classe le difese avversarie partendo largo a destra; sua sarà la prima maglia del tridente d’attacco. Interessante sostituto lo sgusciante Vieirinha del Wolfsburg.

 

Il tridente, piatto forte del banchetto che Paulo Bento si appresta ad imbandire in Brasile, può contare su svariate opzioni, tutte di prim’ordine. Oltre ai già citati scardina-difese Nani e Vieirinha, non si può dimenticare Hugo Almeida, ariete del Besiktas nel giro della nazionale dal 2004, Danny, esperto trequartista dello Zenit, e Silvestre Varela, ala agile e potente di proprietà del Porto. E non è tutto, perché di prime punte, esterni e trequartisti la rosa portoghese sembra pullulare: basti pensare a Helder Postiga, secondo bomber portoghese più prolifico ancora in attività ma bloccato da un infortunio di lungo corso che, oltre a condizionargli in negativo la seconda metà della stagione con la maglia della Lazio, potrebbe costargli l’ultimo Mondiale della carriera. Vice Almeida, dunque, sarà uno tra Éder (Braga) e Nelson Oliveira (Rennes), soluzioni entrambe ideali a ricoprire il ruolo di terminale offensivo in un tridente.

No, non ci siamo dimenticati del Pallone d’Oro 2014, semplicemente lo abbiamo volutamente lasciato come dulcis da servire in fundo alla carrellata dei talenti dell’attacco lusitano.

Cristiano Ronaldo va di diritto inserito sulla scia di quei rari campioni di ieri e di oggi in grado di decidere un Mondiale: miglior marcatore di sempre della sua nazionale (49 gol in 110 match), secondo, in quanto a presenze, solo a Figo (distante 17 lunghezze), quarto goleador di tutti i tempi con la maglia del Real Madrid, con cui l’ha buttata dentro (udite udite!) 242 volte in 236 presenze, due Palloni d’Oro in bacheca, una miriade di titoli ed una lista di record infranti che invocano un articolo a parte. Il fenomeno di Funchal è stato recentemente definito dal suo attuale allenatore Ancelotti come il calciatore più decisivo in circolazione. E come dargli torto? Con un CR7 tirato a lucido, il Portogallo, in Brasile, non ha solo il diritto ma anche il dovere di sognare in grande.

 

ROSA DEI CONVOCABILI

 

PORTIERI: Beto, Eduardo, Anthony Lopes, Rui Patricio.

 

DIFENSORI: André Almeida, Bruno Alves, Vitorino Antunes, Nuno André Coelho, Fabio Coentrão, Ricardo Costa, Miguel Lopes, Luìs Neto, Pepe, João Pereira, Rolando, Henrique Sereno, Sìlvio, Cedric Soares.

 

CENTROCAMPISTI: Rúben Amorim, William Carvalho, Custódio, Danny, Josué, Paulo Machado, Carlos Martins, Raul Meireles, Rúben Micael, João Moutinho, Nani, Adrien Silva, Rafa Silva, Miguel Veloso, Vieirinha.

 

ATTACCANTI: Hugo Almeida, Bruma, Éder, Edinho, Licà, Nelson Oliveira, Pizzi, Helder Postiga, Cristiano Ronaldo, Silvestre Varela.

 

COMMISSARIO TECNICO

Paulo Bento

 

STATISTICHE GIRONE DI QUALIFICAZIONE

 

Gruppo F: Russia (22), Portogallo(21), Israele (14), Azerbaigian (9), Irlanda del Nord (7), Lussemburgo (6).

 

Saldo: 6 vittorie, 3 pareggi, 1 sconfitta

Gol fatti: 20

Gol subiti: 9

Play-off: Portogallo-Svezia 1-0; Svezia-Portogallo 2-3

Marcatori: Ronaldo (8), Postiga (6), B. Alves (4), Varela (2), H. Almeida, Coentrão, R. Costa, Nani (1).

 

GIRONE MONDIALE

 

Gruppo G: Germania, Portogallo, Ghana, USA

 

COMPETIZIONI INTERNAZIONALI

 

Mondiali: 1 terzo posto (1966), 1 quarto posto (2006).

Europei: 1 secondo posto (2004), 3 semifinali (1984, 2000, 2012).

 

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